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Populismo

Perché c’è tensione fra Arcelor Mittal e sindacati su Ilva

Il Punto di Giuseppe Sabella

 

Adesione altissima (quasi 80%) per lo sciopero di oggi proclamato dai sindacati a Taranto per protestare contro l’avvio della procedura di Cassa integrazione ordinaria da parte di Arcelor Mittal: sono 1395 i lavoratori coinvolti per un periodo di 13 settimane. Nello stesso tempo, si è svolto un nuovo incontro tra le organizzazioni sindacali e l’azienda per discutere dell’apertura della procedura e per differire la decisione in vista dell’incontro del 9 luglio al Mise convocato dal vicepremier Luigi Di Maio.

I sindacati non accettano la momentanea sospensione dal lavoro di questi 1400 lavoratori e, si legge in una nota, “percorreranno tutte le strade possibili, anche attraverso il ricorso agli enti competenti, per impedire l’utilizzo da parte di ArcelorMittal della stessa cassa integrazione”. Arcelor Mittal – prosegue poi la stessa nota – “ha deciso di proseguire unilateralmente, con l’avvio della procedura di Cigo, assumendosi una responsabilità che peserà nei rapporti futuri con i lavoratori e le loro rappresentanze”.

Le ragioni della cassa integrazione vanno ricercate nel calo della produzione che, tuttavia, la stessa Arcelor Mittal giudica momentaneo per via della ciclicità del mercato dell’acciaio, la cui contrazione è naturalmente registrata a livello europeo, sia in ragione della crisi dell’auto in particolare, ma anche per effetto dell’importazione di acciaio da Paesi terzi, Turchia e Cina soprattutto.

Ma perché questa prova di forza da parte di Mittal? L’azienda è stanca di questo clima di incertezza resosi molto serio dopo la revoca dell’immunità penale. La prossima settimana al Mise la tensione sarà molto alta, vista anche la minaccia da parte dell’azienda di interrompere il suo investimento. Ma proprio per l’importanza dell’operazione, confidiamo che una soluzione sarà trovata.

Twitter: @sabella_thinkin

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