La società di infrastrutture energetiche Saipem ha annunciato ieri la firma di un accordo di fusione con Subsea7, azienda lussemburghese-britannica (ma di origine norvegese) attiva nello stesso settore.
La società risultante dalla fusione, di cui si parla da anni, si chiamerà Saipem7: sulla base dei risultati aggregati delle due componenti, avrà ricavi per circa 21 miliardi di euro, un portafoglio ordini di 43 miliardi e genererà un flusso di cassa libero di oltre 800 milioni.
CHI SONO GLI AZIONISTI
I maggiori azionisti di Saipem sono Eni con il 21,1 per cento del capitale, la holding di Cassa depositi e prestiti Cdp Equity con il 12,8 per cento e la società statunitense di gestione degli investimenti BlackRock con il 4,9 per cento.
Gli azionisti principali di Subsea7, invece, sono il gruppo norvegese Siem Industries con il 24 per cento e il fondo pensionistico norvegese Folketrygdfondet con oltre il 9 per cento. Tra gli investitori compare anche BlackRock, con una quota del 3,5 per cento.
Una volta perfezionata la fusione, entro la seconda metà del 2026, gli azionisti di Saipem e Subsea7 deterranno in misura paritetica il 50 per cento del capitale sociale della nuova entità. Nello specifico, Siem Industries avrà una quota dell’11,8 per cento, Eni avrà il 10,6 per cento e Cdp Equity il 6,4 per cento.
SAIPEM7: LA SEDE E IL MANAGEMENT
Saipem7 avrà sede legale in Italia e sede centrale a Milano; le sue azioni saranno quotate sia sulla borsa italiana che su quella norvegese di Oslo.
Il patto parasociale firmato da Eni, Cdp Equity e Siem Industries prevede che l’amministratore delegato di Saipem7 venga nominato dalla parte italiana e il presidente da quella norvegese: le due cariche saranno occupate, rispettivamente, da Alessandro Puliti (l’attuale amministratore delegato di Saipem) e da Kristian Siem (presidente di Subsea7). Puliti, inoltre, sarà presidente della controllata specializzata nelle costruzioni offshore: si chiamerà “Subsea7, a Saipem7 Company” e l’amministratore delegato sarà John Evans, già amministratore delegato di Subsea7.
LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
Saipem7 sarà articolata in quattro divisioni: una dedicata alle costruzioni offshore, cioè in mare (Offshore Engineering & Construction), una alle costruzioni onshore, a terra (Onshore Engineering & Construction), una alle infrastrutture sostenibili (Sustainable Infrastructures) e l’ultima alle attività di trivellazione in mare (Drilling Offshore).
Delle quattro, la più rilevante è la Offshore Engineering & Construction, che infatti – come accennato – sarà organizzata in una società con autonomia operativa propria, chiamata “Subsea7, a Saipem7 Company” e guidata dall’amministratore delegato di Subsea7. Questa controllata “rappresenterà circa l’84% dell’Ebitda del Gruppo calcolato sui 12 mesi precedenti al 31 dicembre 2024”, si legge nel comunicato stampa.
LA REAZIONE DEL MERCATO
Gli analisti di mercato hanno reagito positivamente alla fusione: mentre però il titolo di Subsea7 è cresciuto del 2,5 per cento alla borsa di Oslo, quello di Saipem ha perso il 2,5 per cento alla borsa di Milano. Il calo sembra essere dovuto alle previsioni sui risultati per l’intero 2025, leggermente inferiori alle stime degli osservatori (i ricavi saranno di 15 miliardi di euro anziché di 15,2 miliardi, ad esempio). Anche gli utili riportati nel secondo trimestre sono stati più bassi delle attese.
“Sebbene gli utili siano stati inferiori alle previsioni”, ha scritto la banca Citi in una nota, “la conversione di cassa è rimasta solida e posiziona il quadro finanziario in modo positivo in vista della fusione con Subsea7”. E ancora: “riteniamo che la fusione con Subsea7 offra un credibile aumento di valore come operatore offshore integrato”.