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G7 Clima

Cosa c’è (e non c’è) su clima, energia e decarbonizzazione nel comunicato del G7

Sul clima e la "finanza verde", il comunicato del G7 è generico. L'articolo di Marco Dell'Aguzzo

 

Il comunicato congiunto dei leader del G7, riunitisi in Cornovaglia da venerdì a domenica scorsa, contiene indicazioni piuttosto generiche sull’azione climatica, oltre che riconferme di obiettivi già fissati in altre sedi.

I sette membri del gruppo hanno infatti ribadito la loro adesione all’accordo di Parigi (per limitare l’aumento della temperatura terrestre entro gli 1,5 °C) e l’impegno comune all’azzeramento netto delle emissioni di gas serra entro il 2050 (la cosiddetta “neutralità carbonica”).

A questo proposito, nel documento si legge che l’uso del carbone per la generazione di elettricità è la causa principale delle emissioni di gas serra e dunque del riscaldamento globale. Eppure non viene indicata una data ultima per l’utilizzo di questo combustibile.

CONVINCERE GLI ALTRI (E LA CINA)

Il G7 ha promesso di eliminare i sussidi alle fonti fossili entro il 2025 e di terminare, entro il 2022, i finanziamenti internazionali ai progetti sul carbone sprovvisti di tecnologie per la cattura e lo stoccaggio delle emissioni di CO2.

Ma se – come ha scritto il New York Timesle economie avanzate non si accorderanno su una data precisa per il phase-out del carbone, a risentirne sarà la loro capacità di convincere gli altri a fare lo stesso. La Cina, in particolare, è il maggiore emettitore del pianeta (vale da sola quasi il 30 per cento del totale mondiale; i paesi del G7 circa il 25 per cento) e il carbone rappresenta il 56 per cento del suo consumo energetico.

100 MILIARDI PER I PAESI EMERGENTI, MA…

Il G7 si è impegnato a mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno da fonti pubbliche e private, fino al 2025, per aiutare i paesi in via di sviluppo a distaccarsi dalle fonti fossili, favorire la transizione verso le rinnovabili come l’eolico e il solare e mitigare gli impatti del cambiamento climatico.

Come nota però Axios, l’annuncio risale al 2015 e finora non si è materializzato.

Anche gli inviti alla “finanza climatica”, ovvero gli investimenti a sostegno della transizione energetica, sono sprovvisti di dettagli. E non è chiaro verso quali risorse, strutture, tecnologie e iniziative dovrebbero rivolgersi i finanziamenti.

NIENTE TERMINE ULTIMO PER LE VENDITE DI AUTO A BENZINA

Nel comunicato i paesi del gruppo ribadiscono poi il loro impegno per la mobilità a zero emissioni di carbonio – non solo automobili, ma anche treni, navi e aerei -, che richiederà l’installazione di infrastrutture come i punti di ricarica per le auto elettriche e le stazioni di rifornimento per i veicoli a idrogeno.

Non viene tuttavia stabilita una data ultima comune per il divieto di vendita di nuove automobili a benzina e gasolio, ma solo la volontà di “accelerare la transizione” da questi veicoli.

COSA HA DETTO IL G7 SU INDUSTRIE PESANTI ED EFFICIENZA ENERGETICA

Per la decarbonizzazione delle industrie energivore difficilmente elettrificabili, come il settore siderurgico e petrolchimico, viene invece sottolineata la necessità di innovazioni tecnologiche (idrogeno, batterie migliori, cattura del carbonio, nucleare), di regolazioni normative e di finanziamenti. In questo senso, il lancio della G7 Industrial Decarbonisation Agenda dovrebbe favorire un coordinamento tra i membri del gruppo.

In quanto all’efficienza energetica degli edifici, nel testo si parla della “necessità di un urgente cambio di passo” nel dispiegamento di sistemi rinnovabili per il riscaldamento e il raffrescamento che siano alimentati da fonti rinnovabili e che permettano di ridurre il consumo di energia.

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