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Ex Ilva

Ex Ilva, che cosa cambia dopo la sentenza del Consiglio di Stato

L'intervento del segretario generale Fim Cisl, Roberto Benaglia, e del segretario nazionale Fim Cisl, Valerio D’Alò, sulla situazione dell'ex Ilva

 

Ci auspichiamo che con la sentenza di oggi finisca una fase incerta e complicata che non ha certamente facilitato la discussione vera sulla prospettiva industriale e il rilancio di Taranto e soprattutto sulla transizione ecologica che deve diventare, assieme al piano in industriale, e alla garanzia occupazionale il tema centrale di un confronto che adesso deve ripartire urgentemente.

Oggi è stata pubblicata la sentenza del Consiglio di Stato che di fatto “annulla l’ordinanza contingibile e urgente n.15 del 27 febbraio2020, e la nota n.173, del 29 marzo 2020, del Comune di Taranto. Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta) ha stabilito che l’area a caldo dell’ex Ilva di Taranto non dovrà essere spenta.

Occorre ora recuperare il troppo tempo perso, attraverso atti concreti che consentano il rilancio del gruppo Acciaierie d’Italia – proseguono i due sindacalisti – ci aspettiamo quindi dall’azienda, da subito, responsabilità e capacità di indirizzare le scelte d’investimento con priorità sulla valorizzazione e salvaguardia dell’occupazione.

Dal Governo l’attenzione per una strategia industriale sulla siderurgia sostenibile che tenga conto della strategicità per l’Italia, di mantenere sull’acciaio una sovranità industriale. Per questo, sono necessari fatti concreti e risultati a partire dagli investimenti e dall’entrata definitiva e maggioritaria dello Stato dentro il capitale di Acciaierie d’Italia a cui si sommi, un concreto impegno che dia garanzia sul fronte occupazionale, anche per i lavoratori Ilva in amministrazione straordinaria.

È necessario dar vita subito, al piano di potenziamento produttivo che soddisfi la grande richiesta di acciaio in atto e tutte quelle manutenzioni necessarie per riattivare gli impianti in sicurezza e riassorbire al più presto i troppi lavoratori in cassa integrazione per questo dobbiamo riprendere immediatamente il confronto sindacale sulle scelte di un piano industriale che coniughi salute, ambiente e lavoro. I lavoratori e la città sono allo stremo serve ridare una prospettiva di lavoro e futuro dove ambiente, salute e lavoro non siano in conflitto tra loro. È importante aprire un dialogo sociale proficuo e responsabile con il governo ma anche col territorio.

Da qui la nostra richiesta al governo affinché riattivi quanto prima il tavolo ministeriale su Acciaierie D’Italia condizione necessaria per il rilancio definitivo del polo siderurgico.

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