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Artico

Gazprom e non solo: tutti i piani energetici della Russia nell’Artico

Gazprom annuncia l'avvio della produzione di gas nell'Artico russo. La compagnia petrolifera Rosneft, invece, punta a trasportare il suo greggio in Asia attraverso le acque ghiacciate dell'estremo nord. Navigare i mari artici è davvero fattibile?

La società gasifera statale russa Gazprom ha annunciato oggi l’inizio della produzione nel giacimento di gas di Semakovskoye, nell’Artico. Il gas estratto viene pompato nella rete nazionale della Russia. La capacità produttiva del progetto, nella sua fase iniziale, sarà di 7,5 miliardi di metri cubi all’anno.

LA RUSSIA PUNTA SULL’ARTICO

Visto il forte calo delle vendite di gas naturale e petrolio in Europa, storicamente il suo mercato principale, la Russia sta cercando di riorientare le esportazioni di idrocarburi verso l’Asia, e in particolare la Cina.

– Leggi anche: La guerra in Ucraina sta sgasando Gazprom?

Per velocizzare le spedizioni di petrolio in Cina, in particolare, Mosca sta testando una rotta di navigazione passante per l’Artico, la cosiddetta “Rotta del mare del nord”.

Il mese scorso la petroliera rompighiaccio Vasily Dinkov si è avviata lungo questa tratta con a bordo un modesto carico di greggio destinato alla Cina: dal porto di Murmansk, nella Russia nord-occidentale, ha percorso la costa settentrionale del paese e attraversato lo stretto di Bering (quello che separa l’est russo dall’Alaska statunitense) fino a raggiungere il porto cinese di Rizhao.

VANTAGGIO DI TEMPO

È il percorso più breve – circa 5300 chilometri, per una ventina di giorni di viaggio – tra l’Europa e l’Asia orientale: una nave russa diretta in Cina che passasse per il canale di Suez impiegherebbe il doppio del tempo. Le condizioni di navigazione nell’Artico sono però estremamente difficili, tra iceberg e temperature bassissime.

NAVIGARE NELL’ARTICO È FATTIBILE?

Non è chiaro, scrive Bloomberg, se la Russia riuscirà a superare queste difficoltà logistiche e a fare della Rotta del mare del nord una tratta conveniente per le esportazioni petrolifere in Cina e nel resto d’Asia. Le mancano le navi cisterna, innanzitutto: quelle attrezzate a rompighiaccio come la Vasily Dinkov, e dunque in grado di affrontare un viaggio simile, sono appena otto.

Il commercio passante per l’Artico, dunque, potrebbe raggiungere volumi rilevanti solo d’estate, quando le condizioni climatiche sono migliori.

Quello del mese scorso, del resto, è stato solo il secondo carico di greggio russo ad aver percorso la Rotta del mare del nord: il primo passaggio risale al 2019.

COSA VUOLE FARE ROSNEFT

La compagnia statale Rosneft sta portando avanti un progetto petrolifero nell’estremo nord russo: chiamato Vostok Oil, si compone di diversi giacimenti di petrolio e dovrebbe arrivare a una produzione di 500.000 barili al giorno entro il 2024.

Secondo Rosneft, grazie alla costruzione (in corso) di un terminale nella baia di Sever, il greggio estratto dai campi di Vostok Oil potrà venire commercializzato attraverso la Rotta del mare del nord.

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