L’inquinamento atmosferico dovuto agli scarichi industriali resta una priorità europea. La Commissione se n’ è fatta carico, ma si è resa anche conto di dover migliorare la propria legislazione.
“La direttiva sulle emissioni industriali sta conseguendo il suo obiettivo, che consiste nel proteggere la salute umana e nel contribuire ad un’aria e ad un ambiente più sani. Può, però, ancora essere migliorata e con il Green Deal europeo riesamineremo le misure”. Così ieri Virginijus Sinkevicius, Commissario per l’Ambiente, riferendosi alla direttiva specifica sugli scarichi delle aziende. Lo ha detto in occasione della valutazione sulle emissioni europee delle megaindustrie. Una mezza ammissione sui valori ancora alti immessi in atmosfera e trascurati dalle grandi aziende. Evidentemente non tutte le buone ipotesi della Commissione si sono avverate. Il Commissario europeo dice, quindi, che bisogna rivedere qualcosa ed apre le porte ad una discussione ampia.
La partita vera si giocherà nelle prossime settimane ed è una partita complessa. Attraversa le politiche dei singoli governi e dentro i governi le proposte dei partiti. Ci sono Paesi le cui economie restano legate al carbone e Paesi dove la declamazione green supera di gran lunga la sostanza e l’efficacia dei provvedimenti. L’Italia è forse il Paese che ha davanti una nuova opportunità per uscire da diatribe interne alla coalizione. Non è un mistero per nessuno che Pd e Cinquestelle hanno idee diverse su infrastrutture, soldi da gestire, aiuti alle fonti fossili, mobilità. Spesso le discussioni sono influenzate da scorie ideologiche, nettamente antitetiche allo sviluppo di una economia circolare. Le belle parole dei convegni e degli ordini del giorno non sono quello di cui c’è bisogno.
Le regole generali concordate a Bruxelles per la decarbonizzazione stanno, insomma, offrendo un contributo limitato a quella transizione energetica rivendicata ancora una volta dai giovani di Fridays for future. Non se uscirà fino a quando non si troverà un vero punto di equilibrio tra la situazione diffusa e differenziata tra i Paesi membri e il Green deal di Ursula von der Leyen. Se Bruxelles sta pensando anche ad una consultazione pubblica sul sito web della Commissione per modificare quello che c’è da modificare, è all’Italia che pensiamo. Affinché ne approfitti prima di tutti gli altri