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Movimento

Vi racconto le ultime ideone di Emiliano e Di Maio su trivelle, Ilva e Tap

Le "Mille Battute" di Giuseppe Sabella, direttore di Think-in, esperto di Industria 4.0 e blogger di Start Magazine

 

In una nota, il ministero dello Sviluppo economico ha reso noto di aver presentato un emendamento blocca trivelle nel mar Ionio contenuto nel decreto legge semplificazioni prossimo al voto.

Non ha perso tempo per manifestare la sua soddisfazione il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – che resta il più importante alfiere del movimentismo noTriv noTap noIlva – e che ha esortato il governo ad andare avanti. In particolare, Emiliano invoca due decreti urgenti, uno per l’Ilva di Taranto (per la decarbonizzazione e per l’eliminazione dell’immunità penale); l’altro per lo spostamento dell’approdo del gasdotto Tap.

Per quanto riguarda Ilva, la stessa Arcelor Mittal ha dato segnali importanti circa la volontà di procedere in una direzione carbon free; serve naturalmente tempo, Emiliano tuttavia spinge perché vuole ottenere una road map definitiva per la decarbonizzazione dello stabilimento tarantino così da intestarsi la vittoria di questa battaglia. In realtà, la decarbonizzazione è l’obiettivo che si sta dando Mittal come quel mondo dell’industria che guarda al futuro.

Per quanto riguarda l’immunità penale – come avevamo riferito qualche mese fa – pare, in particolare, che Luigi Di Maio si fosse preso l’impegno di intervenire sul dlgs 1/2015 “Disposizioni urgenti per l’esercizio di imprese di interesse strategico nazionale in crisi e per lo sviluppo della città e dell’area di Taranto”, promosso quindi dal Governo Renzi in tempo di commissariamento di Ilva, il cui articolo 2 comma 6 (secondo alcuni, e secondo anche l’ex procuratore di Taranto Franco Sebastio) garantirebbe l’impunità per i reati contro il territorio al gruppo ArcelorMittal. La misura, naturalmente, al tempo del commissariamento di Ilva aveva una sua ratio che oggi non ha… e Emiliano sa di toccare un nervo scoperto.

In ultimo, Emiliano chiede di spostare l’approdo del gasdotto Tap di Melendugno in una zona meno pericolosa e meno rilevante dal punto di vista turistico.

Stiamo a vedere come evolve la situazione, ad ogni modo si tratta di questioni nevralgiche per il Paese che creano forti tensioni in particolare all’interno del M5S. Capiremo presto se l’Italia riuscirà a riaffermare la sua vocazione industriale e manifatturiera.

Twitter: @sabella_thinkin

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