Le batterie a flusso organico che accumulano energia possono aiutare a stabilizzare la domanda e l’offerta di elettricità. Il sistema ideato da Green Energy Storage conquista tutti su Mamacrowd
Dobbiamo puntare sempre più sulle rinnovabili. E dobbiamo farlo in fretta. La Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici di fine 2015 ha fissato la riduzione del 50% di anidride carbonica entro il 2030 e del 90% entro il 2050. Target raggiungibili solo, però, se si aumenta la quota di energia rinnovabile e se si fanno importanti (e drastiche) scelte nel settore mobilità.
Qualcosa, dobbiamo dire, si sta muovendo. Sempre più aziende, infatti, dirigono i loro sforzi verso l‘energia pulita. E verso qualcosa che possa permettere l’utilizzo di questa energia. È il caso dell’italiana Green Energy Storage, che ha sviluppato un sistema di accumulo davvero innovativo, che continua a battere i record di raccolta di capitali sulla piattaforma di equity crowdfunding Mamacrowd. Ma andiamo per gradi.
La batteria a flusso organico di Green Energy Storage

Origini straniere, ma sviluppatori italiani. La batteria a flusso organico sviluppata dalla start up Green Energy Storage, grazie ad un accordo con l’Università di Harvard, siglato in esclusiva su 28 Paesi d’Europa, più Norvegia e Svizzera, è un sistema di accumulo sfrutta le potenzialità del chinone, molecola presente nel rabarbaro ed in altre piante.
Tutto prende piede da un esperimento dell’Università di Harvard su scala di 1 Watt. Partendo da questo, Green Energy Storage ha sviluppato un prototipo di batteria a flusso funzionante da 3KW, già in fase di testing. Le applicazioni potenziali vanno dall’utilizzo domestico ad impianti industriali di grandi dimensioni. Il team che lavora al sistema i accumulo è composto da manager e imprenditori con esperienza trentennale e si avvale di un comitato scientifico composto da professori di Università di Harvard, Università di Roma Tor Vergata e Fondazione Bruno Kessler, oltre che del lavoro di 15 ricercatori.
La tecnologia ha già raccolto finanziamenti dall’Unione Europea attraverso il bando Horizon 2020 e ha conquistato numerose aziende di settore. Green Energy Storage ha siglato accordi di test con Sorgenia e Romande Energie e partnership per lo sviluppo del prodotto con Industrie De Nora, leader mondiale nella produzione degli elettrodi.
Perchè è così importante
Il sistema di accumulo può stabilizzare la produzione di energia rinnovabile, permettendo di utilizzare l’energia prodotta da fonti rinnovabili con flessibilità, risolvendo il problema dell’intermittenza e riducendo i costi. Se è vero, infatti, che le rinnovabili producono energia pulita, è vero anche che tale energia è caratterizzata da incostanza nel tempo e dalla variabilità tra il giorno e la notte (prendete il fotovoltaico). È difficile, dunque, utilizzare l’energia solo al bisogno. Grazie alla batteria a flusso organico è possibile immagazzinare l’energia prodotta nei momenti di picco e di rilasciarla quando serve.
Dunque, la batteria permettere una perfetta integrazione delle fonti rinnovabili nelle reti elettriche e magari una loro maggiore diffusione, superando i problemi che nascono dalla “convivenza” di fonti rinnovabili (discontinue) e fonti fossili (come il petrolio ed il gas naturale) che possono essere stoccate ed utilizzate quando necessario.
La batteria realizzata da Green Energy Storage, poi, a dispetto delle tradizionali batterie al litio, è utilizzabile su impianti di grossa scala, ha un costo di produzione competitivo, standard di sicurezza più elevati e utilizza molecole organiche con un impatto ambientale positivo. Non solo: mantiene per tempi relativamente lunghi l’energia prodotta.
La batteria è anche molto sicura: “accumuliamo l’energia grazie a materiali organici disciolti in acqua. Questo rende la batteria anche molto più sicura: quant immagazzini una grande quanità di energia, devi preoccuparti degli eventuali rilasci accidentali di energia. Il nostro sistema è ignifugo, e dissipa egregiamente il calore” ha raccontato in una intervista a Start Magazine il professor Michael Aziz di Harvard.
Il successo del crowdfunding
Che l’idea sia buona ne sono convinti anche gli utenti di Mamacrowd, sito dove la batteria a flusso organico è stata presentata per una campagna di equity crowdfunding.
A fine Maggio scorso, la raccolta in soli 55 minuti aveva raggiunto 250 mila euro e in meno di 10 ore l’obiettivo stabilito di 500 mila euro. E nelle ultime settimane, dopo aver superato il milione di adesioni grazie a 277 investitori e con le numerose richieste di ampliamento, la start up ha deciso di estendere ufficialmente la raccolta a 1 milione di euro.

“La velocità della raccolta di questo progetto ha dato un’ulteriore conferma che per riuscire a partecipare bisogna essere rapidi nell’adesione e nella conferma dell’investimento tramite bonifico entro 14 giorni. Solo grazie all’equity crowdfunding e a questi piccoli accorgimenti chiunque può entrare nel capitale di promettenti società italiane con business rivoluzionari, solidi team e partner di eccellenza”, commenta Dario Giudici, Presidente di Mamacrowd.







