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Libia Iraq

Che cosa farà Eni in Libia

Tutte le ultime novità per l'Eni in Libia dopo l'incontro mercoledì scorso tra Descalzi e Sarraj

 

L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha incontrato mercoledì scorso a Tripoli il primo ministro Fayez al-Sarraj e il presidente della National Oil Corporation (NOC: la compagnia petrolifera nazionale libica) per discutere – questo si legge sul comunicato ufficiale – “della situazione generale della Libia in questo periodo difficile”. Ma l’incontro è servito soprattutto a Descalzi per fare il punto sulle attività, presenti e future, di Eni nel Paese nordafricano.

GLI INTERESSI ELETTRICI DI ENI

Descalzi ha innanzitutto rassicurato al-Sarraj sulla volontà di Eni di continuare a supportare Tripoli per quanto riguarda l’accesso all’energia da parte della popolazione.

La guerra tra il governo tripolino e le milizie del generale Khalifa Haftar – la Cirenaica, ad est, è la sua roccaforte – si è ovviamente ripercossa sulle infrastrutture energetiche: i blackout sono frequenti, quando non giornalieri, e lunghi anche diverse ore.

Eni ha firmato un memorandum d’intesa con la General Electric Company of Libya (GECOL), la società elettrica nazionale libica, per la fornitura di pezzi di ricambio e per la formazione del personale. Eni offre anche supporto tecnico alla GECOL per migliorare l’operabilità della rete elettrica.

Ancora in fieri, invece, sono invece i progetti per la realizzazione di una centrale elettrica a gas e per l’introduzione delle energie rinnovabili.

L’AVANZATA DELLA TURCHIA

I già menzionati problemi di generazione elettrica nell’ovest della Libia hanno suscitato l’interesse anche della Turchia, principale alleata di al-Serraj: di fatto, è grazie proprio all’intervento di Ankara se il governo di Tripoli è riuscito a ribaltare gli equilibri di forza sul campo, che l’anno scorso pendevano dalla parte di Haftar.

La compagnia energetica turca Karadeniz Holding fa sapere a Reuters di avere intenzione di inviare un proprio team di esperti in Libia per negoziare un accordo per la fornitura di elettricità nella parte occidentale del Paese. La dichiarazione dell’azienda turca segue di un mese la visita a Tripoli di alcuni ministri turchi, che hanno discusso con il governo di al-Serraj di cooperazione in ambito energetico, edilizio e bancario.

Se la proposta di Karadeniz dovesse venire accolta, la compagnia potrebbe fornire elettricità alla Libia occidentale attraverso delle navi ancorate al largo dei porti di Tripoli, Homs e Misurata.

COSA SUCCEDE NEL SETTORE OIL & GAS

A Tripoli Descalzi ha discusso anche con Mustafa Sanalla, presidente di NOC. L’incontro si è incentrato sull’avanzamento del mega-progetto Structures A&E, che permetterà di aumentare la produzione del giacimento di gas Bahr Essalam, il più grande nell’offshore libico e situato a 120 chilometri a nord-ovest di Tripoli.

Il gas estratto da Bahr Essalam viene trattato negli impianti di Mellitah e di Sabratha, città che lo scorso aprile le forze di al-Sarraj hanno sottratto alle milizie di Haftar. Questo gas raggiunge anche l’Italia tramite il gasdotto Green Stream, che collega Mellitah a Gela, in Sicilia.

Oltre al gas c’è il petrolio: Eni è tra l’altro il principale produttore di idrocarburi in Libia, con circa 170mila barili di petrolio al giorno.

Eni e NOC hanno intenzione di potenziare lo sfruttamento del giacimento petrolifero offshore di Bouri nelle zone a nord e ad ovest. Bouri è il campo maggiormente produttivo di tutto il mar Mediterraneo: si stima che possa contenere 4,5 miliardi di barili di greggio e 3,5 trilioni di metri cubi di gas naturale associato.

Continuano i problemi, invece, a El Feel, il giacimento gestito da Eni e NOC che lo scorso novembre era stato colpito da un attacco aereo delle forze di Haftar. La produzione nel campo, dopo la riapertura il 7 giugno scorso, si è nuovamente bloccata pochi giorni dopo. El Feel si trova nel Murzuch, nel sud-ovest della Libia, e produce – in tempi normali – circa 70mila barili di petrolio al giorno.

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