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Zaporizhzhia

Cosa dice l’Agenzia internazionale per l’energia atomica su Zaporizhzhia

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica afferma di non aver rilevato finora mine o altri esplosivi nella centrale nucleare di Zaporizhzhia tuttavia, chiede di avere maggiore accesso. Ecco perché e come si stanno muovendo Cina e Stati Uniti. Tutti i dettagli

 

L’incidente per mano degli ucraini nella centrale nucleare di Zaporizhzhia previsto dalla Russia per “mercoledì notte 5 luglio” non c’è stato. Ma, mentre Mosca e Kyiv continuano ad accusarsi a vicenda di pianificare un sabotaggio all’impianto, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) – nonostante continui ad affermare che finora non sono state trovate mine o altri esplosivi – chiede di avere maggior accesso alla struttura occupata dai russi fin dall’inizio della guerra.

COSA HA VISTO L’AIEA ALLA CENTRALE DI ZAPORIZHZHIA

Nel suo ultimo comunicato, l’Aiea fa sapere di aver ispezionato nei giorni e nelle settimane scorse “alcune parti dell’impianto – comprese alcune sezioni del perimetro del grande bacino di raffreddamento”. L’Agenzia ha aggiunto anche di aver condotto “regolari ispezioni a piedi in tutto il sito, finora senza osservare alcuna indicazione visibile di mine o esplosivi”.

COSA CHIEDE

Quello che chiede ora però è di avere “un accesso supplementare necessario per confermare l’assenza di mine o esplosivi nel sito”, ha dichiarato direttore generale Rafael Mariano Grossi. “In particolare, è essenziale l’accesso ai tetti dei reattori 3 e 4, nonché l’accesso a parti delle sale turbine e ad alcune parti del sistema di raffreddamento dell’impianto”.

Richiesta probabilmente scaturita da una dichiarazione di martedì delle forze armate ucraine che citava “dati operativi” secondo cui “ordigni esplosivi” erano stati collocati proprio su questi due tetti.

In seguito alle dichiarazioni e alle accuse mosse dai due fronti, Grossi ha sottolineato l’importanza che il team dell’Aiea controlli tutte le parti dell’impianto “per monitorare il pieno rispetto dei cinque principi fondamentali per la protezione della più grande centrale nucleare d’Europa”.

Per Grossi infatti la relazione “indipendente e obiettiva” degli esperti Aiea “aiuterebbe a chiarire la situazione attuale del sito, il che è fondamentale in un momento come questo, caratterizzato da accuse e controaccuse non confermate”.

Il comunicato ribadisce infine che, nonostante al momento non ci siano tracce, “come indicato in precedenza, l’Aiea è a conoscenza di notizie secondo cui mine e altri esplosivi sono stati collocati all’interno e nei dintorni della centrale nucleare di Zaporizhzhia”.

Intanto, secondo Rbc-Ukraine, le immagini satellitari riprese ieri e pubblicate da Planet Labs mostrano nuovi oggetti non meglio identificati e mai visti prima proprio sul tetto del reattore 4.

I 5 PRINCIPI DELL’AIEA

I cinque principi fondamentali per la protezione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, stabiliti dal direttore generale il 30 maggio presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, stabiliscono che:

  1. non ci devono essere attacchi da o contro l’impianto, in particolare contro i reattori, lo stoccaggio del combustibile esaurito, altre infrastrutture critiche o il personale;
  2. l’impianto non deve essere usato come deposito o base per armi pesanti – come lanciarazzi multipli, sistemi di artiglieria e munizioni e carri armati – o per personale militare che potrebbe essere utilizzato per un attacco proveniente da lì;
  3. l’alimentazione esterna dell’impianto non deve essere messa a rischio e si deve fare tutto il possibile per garantire la disponibilità e la sicurezza della fornitura in ogni momento [a tal proposito, l’Aiea ha riferito che l’unica linea elettrica esterna principale da 750 kilovolt (kV) rimasta è stata ricollegata alla centrale il pomeriggio del 4 luglio, circa 12 ore dopo che era stata improvvisamente interrotta, lasciando l’impianto dipendente dalle forniture di energia di riserva, ndr];
  4. tutte le strutture, i sistemi e i componenti essenziali per il funzionamento sicuro dell’impianto devono essere protetti da attacchi o sabotaggi;
  5. non deve essere intrapresa alcuna azione che metta a repentaglio i principi.

COSA DICONO GLI ESPERTI DI UN EVENTUALE INCIDENTE

Oltre al fisico ed esperto di nucleare Luca Romano, il quale ha spiegato come in caso di incidente alla centrale nucleare “i rischi per la salute umana sarebbero molto vicini allo zero statistico” mentre le conseguenze psicologiche sarebbero ben peggiori, anche un altro esperto, Eugene Shwageraus, è stato rassicurante sui potenziali effetti.

Shwageraus, professore di ingegneria dei sistemi di energia nucleare all’Università di Cambridge, ha chiarito che, oltre a essere state costruite in modo “abbastanza robusto” le centrali, “con lo spegnimento dei reattori avvenuto mesi fa, il prodotto della fissione più pericoloso, ovvero lo iodio-131, è ora decaduto a livelli di sicurezza”.

Sebbene restino attivi gli isotopi di altri elementi, che possono essere volatili o pericolosi – ma non entrambe le cose -, in caso di esplosione, per Shwageraus, questi non potrebbero andare più lontano del “parcheggio della centrale” e, dunque, non ci sarebbe alcun pericolo per i Paesi limitrofi.

COSA DICE LA CINA…

Nonostante le rassicurazioni, gli occhi del mondo sono rivolti a Zaporizhzhia. Il presidente cinese Xi Jinping, stando al Financial Times, avrebbe personalmente messo in guardia l’omologo russo Vladimir Putin dall’utilizzo dell’arma nucleare in Ucraina. Il Cremlino, tuttavia, smentisce.

…E COSA FANNO GLI STATI UNITI

Anche dall’altra parte dell’oceano le preoccupazioni di Kyiv per un attacco alla centrale di Zaporizhzhia non sono passate inosservate. Gli Stati Uniti infatti, lo scorso 30 giugno, hanno inviato un Boeing WC-135R Constant Phoenix in Grecia, ovvero un velivolo in grado di registrare in tempo reale le emissioni radioattive. Questo, secondo Bloomberg, “ha alimentato la speculazione che possa essere collegato alle minacce a Zaporizhzhia”.

Il Pentagono, riferisce l’articolo, non ha risposto immediatamente alle richieste di commento, ma l’Aeronautica militare ha dichiarato che “il velivolo viene impiegato abitualmente nel Mar Mediterraneo”.

Intanto, secondo i dati del ministero degli Affari Interni ucraino, i livelli di radiazioni sono “entro i limiti normali”, e nella zona di 30 chilometri intorno alle centrali elettriche coinvolte e nelle aree intorno a Chernobyl sono “entro i valori medi mensili”.

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