In assenza di nuovi incentivi la potenza eolica in Italia potrebbe scendere a 7mila MW, sotto l’obiettivo fissato per il 2020. Il rinnovamento del parco eolico esistente, però, può fare la differenza, per l’ambiente e per i cittadini
Il rinnovamento del parco eolico italiano, abbinato alla nuova capacità installata, potrebbe portare ai consumatori di energia risparmi pari a un totale di 6,6 miliardi di euro dal 2018 al 2030, grazie alla possibile riduzione del Prezzo Unico Nazionale dell’energia. Viceversa, in caso di assenza di specifiche misure per l’eolico, anche a causa delle dismissioni che avverranno tra il 20° ed il 25° anno di vita degli impianti, al 2030 la potenza installata potrebbe ridursi a 7 GW, persino al di sotto dell’obiettivo stabilito dal Piano d’Azione Nazionale per il 2020.

Il convegno dell’ANEV e di I-Com, organizzato proprio nel giorno in cui il Governo presenta il documento sulla SEN, Strategia Energetica Nazionale – strumento che definirà le linee programmatiche dello sviluppo energetico per i prossimi anni – ha messo in luce il potenziale che potrebbe derivare dal rinnovamento del parco eolico installato e discuterne i benefici ambientali ed economici per il Paese.
Alla conferenza hanno partecipato manager nazionali e internazionali, imprenditori e parlamentari, in particolare: Marina Sereni, Vice Presidente della Camera dei deputati, Giulio Volpi, Policy Officer Renewables and CCS policy della Commissione europea, Francesco Sperandini, Presidente e Amministratore delegato del GSE (Gestore dei servizi energetici), Stefano Besseghini, Amministratore delegato del RSE (Ricerca sul sistema energetico), Lucia Bormida, Chief Public Affairs & Communication Officer ERG e Marco Peruzzi, Presidente e2i.
Eolico: seconda fonte di energia rinnovabile in Ue
Secondo i dati presentati inizialmente da I-Com, con 154 GW complessivi, l’energia eolica rappresenta la seconda fonte per capacità installata nella UE 28 nel 2016, avendo superato nell’ordine il petrolio – ormai oltre 10 anni fa -, il nucleare, l’idroelettrico ed il carbone.

I benefici del rinnovamento del parco eolico esistente
eLeMenS stima che i benefici per i consumatori derivanti dalla possibile riduzione del PUN(Prezzo unico Nazionale), in esito agli investimenti in nuova capacità e al rinnovamento eolico degli impianti attuali, sarebbero al 2030 superiori a 1 miliardo di euro, di cui quasi 500 milioni attribuibili al solo rinnovamento. Viceversa, sempre secondo lo studio eLeMenS, in caso di assenza di specifiche misure per l’eolico (scenario inerziale), anche a causa delle dismissioni che avverranno tra il 20° ed il 25° anno di vita degli impianti, al 2030 la potenza installata potrebbe essere pari a 7 GW, addirittura sotto l’obiettivo stabilito dal PAN (Piano di Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili) per il 2020.

“Il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti deve passare da politiche intelligenti di sostegno alle tecnologie e alle soluzioni più efficaci, per questo dare spazio al rinnovamento eolico è una soluzione vincente sotto ogni punto di vista.” ha dichiarato il Presidente dell’ANEV Simone Togni. “Sostituire impianti obsoleti con tecnologie all’avanguardia – sempre secondo Togni – consente infatti di aumentare i benefici ambientali, riducendo l’impatto paesaggistico e sostenendo l’industria e l’occupazione nazionale”.
“Ci auguriamo che, anche grazie alla nuova SEN, si introducano elementi di semplificazione burocratica e amministrativa e si riservino al rinnovamento del parco eolico esistente una piccola parte delle risorse che si libereranno da qui al 2030 con il venir meno degli incentivi”, ha dichiarato Stefano da Empoli, presidente di I-Com.






