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Cambiamento climatico, che cosa fanno Usa, Cina e India? Tesi e domande di Descalzi (Eni)

L'Europa, da sola, non può combattere il cambiamento climatico: è come se fosse una goccia nell'oceano. A dirlo è Descalzi, amministratore delegato di Eni. Tutti i dettagli del suo intervento all'Italian energy summit del Sole24Ore

L’Europa, da sola, non può combattere il cambiamento climatico: è come se fosse una goccia nell’oceano. A dirlo è Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, in occasione dell’Italian energy summit del Sole24Ore, ricordando l’impegno di Eni nella transizione energetica verso le energie rinnovabili. Andiamo per gradi.

EUROPA RAPPRESENTA SOLO 8-9% DI EMISSIONI

Partiamo da uno degli argomenti più sentiti negli ultimi mesi: la lotta al cambiamento climatico. Per Descalzi la questione rappresenta “un fatto globale e non può essere gestito dalle singole entità separatamente. L’Europa rappresenta l’8-9% delle emissioni. Quindi noi possiamo essere supervirtuosi ma se i grandi produttori di Co2 non intervengono diventa una goccia nell’oceano”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Eni.

SERVE INTERVENTO GLOBALE

Se l’Europa “è l’unica ad agire, il problema a livello mondiale non si risolve. Un problema globale deve essere affrontato in modo globale. Infatti se guardiamo al 2018, la Co2 a livello mondiale è aumentata dell’1,8% nel mondo. L’Europa può essere un esempio da seguire ma il problema è globale”, ha aggiunto Descalzi.

L’IMPEGNO DI ENI NELLA TRANSIZIONE ENERGETICA

Come parte di quella goccia dell’oceano, di cui parlava Descalzi, anche Eni si impegna nella lotta al cambiamento climatico. Il colosso dell’Oil&gas investe oramai da diversi anni nella transazione energetica.

“Ci abbiamo messo miliardi, affrontando il tema soprattutto dal punto di vista tecnologico per limitare le nostre emissioni, che abbiamo tagliato di oltre un terzo, arrivando su alcune nuove attività anche a quasi zero”, ha detto Descalzi.

7 MILIARDI DI EURO DI INVESTIMENTI

Concentrandoci sull’Italia, Eni promette un impegno finanziario che “vale 22 miliardi come spesa totale nel prossimo quadriennio, di cui 5-6-7 miliardi saranno di investimenti”.

Investimenti che si concentreranno soprattutto su “tecnologia, economia circolare e rinnovabili”. La parte di esplorazione e produzione “è quella esistente, non ci sono sviluppi ulteriori”, ha aggiunto l’amministratore delegato.

ECONOMIA CIRCOLARE E RINNOVABILI AL CENTRO DEL PIANO INVESTIMENTI

“I più grossi investimenti sono sulla parte di nuova economia, a partire dalla trasformazione dei grossi complessi: sul fronte dell’economia circolare, in Italia siamo partiti dai grandi impianti della chimica e di raffinazione, che sono passati a biomasse. Siamo andati sul recupero degli scarti per produrre energia”, ha continuato Descalzi.

Sul fronte delle energie rinnovabili, Eni ha lanciato “nuove attività: l’ultima che abbiamo lanciato è quella dell’energia delle onde. Il punto di partenza è l’Italia, perchè è qui che sviluppiamo le nostre tecnologie”, ha aggiunto il numero uno di Eni.

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