skip to Main Content

Cop28

Perché le emissioni di CO2 aumentano i costi della mortalità

Le emissioni di CO2 generate nel corso della vita di 3,5 americani medi, o di 146,2 nigeriani, considerando i tassi di emissioni pro capite più bassi in quel paese, sono in grado di provocare una morte da riscaldamento climatico Le “strategie di mitigazione e adattamento più ambiziose” sono fondamentali “per minimizzare gli impatti del cambiamento…

Le “strategie di mitigazione e adattamento più ambiziose” sono fondamentali “per minimizzare gli impatti del cambiamento climatico sulla salute pubblica”. Pertanto, “tutti gli attori internazionali” dovrebbero prenderli in considerazione. L’avvertimento è stato lanciato da uno studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change che considera non solo fattori economici ma anche quelli legati alle persone nel complesso sistema di calcolo delle emissioni.

IL MODELLO DI STIMA

Il modello DICE di Nordhaus calcola, di fatto, il costo sociale della CO2 e serve a condurre un’analisi costi-benefici più specifica. L’aggiunta del potenziale del riscaldamento globale a causare più decessi legati al calore finisce, infatti, per inclinare il calcolo politico da una graduale eliminazione delle emissioni a partire dal 2050, verso una completa decarbonizzazione entro lo stesso anno per quei paesi che ancora sono indecisi sul da farsi.

COSTI SOCIALI DELLA CO2 A 258 DOLLARI A TONNELLATA

R. Daniel Bressler, dottorando presso l’Earth Institute della Columbia University, ha scoperto che, tenendo conto dei decessi direttamente legati al calore, il costo sociale più appropriato, espresso come “costo della mortalità del carbonio“, è sorprendentemente alto. Il costo sociale del carbonio nel 2020 è stato di 37 dollari a tonnellata, ma l’aggiunta del costo di mortalità da parte di Bressler porta questa cifra a 258 dollari a tonnellata. Questa modifica al modello implicherebbe che una politica economicamente ottimale sarebbe quella di ridurre radicalmente le emissioni per raggiungere la piena decarbonizzazione entro il 2050, uno scenario che è stato sostenuto dagli scienziati del clima per evitare le peggiori devastazioni del riscaldamento globale.

OGNI TONNELLATA UNA VITTIMA DAL RISCALDAMENTO GLOBALE FINO AL 2100

Bressler ha determinato che il costo della mortalità del carbonio ammonta a 0,000226 morti in eccesso fino al 2100 per tonnellata di anidride carbonica emessa. Vale a dire che ogni 4.434 tonnellate di CO2 aggiunte all’atmosfera nel 2020 si provoca una morte fino al 2100, secondo lo studio. Ciò equivale alle emissioni nel corso della vita di 3,5 americani medi, dati i loro alti tassi di emissioni pro capite, o 146,2 nigeriani, considerando i tassi di emissioni pro capite più bassi in quel paese.

A SAN PAOLO IL PRIMATO ASSOLUTO

Lo studio ha esaminato i dati sulle morti per ondate di calore provenienti da 732 località in 43 paesi diversi, dal 1991 al 2018. Le percentuali più alte di decessi legati al cambiamento climatico sono state registrate in America del sud, benché anche l’Europa meridionale e l’Asia meridionale siano delle regioni particolarmente critiche. Il primato assoluto è andato a San Paolo, in Brasile, con 239 morti all’anno, in media.

POSSIBILE RIDURRE LA MORTALITA’ RIDUCENDO LE EMISSIONI

Bressler ha anche scoperto che in uno scenario di emissioni business as usual, ci sarebbero 83 milioni di decessi cumulativi previsti per eccesso di calore tra il 2020 e il 2100 utilizzando il modello DICE.

Tuttavia, la decarbonizzazione completa entro il 2050 ridurrebbe il totale a soli 9 milioni di morti in eccesso, ha detto Bressler ad Axios: “Il quadro generale è proprio questo, ci sono molte vite che possono essere salvate dalla riduzione delle emissioni”.

Lo studio, ad esempio, mostra che ‘pensionare’ una centrale elettrica a carbone negli Stati Uniti nel 2020, fino alla fine del secolo, eviterebbe 904 morti.

INCERTEZZE DI STIMA

Bressler ha notato anche che le cifre sulla mortalità sono probabilmente sottostimate, perché lo studio ignora tutte le altre cause di morte legate al clima oltre al calore.

Ci sono tuttavia anche una serie di incertezze nel nuovo studio, incluso il fatto che le stesse proiezioni sulla mortalità climatica variano considerevolmente nei loro risultati. Bressler ha cercato di spiegarlo includendo stime centrali, piuttosto che le estremità. Lo studio inoltre non tiene conto dei benefici associati alla chiusura di alcuni tipi di centrali elettriche a combustibili fossili, che producono altri inquinanti atmosferici nocivi oltre ai gas serra.

Back To Top