skip to Main Content

Energia

Green energy storage, Olanda finanzia ricerca italiana su batterie organiche

Green Energy Storage e il principale ente di sviluppo della ricerca in Olanda lavoreranno al progetto Colorflow, finalizzato a sviluppare nuovi materiali per batterie a flusso organiche focalizzate all’accumulo di energia elettrica   L’italiana Green Energy Storage, la start up guidata da Salvatore Pinto, che grazie ad un accordo in esclusiva per l’Europa con l’Università di Harvard, ha sviluppato un sistema…

Green Energy Storage e il principale ente di sviluppo della ricerca in Olanda lavoreranno al progetto Colorflow, finalizzato a sviluppare nuovi materiali per batterie a flusso organiche focalizzate all’accumulo di energia elettrica

 

Litaliana Green Energy Storage, la start up guidata da Salvatore Pinto, che grazie ad un accordo in esclusiva per l’Europa con l’Università di Harvard, ha sviluppato un sistema di accumulo organico per le energie rinnovabili basato sul chinone, molecola presente nel rabarbaro ed in altre piante, e che si può produrre anche in via sintetica, ha siglato una partnership con il Centro di ricerca olandese sull’energia Differ (Dutch Institute for fundamental energy research). Le due realtà hanno avuto accesso ad un finanziamento da parte del principale ente di sviluppo della ricerca in Olanda, Nwo (Netherlands Organisation for Scientific Research) per la ricerca nel campo delle batterie: insieme lavoreranno al progetto Colorflow, finalizzato a sviluppare nuovi materiali per batterie a flusso organiche focalizzate all’accumulo di energia elettrica.

Colorflow sarà un progetto di ricerca molto interessante e originale: partendo da un database di composti coloranti per il settore alimentare, stabili nel comportamento chimico, verrà messo in piedi un processo di selezione di una serie di migliori candidati tramite tecniche di chimica computazionale. Le proprietà chiave saranno indagate per identificare il miglior abbinamento alla tecnologia delle batterie a flusso. L’obiettivo del progetto è arrivare a validare materiali organici a maggior densità di energia e alta stabilità chimica, necessaria per garantire lunga durata alle batterie nei cicli di carica e scarica, con un target sopra le 10.000 ore.

La ricerca sarà condotta in collaborazione tra il team di ricerca di Green Energy Storage e il gruppo di scienziati del Differ, coordinati da Süleyman Er. “Questo progetto”, dice Ilaria Pucher, responsabile della ricerca in Green Energy Storage, “permetterà all’azienda di focalizzare lo sviluppo delle chimiche organiche e di effettuare una ricerca che permetta di migliorare il profilo ‘green’ dell’azienda”.

Green Energy Storage metterà quindi a disposizione i propri laboratori di ricerca per validare sperimentalmente la qualità e le performance reali delle chimiche identificate. A valle della ricerca, Green energy storage potrà contare su materiali di nuova generazione, che si inseriscono in maniera congrua all’interno del piano di sviluppo aziendale.

Green Energy Storage, che si avvale di manager e imprenditori con esperienza trentennale e si avvale di un comitato scientifico composto da professori di Università di Harvard, Università di Roma Tor Vergata e Fondazione Bruno Kessler,  ha raccolto anche finanziamenti dall’Unione Europea, grazie al bando di Horizon 2020; ha siglato accordi di test con Sorgenia e Romande Energie. 

I sistemi di accumulo progettati da Green Energy Storage fanno sì che l’energia prodotta da fonti rinnovabili possa essere utilizzata con flessibilità, risolvendo la non programmabilità di queste fonti e riducendo i costi. Le batterie fluide prodotte da Green Energy Storage sono diverse dalle batterie tradizionali basate sul litio: infatti sono utilizzate su impianti di grande scala, hanno costi minori, standard di sicurezza maggiori ed hanno un impatto minimo sull’ambiente.

 

Back To Top