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Gas

Lng americano arriva in Europa. Una nuova guerra del gas

L’America si affaccia sul mercato europeo del gas, cambiando gli scenari geostrategici. E alimentando una guerra (energetica ed economica) con la Russia È arrivato in Europa, e in Polonia in particolare, un carico di metano americano da roccia liquefatto. E presto la stessa nave è attesa tra non molto anche in Lituania, sarà effettuata la…

L’America si affaccia sul mercato europeo del gas, cambiando gli scenari geostrategici. E alimentando una guerra (energetica ed economica) con la Russia

È arrivato in Europa, e in Polonia in particolare, un carico di metano americano da roccia liquefatto. E presto la stessa nave è attesa tra non molto anche in Lituania, sarà effettuata la prima fornitura di metano Usa a una ex repubblica sovietica. Le nuove mosse americano cambiano gli scenari geostrategici.

Solo pochi mesi fa, il Vecchio continente era considerato un territorio alla stregua di una riserva di caccia privata e inviolabile. Almeno per le forniture del gas, dove a farla da padroni sono Russia, Norvegia, Algeria e Qatar. Approfondiamo insieme.

Cosa è il Gas naturale

Il gas naturale è un combustibile fossile, proprio come lo sono il petrolio e il carbone, costituito da una miscela di idrocarburi. Il componente principale del Gas naturale è rappresentato dal metano, ma è composto anche da anidride carbonica, azoto, idrogeno solforato e, in qualche caso, elio, radon e cripton.

Prima che il gas venga avviato all’utilizzo per la produzione di energia, viene trattato in modo da eliminare l’anidride carbonica, l’azoto e l’idrogeno solforato, tossico e corrosivo.

Fonte fossile più pulita

Dopo il trattamento, quello che resta del gas naturale è prevalentemente metano. È per questo che si dice che il gas naturale sia molto più pulito delle altre fonti fossili. La sua molecola è costituita, infatti, da 4 atomi di idrogeno e uno di carbonio (CH4): bruciando, è l’idrocarburo che libera la minor quantità di carbonio.

Per comprendere quanto stiamo dicendo, basti sapere che il metano produce emissioni di CO2 inferiori del 25% rispetto alla benzina, del 16% rispetto al Gpl, del 30% rispetto al diesel e del 70% rispetto al carbone. La sua capacità di formare ozono è inferiore del 80% rispetto alla benzina e del 50% rispetto a gasolio e Gpl.

E c’è di più. Facendo particolare riferimento al mondo dei trasporti, possiamo dire che la combustione non rilascia nell’aria residui carboniosi, benzene e polveri ultrasottili PM10, a differenza di benzine e gasolio.

Il mercato attuale del gas in Europa

America a parte, il mercato è certamente in fermento. E per capirlo basta guardare i trend degli ultimi due anni. Sembra, infatti, che anche per il gas si starebbero scatenando le stesse dinamiche che condizionano il settore del petrolio, dove i produttori a basso costo sono impegnati in una guerra all’ultimo sangue per difendere le quote di mercato, mentre fanno i conti con un’imposizione Opec per la riduzione della produzione e con un prezzo della materia prima di gran lunga inferiore a quello di qualche anno fa.

E se nel settore del petrolio a farla da padrona su costi e quote di mercato, è l’Arabia Saudita, per quello del gas c’è la Russia con Gazprom, che vanta costi di estrazione e di trasporto molto bassi (grazie anche alla svalutazione del rublo). Proprio la Russia a partire nel 2015 ha aumentato le esportazioni di Gas dell’8,2% al record di 158,6 miliardi di metri cubi, puntando ad una crescita costante anche nel 2016. Aumento di esportazione verso l’Europa anche per la Norvegia e l’Algeria.

Concentrandoci sul fronte algerino, infatti, è possibile evidenziare che l’export, attraverso i gasdotti che la collegano a Italia e Spagna, ad aprile 2016 è schizzato, dopo una riduzione durata anni.

Attualmente Mosca controlla il 35% del fabbisogno del Vecchio continente, per un totale di 122 miliardi di metri cubi. Ben 13 Paesi dell’Unione dipendono dal Paese di Putin per il 75%. La Norvegia assicura all’Europa 107 miliardi. Seguono Algeria, Qatar e Libia.

L’arrivo in Europa degli Usa

Ad alimentare nuovi venti di guerra del gas è ora l’America, che lo scorso anno, con un voto del Congresso che risale al 2014, ha dato il via all’export di gas naturale liquefatto (Lng) in tutto il mondo. Europa compresa.

Negli scorsi mesi, infatti, il metano a stelle e strisce, trasportato su navi cisterna (viene rigassificato alla consegna) partite da Sabine Pass, il terminal al confine tra Texas e Louisiana gestito da Cheniere Energy, è approdato in Asia, in Africa e in Europa (al Vecchio Continente è stata consegnata una quota minoritaria, pari a meno del 13% del totale).

Lo scorso giugno la nave cisterna “Clean Ocean” ha attraccato in Polonia per la sua prima consegna ad un Paese dell’Europa dell’Est. La stessa nave è attesa tra non molto anche in Lituania dove verrà effettuata la prima fornitura di metano Usa a una ex repubblica sovietica.

Nuovi scenari?

Certamente l’ingresso sul mercato europeo dell’America apre nuovi scenari strategici e ridimensiona il dominio Russo (che al momento resta incontrastato): l’export europeo vale il 75% del totale russo, e i proventi di gas e petrolio costituiscono il 40% del budget federale di Mosca.

“Gli Usa non useranno mai l’energia per ricattare il vostro Paese e non possiamo permettere ad altri di farlo”, ha detto Donald Trump in occasione della visita a Varsavia. Con queste parole il Tycoon voleva liberare l’Europa da ostaggio energetico (sul fronte gas) Russo. Il riferimento è alle passate guerre del gas: nel 2008 per le dispute in Ucraina, Gazprom tagliò le forniture e l’annessione della Crimea del 2014 ha aumentato i timori dell’Europa di dipendenza dalla Russia.

Proprio per questo Bruxelles potrebbe accogliere con favore l’arrivo americano sul mercato. Gli Usa starebbero lavorando alla costruzione di nuovi terminali di Lng (in Texas, Maryland e Costa orientale), con l’obiettivo di aumentare l’esportazione di 105 miliardi di metri cubi entro il 2020.

La risposta Russa

Facile immaginare che Mosca non resta a guardare le mosse americane. Gazprom per mantenere le proprie quote di mercato potrebbe giocarsi la carta di una nuova riduzione dei prezzi. Secondo i dati del Wall Street Journal, infatti, il gas Usa avrebbe un costo di 6,29 dollari per milione di «British termale unit» (unità di misura utilizzata in questo commercio), mentre quello russo di 4,86 dollari.

Non solo. La Russia punta sul Nord Stream 2, condotta di fornitura europea da circa 1200 chilometri che passa sotto il Baltico, aggirando l’Ucraina. Grazie all’infrastruttura sarà possibile concentrare l’80% dell’export di gas russo in Europa su un canale unico.

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