Il segretario di Stato degli USA, Antony Blinken, ha annunciato, venerdì 20 agosto, l’imposizione di un nuovo pacchetto di sanzioni contro il gasdotto russo-tedesco Nord Stream 2.
Entrando nel dettaglio le sanzioni poste in essere dall’amministrazione americana riguardano la nave Ostap Sheremeta, la società ad essa legata e cioè la JSC Nobility e la compagnia assicurativa Konstata. Qual è l’utilità effettiva di queste sanzioni considerando che il gasdotto è ormai giunto alla fase di completamento?
Queste sanzioni hanno un valore puramente simbolico e sono l’ennesimo fallimento sia dell’amministrazione Trump che di quella Biden contro la politica energetica russa. Infatti quale impatto possono avere sanzioni di questa natura quando ormai mancano solo 15 km per completare il gasdotto?
A dimostrazione di quanto sostenuto è sufficiente citare l’agenzia di stampa Bloomberg che opportunamente sottolinea come l’azienda Nord Stream 2AG non sia stata toccata dalle sanzioni americane.
D’altronde Angela Merkel si è recata a Mosca proprio per tenere un vertice con il presidente Putin, vertice che guarda caso ha avuto come suo oggetto proprio il gasdotto.
Questo incontro è molto significativo soprattutto per una ragione: le democrazie europee – ed extra europee come gli Usa – sono obtorto collo costrette a scendere a patti con i sistemi autoritari per portare avanti la propria politica estera.
Piaccia o meno, la Cina, la Russia, la Turchia e l’attuale emirato islamico in Afghanistan costituiranno sempre di più degli interlocutori importati non solo per gli Stati Uniti ma anche per l’Unione Europea.
A dimostrazione di come i sacri principi della democrazie, calati nella realtà, sono costretti a scendere a rilevanti compromessi che se non minano la credibilità quanto meno mettono ne vanificano la loro universalità.