L’incertezza sull’esito delle presidenziali Usa di novembre, con la sfida tra Harris e Trump che si giocherà sul filo di lana, sta generando inesorabili effetti economici, uno dei quali viene evidenziato dal Financial Times: ci sono miliardi di investimenti pronti in progetti infrastrutturali e green che i manager dei fondi hanno messo in stand by in attesa di capire che fine faranno i sussidi e gli incentivi della famosa Ira di Biden, che Trump ha promesso di eliminare.
Gran fermento
Dai parchi eolici ai data center, gli investimenti in progetti infrastrutturali in America sono tornati a crescere negli ultimi tempi.
È l’effetto della transizione verde, che, come spiega al Ft la società di consulenza Campbell Lutyens, ha reso gli investimenti in questo campo uno degli ambiti caratterizzati da maggiore dinamismo.
“Contiamo al momento almeno 110 fondi privati specializzati nella transizione energetica che sono stati in grado di raccogliere, o sono in procinto di farlo, circa 170 miliardi di dollari”, spiega al quotidiano il chief executive di Campbell Lutyens, Gordon Bajnai.
La scintilla l’aveva fornita a dicembre Brookfield con il lancio di un fondo da 28 miliardi di dollari che ha posto fine a quasi due anni di pausa nelle attività.
Forte crescita nel 2024
Con l’ingresso del 2024 è stato tutto un gran fermento. I dati Preqin mostrano che i fondi infrastrutturali hanno raccolto ulteriori 10 miliardi, con una forte crescita rispetto agli investimenti dello stesso periodo dell’anno scorso.
Anche l’attuale trimestre appare promettente, con 7 miliardi raccolti tra luglio e agosto, da raffrontare ai 2,5 dell’analogo periodo dell’anno scorso.
Ulteriore spinta dai fondi pensione
Sono numeri che, sottolinea il Ft, appaiono destinati a crescere ulteriormente alla luce della decisione di molti fondi pensione di allocare alla voce infrastrutture parte dei loro investimenti nella convinzione di poter generare alte rendite prima che i tassi di interesse vengano abbassati.
La testata britannica cita per esempio la decisione presa questo mese dal fondo pensione dei poliziotti e dei vigili del fuoco di Los Angeles di spostare parte della propria dotazione di 21 miliardi dagli investimenti sulle commodities a quelli sulle infrastrutture.
Ma già l’anno scorso il fondo pensionistico di New York City aveva riprogrammato la destinazione dei suoi 274 miliardi aumentando del 2% gli investimenti in infrastrutture.
Attendismo
Il problema segnalato dal Ft è che a questa enorme massa finanziaria non è corrisposto un flusso di accordi e progetti esecutivi. Quel denaro resta come sospeso, e ciò è evidenziato dal calcolo del valore totale degli accordi infrastrutturali stipulati, che resta inferiore rispetto ai livelli degli anni precedenti.
Il fattore in gioco qui potrebbe chiamarsi Donald Trump, rimarca il giornale ricordando che l’ex presidente ha promesso, in caso di vittoria elettorale, di cancellare tutte le agevolazioni e gli incentivi introdotti dall’amministrazione Biden col famoso Inflation Reduction Act.
Le testimonianze
Un esempio dell’attitudine dominante al momento lo fornisce il cofondatore di Quinbrook Infrastructure Partners, che nel solo mese scorso ha raccolto 3 miliardi di investimenti in energie rinnovabili.
“Al momento non siamo in grado di calcolare accuratamente i costi dei progetti”, spiega David Scaysbrook. “Dovremo essere più cauti nei prossimi 12 mesi nell’impegnarci in nuovi progetti”, aggiunge, rimanendo in attesa “fino a quando non avremo più certezze sui fondi”.
Sono di analogo tenore le dichiarazioni rilasciate al quotidiano finanziario dal numero uno di First Solar, il più grande produttore di energia solare d’America: dobbiamo, osserva Mark Widmar, convivere “con molta incertezza per un certo periodo di tempo. E ciò – conclude Widmar – sarà destabilizzante per l’industria”.