In un documento contenente le risposte alle domande pervenute prima dell’assemblea del 10 maggio, un azionista di Eni chiede alla società – controllata di fatto dal ministero dell’Economia – delucidazioni sul progetto di idrocarburi nelle acque del Congo.
“Come si conciliano”, domanda la Fondazione Finanza Etica, titolare di ottanta azioni, “il fermo proposito di contrarre il più possibile le importazioni di gas dalla Russia, allo scopo di allentare la dipendenza energetica da quel paese, e, dall’altro, le operazioni congiunte con la più importante compagnia petrolifera russa, Lukoil, per lo sfruttamento di idrocarburi in Congo?”.
L’OFFERTA LUKOIL-ENI PER DUE BLOCCHI IN CONGO
Fondazione Finanza Etica, che dichiara di esercitare “forme di pressione etica attraverso il diritto di voto” nei confronti delle società quotate in borsa, fa riferimento a due notizie dello scorso marzo.
La prima è del 17 marzo, data da Reuters. L’agenzia scriveva che l’offerta congiunta presentata da Eni e da Lukoil per i diritti su due blocchi offshore in Congo (Marine XXIV e Marine XXXI, nello specifico) stava “andando avanti”, anche perché la loro proposta era “l’unica sul tavolo”. Il processo di aggiudicazione risale al 2018, è stata sospesa nel 2020 e non si è ancora conclusa, spiegava a Reuters un portavoce di Eni. E precisava che la quota del co-offerente è inferiore al 33 per cento, in linea con il regime sanzionatorio imposto nei confronti della Russia per l’invasione dell’Ucraina.
A differenza di altre società energetiche russe, come ad esempio Gazprom Neft e Rosneft, Lukoil non è stata direttamente sanzionata dall’Europa.
L’AVVIO DELLA PRODUZIONE DA TANGO FLNG
Qualche giorno dopo, il 20 marzo 2023, il quotidiano energetico Staffetta Quotidiana ha scritto che nel dicembre prossimo dovrebbe partire la produzione dell’impianto di liquefazione del gas naturale Tango FLNG.
Eni aveva acquisito l’unità – dalla capacità di 600.000 tonnellate di gas liquefatto all’anno – nell’agosto 2022 per utilizzarla in Congo, nel blocco Marine XII.
Eni è operatore nel progetto Marine XII con il 65 per cento, mentre Lukoil detiene il 25 per cento.
LA RISPOSTA DI ENI
“Il progetto in Congo”, risponde Eni alla domanda di Fondazione Finanza Etica, “fa parte delle iniziative di Eni volte ad affrancare il nostro paese dalla dipendenza dalle importazioni russe, in coerenza con la strategia di diversificazione delle fonti di approvvigionamento”.
“Lukoil ha acquisito una partecipazione del 25% in Marine XII nel 2019”, aggiunge, “dalla società britannica New Age”.
Eni conclude ribadendo che “i blocchi Marine XXIV e Marine XXXI non sono stati assegnati a Eni e a Lukoil. Nel 2018 è stata effettuata un’offerta congiunta ed il processo di aggiudicazione è stato sospeso nel 2020 e non si è ancora completato. La quota del co-offerente è inferiore al limite dettato dal regime sanzionatorio applicabile”.
ENI E LUKOIL IN ISAB
Prima della vendita – pochi giorni fa – alla società di private equity cipriota G.O.I. Energy, Lukoil era la di fatto proprietaria della ISAB di Priolo Gargallo, una delle raffinerie più grandi d’Italia e del Mediterraneo.
Nel nuovo consiglio di amministrazione di ISAB siedono alcune figure legate sia a Eni che a Lukoil. Angelo Taraborrelli, presidente, ha lavorato a lungo in Eni e ne ha guidato diverse divisioni e società controllate. E Massimo Nicolazzi, consigliere, è stato prima manager di Eni (1987-1990) e poi di Lukoil (2001-2004).