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India

Ecco come l’India putineggia su petrolio e raffinati

La Russia è oggi la seconda fornitrice di petrolio greggio dell'India, e il paese conta di aumentare le esportazioni di prodotti raffinati (gasolio, innanzitutto) verso l'Europa e l'Africa, approfittando dei prezzi alti. Tutti i dettagli.

Le raffinerie indiane – incluse quelle del colosso Reliance Industries, di proprietà del magnate Mukesh Ambani – stanno utilizzando il petrolio greggio russo per aumentare le esportazioni di gasolio. Il combustibile, poi, si dirige verso paesi che hanno imposto sanzioni sugli idrocarburi russi, come l’Unione europea.

LA RUSSIA È LA SECONDA FORNITRICE DI PETROLIO DELL’INDIA

A maggio la Russia è diventata la seconda maggiore fornitrice di greggio dell’India, superando l’Arabia Saudita e posizionandosi dopo l’Iraq: è un fatto rilevante, perché prima dell’invasione dell’Ucraina l’India importava pochissimo petrolio dalla Russia, circa il 2-3 per cento del totale, pur acquistando all’estero quasi tutto quello che consuma. La svolta c’è stata proprio con la guerra, che ha fatto crescere ancora di più i prezzi del greggio; Mosca, sanzionata, ha allora iniziato a vendere il suo petrolio Urals con un forte sconto rispetto al Brent, il benchmark internazionale.

india petrolio

Stando alle previsioni di Kpler riportate dal Financial Times, a giugno le esportazioni di greggio russo verso l’India aumenteranno di più di 1 milione di barili al giorno.

COSA FARANNO LE RAFFINERIE INDIANE

Le raffinerie indiane, di conseguenza, potrebbero rimpiazzare i volumi di gasolio che l’Europa acquistava direttamente dalla Russia o che raffinava a partire dal greggio russo. E potrebbero registrare grossi profitti dalle vendite: da un lato, perché le sanzioni alla Russia hanno avuto l’effetto di far crescere molto i prezzi del gasolio in Europa; e dall’altro perché il greggio russo Urals si vende a oltre 25 dollari al barile in meno del Brent.

COME REAGIRÀ (FORSE) L’EUROPA

Resterà da vedere, tuttavia, se i paesi europei decideranno di acquistare gasolio indiano, considerata l’origine russa, e se gli Stati Uniti intensificheranno le pressioni su Nuova Delhi per convincerla a non acquistare greggio da Mosca.

I dirigenti delle società di raffinazione indiane sostengono di stare dando una risposta alla domanda internazionale di gasolio e di altri prodotti raffinati, che è particolarmente forte, in una fase di crisi energetica.

Ajay Sahai, amministratore delegato della Federation of Indian Export Organisations, ha detto che l’India ha ricevuto molte richieste di informazioni per l’importazione di gasolio “da paesi europei”. Le due società di raffinazione che stanno acquistando i volumi maggiori di greggio sono Reliance e Nayara Energy (di proprietà, in parte, della compagnia petrolifera statale russa Rosneft).

L’EUROPA RIDUCE GLI ACQUISTI

Janiv Shah, analista della società di consulenza energetica Rystad, ha spiegato che Reliance vale il 95 per cento delle esportazioni di prodotti petroliferi raffinati indiani verso l’Europa, e che l’azienda vedrà probabilmente aumentare la sua rilevanza visto che la carenza di gasolio nel Vecchio continente “è qui per restare”.

A marzo le esportazioni indiane di gasolio in Europa hanno raggiunto i 230mila barili al giorno, ma sono diminuite a 120mila ad aprile e a 40mila a maggio. Nello stesso periodo, l’India ha aumentato le vendite all’Africa.

È POSSIBILE DISTINGUERE IL GREGGIO RUSSO?

In merito al possibile divieto europeo di importazione di gasolio indiano, perché contenente greggio russo, Shah ha spiegato in realtà che una volta che le raffinerie processano qualità di petrolio provenienti da vari paesi del mondo, “quindi è molto difficile stabilire che questa singola molecola di gasolio provenga da ‘questa’ fonte in ‘questo’ paese. È praticamente impossibile distinguerle”.

Reliance è in grado di processare 1,2 milioni di barili di greggio al giorno, con un sistema di raffinazione estremamente complesso. Nayara Energy non ha rilasciato commenti in merito agli acquisti di greggio russo, ricordando solamente che rispetta le regole indiane e si impegna a “soddisfare il crescente fabbisogno energetico della nazione”.

IL VERTICE ASIATICO A NUOVA DELHI

Intanto, giovedì a Nuova Delhi è iniziato il vertice speciale dei ministri degli Esteri dell’India e dei paesi del Sud-est asiatico membri dell’ASEAN (ad eccezione del Myanmar, guidato da una giunta militare che ha preso il potere con un colpo di stato).

Il ministro degli Esteri indiano, S. Jaishankar, ha detto che il paese “sostiene un’ASEAN forte, unito e prospero, la cui centralità nell’Indo-Pacifico è pienamente riconosciuta”: è la posizione anche degli Stati Uniti.

Alla riunione non si è discusso solamente dell’impatto della guerra tra Russia e Ucraina sulla sicurezza energetica e alimentare, ma anche delle ripercussioni asiatiche della rivalità tra Stati Uniti e Cina.

Nel 2021 il commercio tra l’India e l’ASEAN ha superato i 78 miliardi di dollari. L’India esporta verso la regione principalmente prodotti chimici e farmaceutici, minerali, imbarcazioni, cotone, ferro e acciaio; vi importa, invece, soprattutto, carbone, olio di palma, telefoni e circuiti elettronici.

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