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Gas

Eni, ecco come il governo M5s-Pd tiene in bilico il progetto Argo-Cassiopea sul gas

Il progetto Cassiopea di Eni per lo sviluppo di giacimenti a gas in Sicilia deve avere il via libera entro il prossimo 15 ottobre, pena il rinvio di oltre un anno e mezzo

 

Ci sarà da attendere ancora prima che la situazione si sblocchi, ma non si potrà andare oltre il 15 ottobre, pena lo slittamento di un anno e mezzo per il decreto che dovrebbe dare il via libera al progetto Argo-Cassiopea di Eni. Si tratta di un progetto di sviluppo di giacimenti a gas al largo delle coste siciliane e il suo relativo trattamento presso le raffinerie di Gela.

GIRANDOLA DI INCONTRI AL COMUNE DI GELA

A ribadire la volontà di proseguire con il progetto ma anche per ricordare le difficoltà a cui sta andando incontro, ci ha pensato lo stesso comune di Gela, in una nota sul suo sito, nella quale ha spiegato che non è arrivato “ancora nessun decreto da parte dal Ministero dell’Ambiente”. La scorsa settimana è andato in scena, infatti, un incontro in municipio indetto dal sindaco Lucio Greco alla presenza dei rappresentanti di Eni, delle organizzazioni sindacali e del presidente di Sicindustria. “Da un contatto telefonico intercorso con il senatore Pietro Lorefice, le parti hanno appreso che il ministero dell’Ambiente potrebbe impiegare ancora dalle tre alle quattro settimane per licenziare il decreto – si legge -. Un dato che ha destato parecchia preoccupazione tra le parti in considerazione del fatto che, se entro il quindici ottobre prossimo il decreto non dovesse essere pronto, si rischierebbe di vanificare tutto il lavoro già svolto finora e ritardare una grande opportunità che il progetto può rappresentare per il rilancio del territorio e dare una boccata d’ossigeno all’economia”.

SINDACO DI GELA PRONTO A RECARSI A ROMA

“Sarebbe un grave danno per la città”, hanno detto all’unisono le parti con il primo cittadino che si dice anche pronto a recarsi a Roma per accelerare l’iter. “È una corsa contro il tempo. Sarebbe una beffa se, dopo due passaggi e con la commissione di valutazione che ha già espresso il parere favorevole, dovesse saltare l’ultimo, quello definitivo”.

PROSSIMA RIUNIONE IN MUNICIPIO IL 2 OTTOBRE

Se entro il 15 ottobre il Mise non provvederà ad emettere il decreto, infatti, i tempi di attuazione del progetto Argo-Cassiopea di Eni slitteranno di almeno un anno e mezzo e Gela non può attendere. “Ritardare l’avvio dei lavori, significa un grosso danno per la città. Tutti insieme, dunque, solleciteremo il Ministero dell’Ambiente, affinché licenzi il decreto entro la data fissata del 15 ottobre. Questo tavolo non deve fermarsi”, si legge nella nota che prosegue ribadendo che tutti gli attori continueranno a monitorare “la situazione e mettere in campo iniziative tese a velocizzare i tempi per ottenere il decreto ministeriale. Il tavolo tornerà a riunirsi il 2 ottobre prossimo”.

SINDACATI E ASSOCIAZIONI DATORIALI UNITE

Le ragioni dello stop sono semplici, secondo quanto riporta il Corriere di Gela online dei primi di settembre citando le rappresentanze sindacali: “Inerzia della politica”. E “non è una strana coincidenza”, “che tanto un sindacato come l’Ugl ed un associazione datoriale come Sicindustria, facciano appello alla politica affinché si intervenga per evitare l’abbandono definitivo del progetto. Ha detto il reggente di Sicindustria Caltanissetta, l’imprenditore gelese Gianfranco Caccamo: “La politica nazionale – afferma Caccamo – è affaccendata su temi che nulla hanno a che vedere con questioni come lavoro, crescita, produzione e formazione e, intanto, i giorni passano e un’azienda come Eni attende da mesi la proroga della Via per poter proseguire la parte più consistente degli investimenti previsti nel protocollo d’intesa di cinque anni fa con il rischio che, se questa proroga non dovesse arrivare entro ottobre, la base potrebbe non essere realizzata con le conseguenze immaginabili sia per il diretto di Eni sia per l’indotto”.

MANCA UN PARERE?

“Ma la novità che porta in serbo con le sue dichiarazioni il senatore del Movimento 5 Stelle è un’altra – prosegue Corriere di Gela online – e cioè che non è la mancata Valutazione d’Impatto Ambientale (Via) ciò che blocca l’iter, ma un parere della Regione Siciliana: ‘Facciamo chiarezza – puntualizza Lorefice -, la Commissione VIA del ministero dell’Ambiente ha dato parere favorevole alla richiesta di Eni il quattro luglio scorso e si attende il parere del ministero per i Beni e le Attività culturali. Quest’ultimo, ancora, non ha comunicato la propria posizione non per inattività o per la sopravvenuta crisi, bensì perché nonostante i ripetuti solleciti è ancora in attesa di un riscontro da parte della Regione Siciliana per un parere univoco’”. Mentre sulla vicenda “Argo-Cassiopea” “le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil additano lo ‘Stato latitante’, quale ‘principale azionista Eni’ ed invocano una ‘Conferenza Stato-Regione presso il Mise’ per riprendere un discorso lasciato in sospeso sul rilancio produttivo dell’area, ad iniziare dalla questione del Gas”, ha sottolineato ancora il Corriere di Gela online.

IN COSA CONSISTE IL PROGETTO DA 1,3 MILIARDI

Il progetto Argo-Cassiopea di Eni, come si legge nella scheda informativa Via-Vas del ministero dell’Ambiente “prevede che il gas estratto dai campi Argo e Cassiopea sia inviato tramite una pipeline del diametro di 14″ e della lunghezza di 60 km ad un nuovo impianto di trattamento e compressione onshore all’interno della raffineria di Gela. Inoltre è prevista l’installazione presso la piattaforma di produzione Prezioso delle utilities per il controllo e la gestione dei pozzi sottomarini, l’ottimizzazione dell’architettura sottomarina e l’approdo della pipeline presso strutture costiere esistenti”. L’investimento complessivo, come sottolineava una nota di fine agosto del parlamentare regionale del Pd Giuseppe Arancio, è di circa 1 miliardo e 300 milione per la realizzazione della piattaforma per l’estrazione di gas.

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