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Fusione

Il reattore sperimentale Jet ci porta più vicini alla fusione nucleare?

Il reattore sperimentale europeo Jet ha generato una quantità di energia che potrebbe rendere più vicina la commercializzazione della fusione nucleare. Tutti i dettagli

Svolta nella ricerca sulla fusione nucleare, l’energia pulita del futuro che imita quanto avviene nel cuore delle stelle.

Il reattore sperimentale europeo Jet (Joint European Torus ad Oxford) ha generato energia pari a 59 megajoule a intervalli di 5 secondi, equivalente a 11 megawatt.

È il doppio di quella ottenuta 25 anni fa dalla stessa macchina. Lo rende noto la stessa Jet, in collaborazione con l’Istituto tedesco Max Planck per la fisica del plasma.

Il risultato è stato ottenuto modificando il reattore per renderlo più simile alle future condizioni di Iter, il reattore sperimentale che dovrà dare la risposta sulla fattibilità della fusione. E’ quanto è emerso da una conferenza stampa che si è tenuta nel sito di Ukaea-J1 Assembly Hall, a Culham, nel Regno Unito

Il risultato della ricerca di Eurofusion mostra le potenzialità della fusione nella produzione di energia. A sottolinearlo sono stati gli scienziati di Eurofusion, Enea, Cnr e Consorzio Rfx al termine della conferenza, in cui sono stati annunciati gli importanti risultati scientifici ottenuti nell’esperimento europeo, che ha visto in prima fila anche la ricerca italiana.

Maria Chiara Carrozza, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha detto: “I risultati che oggi vengono annunciati attestano il raggiungimento di un obiettivo estremamente importante, la conferma sperimentale su JET che in una configurazione tokamak è possibile ottenere elettricità da fusione, e sono un passo cruciale verso la produzione in futuro di energia abbondante ed eco-sostenibile. Il record di 59 megajoule di energia da fusione ottenuto su JET è un successo tutto europeo, un risultato chiave che dà forza a ITER e alla Roadmap europea sulla fusione.

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche svolge ricerche sulla fusione fin dagli anni ’60, pienamente inserito nel Programma Europeo, e ha contribuito a questo successo principalmente con l’attività dell’Istituto per la Scienza e Tecnologia dei Plasmi – CNR-ISTP – e con la partecipazione al Consorzio RFX, conducendo esperimenti su temi chiave dei plasmi igniti e implementando essenziali sistemi diagnostici”.

Secondo Alessandro Dodaro, Programme Manager del Gruppo di Ricerca italiano in ambito Eurofusion e Direttore del Dipartimento Fusione e tecnologie per la sicurezza nucleare di Enea, “Questo record potrà convincere anche i più scettici che, condividendo competenze e risorse, il cammino che porterà alla fusione come fonte energetica si è fatto più breve”.

Gilberto Dialuce, presidente dell’ENEA , sottolinea i risultati raggiunti: “Siamo particolarmente orgogliosi dei nostri ricercatori che hanno lavorato alla preparazione e all’esecuzione degli esperimenti e all’analisi dei dati coordinando anche il team europeo che ha studiato gli aspetti tecnologici delle operazioni in deuterio-trizio, fondamentali in vista del progetto ITER, in via di realizzazione in Francia. Questo contributo si colloca nel solco di una lunga tradizione che ha visto ENEA tra i maggiori e più qualificati contributori di JET. Il progetto ITER, i risultati ottenuti su JET sono un forte elemento di fiducia nel fatto che siamo sulla strada giusta nel percorso verso la dimostrazione della piena potenza di fusione”.

La fusione è “il processo che alimenta le stelle, come il nostro Sole, e promette, nel lungo termine, di essere una fonte di elettricità quasi illimitata, utilizzando piccole quantità di combustibile reperibili ovunque sulla terra, da materie prime poco costose”. Spiega Dialuce. Il processo di fusione “unisce, fino a fondersi ad altissima temperatura, nuclei di elementi leggeri come l’idrogeno, che si trasformano in elio, rilasciando una quantità enorme di energia sotto forma di calore. La fusione è intrinsecamente sicura perché per sua natura non può innescare processi incontrollati”.

(Articolo pubblicato su Rai News, qui la versione originale)

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