In Italia, oggi, soddisfare totalmente il consumo di idrogeno a uso non energetico (circa 600 mila tonnellate all’anno) con idrogeno verde, richiederebbe un fabbisogno addizionale di energia elettrica rinnovabile pari a circa il 10% dell’attuale domanda elettrica totale.
A ciò si dovrebbe poi aggiungere il fabbisogno necessario per soddisfare la domanda di energia termica dei settori hard-to-abate, che varia in funzione del grado di ambizione nella sostituzione del gas naturale con l’idrogeno verde.
Ipotizzando una sostituzione del 20% del gas totale attualmente impiegato dai settori hard-to-abate (la percentuale massima di miscelazione consentita senza la necessità di modifiche impiantistiche nelle infrastrutture e nei processi industriali), si stima in misura conservativa un ulteriore consumo addizionale di idrogeno verde di circa 200mila tonnellate all’anno, che richiederebbe un fabbisogno addizionale di energia elettrica rinnovabile in Italia, quantificabile nel 5% circa dell’attuale domanda totale.
Per soddisfare tali fabbisogni, risulterebbe necessaria una potenza aggiuntiva di elettricità rinnovabile tra i 25 e i 30 GW, equivalente a un incremento del 50% circa dell’attuale capacità installata nel Paese.
TUTTE LE DIFFICOLTÀ DELL’IDROGENO VERDE
Si tratta di stime complessive sul potenziale utilizzo di idrogeno verde che evidenziano un fabbisogno considerevole e complesso da soddisfare, almeno nel breve-medio termine.
Esso richiede, infatti, un quantitativo significativo di energia rinnovabile che, in assenza di investimenti in nuova capacità di generazione elettrica, andrebbe distolta da altri impieghi attualmente più efficienti, rallentando così gli altri processi di decarbonizzazione in corso.
Come evidenziato nel paragrafo precedente, il principale ostacolo alla realizzazione di questi investimenti attiene al gap di competitività di costo che caratterizza la produzione di idrogeno verde rispetto alle altre materie prime di fonti fossile che dovrebbe sostituire.
A titolo di esempio, prendendo a riferimento l’idrogeno attualmente prodotto in Italia da fonte fossile, si stima un costo unitario per l’idrogeno verde che, nelle migliori delle ipotesi considerate, sarebbe superiore del 71% se realizzato con un impianto di autoproduzione dedicato (impianto FER), e del 174% nel caso di approvvigionamento da rete di distribuzione elettrica, mediante sottoscrizione di un contratto vincolante di fornitura (PPA FER).
Questo forte differenziale impedisce, in assenza di meccanismi correttivi, che si crei una domanda per l’idrogeno verde, contribuendo anche a scoraggiare gli investimenti dal lato dell’offerta.
QUALI OPZIONI PER L’ITALIA
Nel contesto descritto, l’Italia deve essere in grado di cogliere i vantaggi derivanti dall’utilizzo dell’idrogeno verde, per raggiungere gli obiettivi europei net zero e per beneficiare delle opportunità di sviluppo industriale che ne derivano.
L’Italia gode di alcuni punti di forza rispetto ai principali peer europei, derivanti dalle caratteristiche del proprio sistema produttivo ed energetico:
- un sistema manifatturiero che già oggi si colloca ai primi posti nell’UE per produzione di tecnologie termiche e meccaniche convertibili all’idrogeno;
- una rete del gas capillare, di cui una percentuale importante può essere riadattata facilmente per il transito dell’idrogeno;
- la crescente produzione di energie rinnovabili, e lo sviluppo del biometano a cui si sta assistendo, rendono l’idrogeno facilmente integrabile nel sistema energetico nazionale;
- una posizione geografica strategica come hub energetico, per i flussi che dal Nord Africa portano all’Europa, come previsto anche dalla programmazione UE di sviluppo delle infrastrutture dell’idrogeno
Per cogliere queste opportunità è però determinante attenuare gli effetti dei fattori che finora stanno limitando lo sviluppo del mercato dell’idrogeno verde. Per questo è necessario dotarsi di una strategia nazionale che indirizzi gli sforzi verso il consolidamento della filiera e il perseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione, senza distrarre risorse che possono essere sfruttate in modo più efficiente dal punto di vista energetico ed economico su altri fronti.