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Gedi Elkann

Ecco come Exor di Elkann farà affari con l’uranio in Canada

Elkann ha detto che gli investimenti nell'uranio hanno dato un contributo importante alla performance di Exor nel 2021. Ecco chi sono le società (canadesi) di cui Exor è azionista e cosa fanno.

In una lettera agli azionisti di Exor – la holding che possiede quote rilevantissime in Stellantis, Juventus, Ferrari e nel gruppo editoriale Gedi -, il presidente John Elkann ha spiegato che “l’uranio ha rappresentato uno dei maggiori contributi positivi alla nostra performance nel 2021”, grazie soprattutto alle società canadesi Cameco e NexGen Energy.

Cameco – si legge nella lettera – è la più grande società indipendente quotata che si occupa di uranio; NexGen, invece, sta sviluppando “il più grande progetto di uranio a basso costo al mondo”.

COSA HA DETTO ELKANN

“Crediamo”, ha dichiarato Elkann, “che l’energia nucleare sarà fondamentale per affrontare la triplice sfida di ridurre la scarsità energetica, elettrificare le applicazioni industriali e sostituire i combustibili fossili. Poiche’ gli impianti nucleari forniscono energia affidabile e carbon-free, sono il complemento ideale a fonti di energia rinnovabile intermittenti come il solare e l’eolico”, che dipendono dal meteo – sole e vento, rispettivamente – per la generazione energetica.

“Se da un lato la domanda di uranio è più brillante che mai”, sostiene, “dall’altro lato l’industria presenta un deficit strutturale dell’offerta. Un decennio di prezzi bassi ha costretto i produttori a ridurre drasticamente gli investimenti sia nella produzione che nella ricerca di nuovi giacimenti”. Il tema, in realtà, tocca l’intero settore minerario: dopo il crollo dei prezzi delle materie prime della metà degli anni 2010, infatti, molte società estrattive hanno ridotto gli investimenti e i loro azionisti – interessati ai dividendi – sono spesso contrari alla spesa in nuova capacità produttiva, preferendo al contrario il perseguimento del rigore di bilancio.

Come quelli di molte altre materie prime, anche i prezzi dell’uranio – il combustibile principale dei reattori nucleari a fissione – sono cresciuti moltissimo negli ultimi tempi: sia per il suo ruolo nella transizione energetica, sia per l’impatto della guerra in Ucraina sulle filiere. “A nostro parere”, ha specificato però Elkann, “i prezzi dovranno aumentare ulteriormente per incentivare i nuovi progetti, a beneficio quindi dei nostri investimenti che godono di notevoli riserve a basso costo”.

RUSSIA E CANADA

La Russia produce, da sola, circa il 35 per cento dell’offerta globale di uranio arricchito per i reattori, stando ai dati elaborati da UxC LLC e ripresi da Bloomberg. Quanto all’uranio grezzo, il maggiore produttore è invece il Kazakistan.

Jonathan Wilkinson, ministro delle Risorse naturali del Canada, un altro estrattore di peso, ha detto di essere stato contattato da altri paesi interessati a garantirsi forniture stabili di uranio, vista la crisi con la Russia.

IL RUOLO DI CAMECO

La canadese Cameco, di cui Exor è azionista, è la principale società estrattiva di uranio del Nordamerica. Raggiunta da Bloomberg il mese scorso, ha però specificato di non avere intenzione di aumentare la produzione rispetto ai livelli previsti: al contrario, intende seguire una linea di supply discipline, ovvero di limitazione volontaria dell’output dei suoi progetti.

Cameco, comunque, ha detto di essere in una “posizione molto forte” per offrire alle aziende energetiche delle forniture di uranio alternative alla Russia.

GLI AZIONISTI E I PROGETTI

Presidente e amministratore delegato di Cameco è Timothy Gitzel. La società ha sede nel Saskatchewan, una provincia del Canada occidentale. Le sue entrate al 31 dicembre scorso ammontavano a 1474,98 milioni di dollari canadesi. I maggiori azionisti istituzionali sono le società di investimenti T. Rowe Price, William Blair e Vanguard Group, con quote rispettivamente del 4,3 per cento, del 3,3 per cento e del 3,1 per cento. Exor ha una quota del 2,4 per cento.

I progetti sull’uranio di Cameco sono tre: due nell’Australia occidentale (Yeelirrie e Kintyre) e uno in Canada, nel bacino di Athabasca nel Saskatchewan (Millennium). Sul proprio sito la società fa sapere che le attività nei siti sono state ridotte e il loro ritmo dipenderà dai “segnali del mercato”.

Secondo le stime, Kintyre dovrebbe contenere 53,5 milioni di libbre di uranio, Yeelirrie altri 128 milioni e Millennium, invece, 53 milioni.

COSA FA NEXGEN ENERGY

Come Cameco, anche NexGen Energy è un’azienda canadese che si occupa di ricerca ed estrazione di uranio. La sua sede centrale è a Vancouver, in Canada, ma è presente anche nel Saskatchewan, dove opera. È quotata alla Toronto Stock Exchange e alla NYSE di New York. Il presidente e amministratore delegato è Leigh Curyer.

Il maggiore azionista di NexGen è il gruppo finanziario Mirae Asset Global Investments, con il 4 per cento.

L’azienda è focalizzata sullo sviluppo di Rook I. Il sito si trova – come Millennium di Cameco – nel bacino di Athabasca, nel Saskatchewan, ed è considerato un progetto a basso costo che dovrebbe garantire 29 milioni di tonnellate di uranio all’anno nei primi cinque anni.

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