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Sull’agrivoltaico si celebra l’alleanza a sorpresa tra Emiliano e Fitto in Puglia

Il Consiglio dei ministri, alla presenza di Emiliano, ha espresso un parere favore alla realizzazione di quattro impianti di solare agrivoltaico in Puglia. Ecco potenzialità e limiti di questa tecnologia.

Giovedì il Consiglio dei ministri ha espresso un parere favorevole, con valore di valutazione di impatto ambientale, alla realizzazione di quattro progetti di energia solare in Puglia. Si tratta, nello specifico, di impianti cosiddetti “agrivoltaici”, che prevedono cioè l’installazione di pannelli fotovoltaici su terreni agricoli. Il vantaggio principale dell’agrivoltaico è la riduzione del consumo di suolo – una delle principali criticità delle fonti rinnovabili -, dato che la stessa area viene destinata sia alla generazione energetica, sia alla coltivazione o all’allevamento.

GLI IMPIANTI AUTORIZZATI

Gli impianti autorizzati – incluse le opere di connessione alla rete elettrica – sono i seguenti:

  • Cluster Lopez, nei comuni di Brindisi e Mesagne; l’azienda proponente è Luminora Lopez
  • ASC03, nei comuni di Ascoli Satriano, Deliceto, Candela e Melfi; proposto dall’azienda LT 01
  • Mezzanelle, nei comuni di San Paolo di Civitate e Apricena; proposto da Renantis (ex- Falck Renewables)
  • Posticchio, nei comuni di Foggia e Troia; proposto da Te Green Dev 3

LA PRESENZA DI EMILIANO

Al Consiglio dei ministri ha partecipato, su invito, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Emiliano, di centro-sinistra (in passato ha fatto parte del Partito democratico), ha rapporti conflittuali con il governo di Giorgia Meloni e in particolare con il ministro con delega al Sud Raffaele Fitto: Fitto ed Emiliano sono stati spesso avversari in tornate elettorali.

L’AGRIVOLTAICO FA BENE O NO ALL’AGRICOLTURA?

Stando agli studi dell’Università di Hohenheim, in Germania, e del Laboratorio nazionale per le energie rinnovabili degli Stati Uniti, l’agrivoltaico può apportare benefici o svantaggi all’agricoltura, a seconda delle situazioni e delle colture piantate.

In casi di scarse o nulle precipitazioni, e dunque di carenza d’acqua, l’ombra proiettata sui terreni dai pannelli solari contribuisce ad aumentare le rese nei periodi di siccità. Se però la disponibilità d’acqua è sufficiente al fabbisogno delle colture, allora l’“effetto parasole” creato da questi dispositivi può impattare negativamente sui raccolti.

Secondo il Laboratorio statunitense per le energie rinnovabili, la resa dei pomodori coltivati negli impianti agrivoltaici del paese era mediamente doppia rispetto a quella dei terreni tradizionali; l’ombreggio, tuttavia, danneggiava il grano, le patate, la lattuga e i cetrioli.

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