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Eni Congo

Non solo Mubadala, cosa sta facendo Eni nel mondo su idrogeno e rinnovabili

Eni ha annunciato la firma di un memorandum con Mubadala Petroleum per la cooperazione sull'idrogeno e la cattura della CO2. Ma sono tanti gli accordi sulle energie pulite firmati negli ultimi mesi

Eni ha annunciato oggi la firma di un memorandum d’intesa con la società petrolifera emiratina Mubadala Petroleum sulla cooperazione nelle tecnologie per la transizione energetica, come l’idrogeno e la cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica.

La collaborazione, si legge nel comunicato stampa di Eni, riguarderà “potenziali opportunità congiunte” nelle aree di interesse delle due aziende: il Medio Oriente, il Nordafrica, il Sud-est asiatico e l’Europa.

LE DICHIARAZIONI

Mubadala Petroleum – una sussidiaria della Mubadala Investment Company, il fondo sovrano di Abu Dhabi – ha detto che l’accordo con Eni rientra nel “perseguimento di un portafoglio bilanciato sul gas come ponte verso le energie rinnovabili. Include anche investimenti in innovazione e tecnologia per far progredire la decarbonizzazione e supportare l’evoluzione del settore”.

Eni, attraverso l’amministratore delegato Claudio Descalzi, ha definito Mubadala Petroleum un “partner strategico” e dichiarato che “farà leva su tutte le sue tecnologie proprietarie, focalizzate sulla transizione energetica”.

LA TRANSIZIONE ENERGETICA DI ENI

Come molte altre compagnie petrolifere, specialmente europee, Eni ha preso l’impegno a raggiungere la neutralità carbonica (ovvero l’azzeramento netto delle emissioni di gas serra) entro il 2050. È un annuncio che risponde alla maggiore attenzione data alla sostenibilità sia dai governi che dagli investitori.

LA CAPACITÀ RINNOVABILE IN ITALIA

Allo storico focus sui combustibili fossili, Eni ha allora iniziato ad affiancare l’aumento di capacità energetica da fonti “pulite”, come l’eolico e il solare.

A luglio, ad esempio, la società ha acquistato tredici parchi eolici a terra in Italia da Glennmont Partners e da PGGM Infrastructure Fund. La capacità complessiva degli impianti – già in esercizio, tra Sicilia, Puglia, Basilicata e Abruzzo – è di 315 megawatt. Sommando a questi i 35 MW in fase di costruzione in Puglia, Eni arriverà in tutto a 350 MW di capacità eolica installata nel nostro paese.

L’obiettivo è arrivare a 4 gigawatt di capacità rinnovabile installata totale nel 2024, che diventeranno 15 GW nel 2030 e, infine, 60 GW nel 2050. Nel 2020 possedeva meno di 1 GW.

LA CAPACITÀ RINNOVABILE IN FRANCIA E SPAGNA

A fine luglio Eni ha annunciato l’acquisizione di Dhamma Energy Group, azienda del settore fotovoltaico che possiede progetti sull’energia solare per 3 GW in varie fasi di sviluppo tra Francia e Spagna.

Ha anche acquistato nove progetti di energia rinnovabile dalla società di investimento spagnola Azora Capital: si tratta di parchi eolici dalla capacità complessiva di 230 MW e di parchi solari da circa 1 GW.

L’ACCORDO IN KAZAKISTAN

Il 26 luglio Descalzi ha incontrato il presidente e il primo ministro del Kazakistan. Nell’occasione Eni ha siglato degli accordi di collaborazione con la società kazaka del gas KazMunaiGas per lo sviluppo di progetti sull’energia rinnovabile, l’idrogeno e le biomasse.

Eni opera in Kazakistan dal 1992, e l’anno scorso ha lanciato il primo progetto rinnovabile nel paese con il parco eolico Badamsha, dalla capacità di 48 MW e una capacità di generazione annua di circa 195 gigawattora. A marzo Eni ha inaugurato la costruzione di un impianto fotovoltaico da 50 MW nel sud del Kazakistan.

L’ACCORDO SULL’IDROGENO IN ALGERIA

Ancora a luglio, Eni ha rilanciato un accordo con la compagnia petrolifera statale algerina Sonatrach per la collaborazione sull’idrogeno “verde”, cioè ottenuto da un processo di elettrolisi dell’acqua che utilizza l’elettricità generata da fonti rinnovabili. Per preservare le riserve idriche algerine potrebbe venire utilizzata l’acqua proveniente dai campi petroliferi.

Eni è l’azienda straniera più grande tra quelle che operano in Algeria, con una produzione di 90mila barili di petrolio equivalente al giorno.

L’ACCORDO SULL’IDROGENO IN EGITTO

Subito dopo quello con Sonatrach, Eni ha firmato un accordo con le società energetiche egiziane EEHC ed EGAS per realizzare degli studi di fattibilità sulla produzione di idrogeno in Egitto. Sarà idrogeno sia verde che “blu”: con questo colore ci si riferisce all’idrogeno ricavato dal gas attraverso la cattura e lo stoccaggio delle emissioni di CO2.

L’ACCORDO SULLA CATTURA DEL CARBONIO NEL REGNO UNITO

Sulla cattura del carbonio, pochi mesi fa Eni ha raggiunto un’intesa con l’azienda britannica Progressive Energy, specializzata nello sviluppo di tecnologie low-carbon.

L’accordo di collaborazione riguarda il progetto HyNet North West per la creazione di un polo industriale a basse emissioni nel Regno Unito. Progressive Energy si occuperà delle tecnologie per la cattura della CO2 e per l’idrogeno; a Eni, invece, spetterà il trasporto e lo stoccaggio della CO2 nei giacimenti di idrocarburi esauriti nella baia di Liverpool.

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