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Granholm

Tutti gli schiaffi degli Usa all’Europa sull’export di carburante

In una lettera ottenuta dal Wall Street Journal, la segretaria dell'Energia degli Stati Uniti chiede alle aziende americane di limitare l'export di carburante per dare priorità al riempimento degli stoccaggi. Tutti i dettagli.

 

La settimana scorsa la segretaria dell’Energia degli Stati Uniti, Jennifer Granholm, ha inviato una lettera alle sette principali società americane di raffinazione petrolifera per chiedere loro di limitare le esportazioni di carburante.

LE SCORTE DI CARBURANTE NELLA COSTA EST

Il documento non è stato reso pubblico dall’amministrazione di Joe Biden, ma il Wall Street Journal ne ha ottenuto una copia. Nella lettera la segretaria scrive che nella costa est degli Stati Uniti le scorte di benzina sono ai minimi da quasi dieci anni, mentre quelle di gasolio sono di circa il 50 per cento sotto la media degli ultimi cinque anni.

COSA SCRIVE GRANHOLM

“Dato il livello storico delle esportazioni statunitensi di prodotti raffinati”, scrive Granholm, “vi invito ancora una volta a concentrarvi nel breve termine sulla creazione di scorte negli Stati Uniti, piuttosto che sulla vendita delle scorte attuali e sull’ulteriore aumento delle esportazioni”.

Poi aggiunge: “ci auguriamo che le aziende affrontino in modo proattivo questa necessità. Se così non fosse, l’amministrazione dovrà prendere in considerazione ulteriori requisiti federali o altre misure di emergenza”.

LA SEGRETARIA MINACCIA LE AZIENDE?

Il Wall Street Journal paragona le parole della segretaria a delle minacce. E ricorda di quando lo scorso giugno Biden chiese alle raffinerie di abbassare immediatamente i prezzi della benzina, come a imporre la volontà politica sopra il libero mercato.

I prezzi della benzina nel paese sono scesi oggi a 3,88 dollari al gallone contro i 5 dollari della metà di giugno, ma le ragioni stanno nel calo globale della domanda di carburante (visto il prezzo elevato) e di petrolio greggio, fattosi più costoso nel mondo dato il rafforzamento del dollaro.

COSA PREOCCUPA BIDEN

Anche se gli americani stanno guidando di meno, scrive il Wall Street Journal, gli stoccaggi sono su livelli bassi e si sta avvicinando la stagione degli uragani, quando è probabile che le raffinerie sulla costa del Golfo vengano danneggiate e costrette alla chiusura. L’amministrazione Biden – stando alla ricostruzione del quotidiano finanziario – teme che un calo della capacità di raffinazione possa provocare un aumento dei prezzi della benzina e creare un danno politico al presidente e al Partito democratico in vista delle elezioni di novembre.

I PROBLEMI ENERGETICI DEL NORTHEAST

Secondo il Wall Street Journal “il problema non sono le esportazioni” ma “l’assalto politico e regolatorio alla produzione e alla raffinazione statunitense”. La chiusura della raffineria Philadelphia Energy Solutions nel 2019, dopo un’esplosione, ha lasciato il Nordest americano senza una capacità di raffinazione di 335mila barili al giorno, rendendo la regione maggiormente dipendente dalle raffinerie sulla costa del Golfo o da quelle straniere.

Il quotidiano scrive poi che i livelli di stoccaggio di carburante nel Nordest sarebbero molto più alti se lo stato di New York non avesse portato avanti una campagna di ostruzione dei gasdotti, che hanno reso la regione più dipendente dal petrolio per il soddisfacimento del fabbisogno energetico: un abitante del New England su tre utilizza ancora il petrolio per riscaldare la sua abitazione; ad agosto lo stato di New York ha generato più elettricità dal petrolio che dall’eolico o dal solare.

“UNO SCHIAFFO IN FACCIA AGLI ALLEATI EUROPEI”

La lettera di Granholm rappresenterebbe inoltre – secondo il quotidiano – “uno schiaffo in faccia agli alleati europei” che stanno cercando di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia: quello russo rappresenta il 30 per cento del petrolio importato dall’Unione europea.

La crisi europea è legata però innanzitutto alle forniture di gas naturale (Mosca, ancora, vale il 40 per cento del totale importato). Le aziende americane stanno effettivamente aumentando molto le esportazioni di gas liquefatto verso il continente per approfittare dei prezzi altissimi, contribuendo alla crescita dei prezzi del gas negli Stati Uniti.

Il Wall Street Journal fa notare come alcuni paesi europei stiano ripiegando sul gasolio, avendo difficoltà ad approvvigionarsi di gas.

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