La settimana scorsa l’Arera, l’autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente, ha fatto sapere che nel 2022 Snam (la società che gestisce la rete italiana del gas) e il Gse (Gestore dei servizi energetici) hanno subìto minusvalenze potenziali per l’acquisto di gas naturale da destinare allo stoccaggio.
Il gas è stato comprato nell’estate 2022 a prezzi altissimi pur di evitare carenze di combustibile nell’inverno seguente: uno scenario che si riteneva possibile, vista la compromissione dei rapporti con la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Quando però quel gas è stato rivenduto a prezzi molto più bassi di quelli d’acquisto, Snam e il Gse hanno riportato perdite miliardarie. Che lo stato dovrà ripianare, ha ricordato Arera.
Il maggiore azionista di Snam (31,4 per cento) è Cdp Reti, che fa capo a sua volta al ministero dell’Economia; il Gse è controllato direttamente dal ministero dell’Economia.
Dal gruppo Snam si fa comunque notare che “l’aver comprato all’incirca 3 miliardi di metri cubi di gas ha avuto un effetto calmierante su tutto il sistema gas nazionale e su tutta la domanda di famiglie e imprese, pari lo scorso anno a circa 68 miliardi di metri cubi. Un beneficio assai superiore”.
Ecco fatti, approfondimenti e la spiegazione di Snam.
COSA HA DETTO ARERA
Con la legge di bilancio 2023 il governo ha stanziato 802 milioni per coprire le perdite (minusvalenze, tecnicamente) generate dalla vendita di gas a prezzi molto più bassi di quelli di acquisto.
Già a giugno Arera aveva spiegato a MF-Milano Finanza che “la compensazione finanziaria del governo destinata alla copertura delle minusvalenze di Snam e GSE non sia sufficiente”, e che lo stato dovrà stanziare ulteriori risorse per chiudere il deficit nel bilancio delle due società; deficit che, di fatto, ha creato. “Sono emerse rilevanti minusvalenze legate alle significative differenze tra il prezzo di acquisto, molto elevato, e quello realizzato o previsto di vendita del medesimo gas, molto inferiore in seguito all’allentamento delle tensioni sui prezzi delle commodity energetiche registrato e previsto nel 2023”, aveva spiegato l’autorità.
IL RUOLO DEL GOVERNO DRAGHI NELLA CORSA AL GAS
L’allora governo di Mario Draghi temeva di non poter garantire la sicurezza energetica italiana durante i mesi invernali, e così chiese a Snam e GSE di acquistare gas sul mercato per riempire le scorte. “Grazie a questo provvedimento è stato possibile colmare i bacini fino al 93% della loro capacità, ma si è anche contribuito ad amplificare i comportamenti opportunistici degli speculatori”, scrivono Andrea Greco e Giuseppe Oddo nel nuovo libro L’arma del gas. Nell’agosto del 2022 i prezzi europei del gas superarono i 300 euro al megawattora; un anno prima era a circa 50 €/MWh.
“Il risultato è stato che, quando il metano degli stoccaggi, pagato tra 100 e 300 euro al MWh, è stato rimesso sul mercato, il Gse e la Snam hanno recuperato cifre fino a sette volte inferiori, con minusvalenze di centinaia di milioni”, proseguono i due giornalisti.
LA SPIEGAZIONE DEL GRUPPO SNAM
La decisione dello scorso anno di riempire gli stoccaggi è stata disposta dal Rregolamento europeo sulla sicurezza degli approvvigionamenti e tutti gli stati membri erano tenuti ad adempiere, ricorda il gruppo Snam. Che aggiunge: “in quel frangente per gli operatori commerciali (le aziende che comprano e vendono gas) il riempimento degli stoccaggi risultava insostenibile a causa dei prezzi di acquisto già troppo alti e non contrattualizzabili con vendite a termine, vista l’assenza di una domanda a condizioni così onerose (prezzi elevati ed elevato onere delle garanzie finanziarie)”.
Inoltre, nonostante le iniziative delle istituzioni per incentivare gli operatori commerciali ad acquistare gas per immetterlo negli stoccaggi (premi di giacenza e aste a base zero), “il raggiungimento degli obiettivi Ue sarebbe stato compromesso. Il sistema nazionale era esposto al rischio di non coprire la domanda di famiglie e imprese”.
Snam, in sostanza, è stata chiamata dal governo a un intervento di ultima istanza per colmare la differenza. “Gli acquisti non sono avvenuti a ‘qualunque prezzo’ bensì a prezzi in linea con le quotazioni spot del PSV italiano e degli altri hub continentali, e con quantitativi marginali rispetto alla dimensione generale del mercato europeo”, fa notare il gruppo.
Infine, il riempimento degli stoccaggi non solo ha garantito la disponibilità fisica del gas “ma ha avuto rilevanti effetti di stabilizzazione dei prezzi, che da dicembre 2022, una volta ricostituite le scorte, sono ritornati sotto 100 euro/MWh scendendo fino a 30 euro/MWh nel corso dell’ultimo riempimento estivo 2023”.
In sintesi, Snam sostiene che l’acquisto di circa 3 miliardi di metri cubi di gas abbia avuto un effetto calmierante su tutto il sistema gas nazionale e su tutta la domanda di famiglie e imprese, pari lo scorso anno a circa 68 miliardi di metri cubi.