Nel Museo di Capodimonte l’aria condizionata è fuori uso dal 19 giugno causando la chiusura forzata di alcune aree del Palazzo. L’inadeguato stato degli impianti di condizionamento e le elevate temperature non hanno solo impedito ai turisti di effettuare un tour completo del polo museale, ma minacciano l’enorme patrimonio artistico. Capolavori del barocco come la Flagellazione di Cristo del Caravaggio (1607), l’Annunciazione di Tiziano, una delle ultime opere dell’artista risalente alla seconda metà del cinquecento (ironia della sorte in deposito al museo di Capodimonte dal 1976 a causa dei furti subiti dalla chiesa di San Domenico Maggiore), ma anche capolavori del Seicento e dell’Ottocento napoletani, manifesti Belle Epoque dei Magazzini Mele, rischiano di essere seriamente compromessi dal pessimo stato di manutenzione degli impianti.
“Il gran caldo di questi giorni non solo mette a dura prova lo svolgimento delle attività in città e nelle campagne, ma porta con sé un’altra vittima eccellente: le nostre importanti opere d’arte custodite in alcuni musei italiani. In queste condizioni critiche, nelle grandi città, gli impianti di condizionamenti che sono necessari per conservare al meglio le opere d’arte, quelle pittoriche soprattutto, funzionano male o non funzionano affatto“. E’ questa la denuncia di Livio de Santoli, presidente di AiCARR, Associazione italiana condizionamento dell’aria riscaldamento e refrigerazione impegnata nell’ambito dell’efficienza energetica e di una nuova cultura dell’energia.
“Assistiamo a casi di musei importantissimi che devono chiudere al pubblico e non solo per la mancanza del personale, ma anche per non mettere in pericolo le opere d’arte che custodiscono. Di fatto si fa di necessità virtù. Come Aicarr ci siamo impegnati nell’elaborare linee di efficienza energetica al fine di conservare al meglio le opere d’arte che rappresentano il nostro, vero e immenso, petrolio. L’appello che facciamo al Ministro dei Beni culturali, Franceschini, è di trovare soluzioni veloci ed efficaci perché si ponga, in maniera coordinata e definitiva, rimedio a questa situazione che si viene a perpetrare ogni anno”, conclude nella nota de Santoli.
In uno dei più visitati musei italiani, la Gallaria Borghese, le tele di Tiziano e Caravaggio, le tavole di Raffaello, i marmi di Canova e Bernini convivono con impianti di condizionamento risalenti al 1997. Nel corso degli anni si è andati avanti per rattoppi sostituendo i motori dell’impianto ma la mancanza di fondi – in un museo che nel 2013 ha realizzato 3 milioni di incassi – non ha consentito la realizzazione di un nuovo sistema di climatizzazione. L’umidità incontrollata e le temperature superiori ai 30 gradi potrebbero mettere a dura prova la resistenza dei capolavori che dopo secoli di fatiche meritano un po’ di riposo. Al fresco.