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Rigassificatore Germania

Come la Germania si tufferà sul Gnl

La Germania vuole dotarsi di rigassificatori per il Gnl in tempi rapidi per distaccarsi dalla Russia. Tutti i dettagli.

La Germania sta accelerando i piani per la costruzione di terminali per l’importazione di gas liquefatto – al momento non ne possiede – con l’obiettivo di ridurre in tempi brevi la pesante dipendenza energetica dalla Russia.

IL DISEGNO DI LEGGE

Ieri il gabinetto di governo – come riporta da Berlino l’agenzia di stampa Energia Oltre – ha varato un disegno di legge per velocizzare la costruzione di terminali per il gas liquefatto (GNL) sia fissi che galleggianti, oltre che dei gasdotti necessari a collegare gli impianti alla rete.

La proposta arriverà nei prossimi giorni al parlamento federale tedesco, il Bundestag, dove verrà discussa: per l’approvazione è necessario il voto favorevole di entrambe le camere; il governo conta di ottenerla entro l’estate.

Il governo tedesco ha stanziato 2,94 miliardi di euro per l’ottenimento di unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione del combustibile liquefatto.

COSA LA FA LA GERMANIA SUL GNL

Nel concreto, sono già partiti i lavori per il primo terminale galleggiante di rigassificazione di GNL a Wilhelmshaven, sulla costa del mare del Nord, dalla capacità annua di 7,5 miliardi di metri cubi.

Il ministro dell’Economia e del Clima, Robert Habeck, ha assicurato che l’impianto entrerà in funzione in tempi brevi, entro il prossimo inverno o forse addirittura entro la fine del 2022. “Sono opere per le quali in condizioni ordinarie ci vorrebbero cinque anni”, ha detto, “adesso lo completeremo alla velocità della luce”.

Di recente la banca statale tedesca KfW ha firmato un memorandum d’intesa con la società energetica olandese Gasunie per la costruzione di un terminale per il GNL a Brunsbüttel: sarà di proprietà sia tedesca che olandese e avrà una capacità di rigassificazione annua di otto miliardi di metri cubi. Nel 2021 la Germania ha importato 142 miliardi di metri cubi di gas, di cui circa un terzo dalla Russia.

Il terminale di Brunsbüttel probabilmente non entrerà in funzione prima del 2024, e dovrà superare tutta una serie di procedure burocratiche sia tedesche che europee. Il sito potrebbe tuttavia rimanere rilevante anche nel lungo termine – quando, cioè, la transizione energetica avrà preso piede e il ruolo del gas si sarà ridotto – perché potrebbe venire adattato all’importazione di ammoniaca e idrogeno (un combustibile che non rilascia gas serra e che è ottenibile anche dall’elettricità rinnovabile).

ACCORDI CON QATAR E CANADA

A marzo il ministro Habeck, in visita nella regione del Golfo, ha annunciato la firma di un accordo per la fornitura di GNL con la Qatar. Non ha fornito dettagli sui volumi e sul valore economico dell’intesa. Il 9 marzo scorso, dopo l’incontro a Berlino con il primo ministro canadese Justin Trudeau, il cancelliere Scholz ha fatto sapere di aver discusso di una maggiore cooperazione energetica con il Canada: il paese è il quarto maggiore produttore al mondo di petrolio e il sesto di gas naturale.

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