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Carbone

Energia, che cosa cambierà dopo la pandemia Covid-19

Le domande della Società Italiana di Medicina Ambientale su Covid-19, ambiente ed energia

Il Nord è in ginocchio e alle domande della politica, molte senza risposte, c’è chi invece se ne pone di drammatiche e prova a darsi riposte. La Società Italiana di Medicina Ambientale sta seguendo con approfondimenti ed analisi la diffusione del Covid-19. Mentre la politica affolla la scena con commissioni, comitati, schiere di esperti, di cui si è perso il conto, i medici ambientali si (ci) chiedono se l’inquinamento atmosferico può avere causato la maggiore diffusione del Covid-19 nel Nord Italia. Perché la Lombardia è diventa il più grande cimitero di Covid-19 del mondo? Cosa succede con la diffusione massiva di polveri sottili, di particolato, tutto l’anno? Nella parte più ricca d’Italia per tante cose invidiata dal Sud e auto celebrata dalla sua classe dirigente assistiamo alla sconfitta più cocente dal dopoguerra.

“Quando è a una certa densità, quando è molto alto l’inquinamento atmosferico, il particolato può essere considerato una sorta di autostrada per l’accelerazione dell’epidemia”, dice Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale. L’impatto dell’uomo sull’ambiente sta producendo ricadute sanitarie a tutti i livelli. Una verità in progressiva emersione, laddove tutte le Agenzie ambientali rilevano ormai aria più pulita, specchi d’acqua limpidi, clima salubre. È certamente una prova dura che si affronta a livello mondiale, ma che attraverso la pandemia ha messo in evidenza la capacità, o il suo contrario, delle élite di affrontare e gestire fenomeni così complessi nel mondo industrializzato. Chi, per l’Italia, osa ancora parlare di quinta, sesta, settima potenza industriale del mondo commette una stucchevole imperizia.

Dove nasce l’inquinamento? Da processi industriali consolidati su cui da qualche anno è calata la necessità di cambiare registro. Energetico prima di tutto, ma che il coronavirus ha correlato chiaramente alla salute. “Non c’è dubbio che negli ultimi settant’anni il desiderio di produrre energia ad ogni costo abbia reso nero un pianeta verde”, dice per esempio Giorgio Pucci, presidente della Società Enerqos Energy Solutions. Abbiamo cominciato con il carbone, che continua tra l’altro ad essere usato anche in Italia, per poi passare a petrolio, gas e ad ogni tipo di idrocarburi, riflette Pucci. Hanno fatto bene al Paese per decenni, ma siamo dentro una transizione epocale. Ed oggi anche nel lockdown.

Per il futuro sono in ballo gli interessi di società ed agenzie delle rinnovabili. Ci vogliono soldi che mai come questa volta hanno a che fare con la salute di milioni di persone e il clima di intere parti di territorio. Lasciando il tempo ai ricercatori di arrivare o meno alla conferma scientifica che dimostri la correlazione tra Covid-19 e livelli di inquinamento atmosferico, dice la Società Italiana di Medicina Ambientale, è comunque obbligatorio guardare al domani in chiave sostenibile. Messaggio alla politica.

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