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Petrolio Russo

Cosa faranno Eni, Tim ed Enea per lo smantellamento delle piattaforme offshore

Una cordata di enti e aziende italiane coordinata dall'Enea e composta fra gli altri da Eni e Tim ha vinto un bando dell'Esa per lo smantellamento delle piattaforme offshore. Tutti i dettagli

 

Una cordata di aziende e organizzazioni italiane coordinata dall’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha vinto un bando dell’Agenzia spaziale europea (Esa) per lo smantellamento delle piattaforme petrolifere e dei parchi eolici offshore.

ENEA, ENI, TIM E NON SOLO

Oltre all’Enea, alla cordata hanno partecipato Eni, Tim, Metaprojects, IRSPS, Next Ingegneria dei Sistemi e Servizi di Ricerche e Sviluppo (SRS).

A COSA SERVE INSURE

Il progetto dell’Esa si chiama Insure, sigla che sta per Innovation in Sustainable Offshore Decommissioning.

Rientra all’interno del più ampio programma ARTES 4.0 dell’ESA e prevede l’utilizzo di tecnologie innovative – sensori, droni, sistemi di connessione IoT, intelligenza artificiale – per lo smantellamento in sicurezza degli impianti energetici offshore (cioè in mare) giunti a fine vita e per la loro possibile riconversione a nuovi scopi.

LE DUE FASI DEL PROGETTO

Il progetto INSURE, come spiega l’ENEA in un comunicato stampa, si articola in due fasi.

La prima consiste nella realizzazione di uno studio di fattibilità tecnica ed economica dell’iniziativa attraverso la raccolta di una grande quantità di dati attraverso sensori, tecnologie laser per il monitoraggio, robotica, servizi di ingegneria e logistica.

La seconda fase invece sarà dimostrativa e prenderà in esame alcune soluzioni per la dismissione sostenibile delle piattaforme offshore: ad esempio l’utilizzo dei giacimenti esausti di idrocarburi per lo stoccaggio dell’anidride carbonica, la riconversione delle strutture petrolifera per la produzione di energia solare ed eolica (e magari idrogeno verde, come nel progetto Agnes di Ravenna) oppure per scopi turistici o scientifici.

IL COMMENTO DI ENEA

Proprio al progetto Agnes – relativo alla riconversione delle piattaforme di idrocarburi in un distretto per la produzione di energia rinnovabile nel mare Adriatico – si è ricollegato Antonio Palucci, responsabile del Laboratorio ENEA di Diagnostiche e Metrologia. Che dichiara: “il recente stanziamento di 70 milioni nel Fondo Complementare PNRR per il recupero delle piattaforme nell’Adriatico al largo di Ravenna dimostra l’interesse pubblico per lo sviluppo delle attività in questo settore”.

A sviluppare il progetto Agnes sono tre società: Agnes, Qint’x e Saipem (di cui Eni possiede circa il 30 per cento).

“Nonostante il progetto sia solo agli inizi”, aggiunge Palucci, riferendosi a INSURE, “ha già suscitato l’attenzione di molti end-user professionali e istituzionali interessati all’implementazione di nuove tecnologie per il monitoraggio ambientale e alle possibili opportunità di riqualificazione e conversione di strutture oramai obsolete per finalità turistiche o per produrre energia green”.

COSA FARÀ ENEA IN INSURE

ENEA fa sapere che metterà a disposizione del progetto INSURE le proprie competenze tecniche e le proprie tecnologie, in particolare i sensori laser installati sui droni subacquei per la visione sottomarina in 3D e per il monitoraggio ambientale di eventuali rilasci di inquinanti.

I droni sono in grado di operare anche in modalità sciame e di comunicare tra loro e con i satelliti. Verranno utilizzati anche per condurre indagini sullo stato delle strutture delle piattaforme. Le informazioni ottenute, poi, saranno rielaborate e restituite in ambiente virtuale e in realtà aumentata per i partner del progetto.

COSA FARÀ ENI

La compagnia petrolifera Eni, invece, offrirà supporto alle attività di smantellamento (decommissioning) delle piattaforme per l’estrazione di petrolio e gas naturale e degli impianti industriali.

Eni afferma che la trasformazione degli asset in dismissione in infrastrutture coerenti con il contesto low-carbon è parte integrante della propria strategia, insieme alla ricerca di processi innovativi che permettano il riutilizzo dei materiali di scarto, in un’ottica di economia circolare. In questo senso, allora, il decommissioning può rappresentare un’opportunità economica (per il riutilizzo di materie prime o degli stessi impianti giunti alla fine del loro ciclo di vita) e avere un’impatto occupazionale positivo.

COSA FARÀ TIM

La società di telecomunicazioni Tim in collaborazione con Olivetti (dello stesso gruppo ex Telecom Italia), realizzerà la piattaforma digitale per il monitoraggio in tempo reale delle varie attività di smantellamento degli impianti. La piattaforma promette maggiore efficienza operativa e di costo. Inoltre, grazie all’utilizzo di sensori installati sulle strutture offshore, di sistemi di comunicazione satellitare, delle reti 5G e dell’intelligenza artificiale sarà possibile inviare dati alla piattaforma di controllo ed elaborarli per valutare la necessità di interventi di manutenzione.

COSA FARÀ METAPROJECTS

Metaprojects è un ente di ricerca privato: ha sede a Vergato, vicino Bologna, e si occupa di elettronica e di servizi con droni. Già collabora con ENEA al progetto EXADRONE, presso il Centro Ricerche Brasimone di Bologna, per lo sviluppo di droni con sensoristica per il monitoraggio ambientale.

In INSURE, invece, Metaprojects si occuperà della realizzazione dei droni (hardware, software e firmware) e dell’integrazione delle tecnologie di ENEA.

COSA FARÀ NEXT INGEGNERIA DEI SISTEMI

NEXT Ingegneria dei Sistemi è una società italiana che opera nei settori della difesa, dei trasporti e dello spazio. In INSURE curerà gli aspetti legati alla gestione automatica dei dati posizionamento, che serviranno a realizzare le attività di decommissioning.

In particolare, NEXT, sta sviluppando il Fleet Management Tool, ovvero il sistema che permetterà di ricevere in tempo reale le informazioni provenienti dai sensori installati su dispositivi aerei, imbarcazioni, veicoli sottomarini e sistemi satellitari.

COSA FARÀ SRS

Servizi di Ricerche e Sviluppo è attiva nella progettazione delle attività per lo smantellamento degli impianti industriali ed energetici (soprattutto quelli nucleari) e per la gestione dei materiali di scarto e dei rifiuti. In INSURE curerà questi aspetti di logistica.

COSA FARÀ IRSPS

IRSPS è la Scuola di Ricerca Internazionale di Scienza Planetaria dell’Università di Chieti-Pescara. Contribuirà al progetto INSURE mettendo a disposizione le proprie competenze per l’analisi dei requisiti di sistema geologici ed ambientali, oltre che per definire le linee guida per lo smantellamento e il riutilizzo delle piattaforme offshore, sulla base sulle tecnologie terrestri e satellitari.

IRSPS sta acquisendo una piattaforma offshore non più operativa nel mar Adriatico, che potrà essere utilizzata per effettuare test dei processi di decommissioning, per esplorare la fattibilità di riutilizzo delle piattaforme ma anche come “strumento” a disposizione di ricercatori e studenti universitari per studi ambientali e biologici.

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