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EastMed

Edison-Edf e M5S si strattonano su Poseidon-EastMed

Come e perché Edison-Edf va poco d'accordo con il premier Conte e il Movimento 5 Stelle sui gasdotti. Fatti, parole e approfondimenti

Il gas è una delle fonti fossili più pulite e la candidata ideale per accompagnare l’Italia nel suo processo di transizione energetica verso un sistema che faccia affidamento alle energie rinnovabili. Ma serve diversificare le rotte e le fonti di approvvigionamento per abbassare bolletta e affrancarsi (almeno in parte) dalla dipendenza russa.

A questo dovrebbero concorrere il Tap e Poseidon/EastMed. Mentre il primo progetto è approvato e i lavori sono oramai avviati da tempo (nonostante le polemiche), il secondo progetto, a cui lavora Edison attraverso la partecipata Igi Poseidon, è ora al centro delle discussioni tra Lega e M5S. Giuseppe Conte, proprio in queste ore, ha ribadito il “no” a Poseidon.

IL GASDOTTO POSEIDON

Poseidon è il collegamento offshore tra i sistemi di trasporto del gas naturale della Grecia e dell’Italia. Nasce come l’ultimo tratto del gasdotto EastMed, e dovrebbe avere una lunghezza approssimativa di 200 km lungo il Mar Ionio.

A lavori ultimati, l’infrastruttura avrà capacità fino a 20 miliardi di metri cubi all’anno, permettendo l’arrivo in Italia di gas proveniente sia dal confine turco/greco attraverso il sistema ITGI (Interconnector Turkey Greece Italy) che dalla regione dell’Est Mediterraneo, attraverso il gasdotto EastMed, per l’appunto.

POSEIDON

IL GASDOTTO EASTMED

EastMed, invece, è un gasdotto onshore/offshore che collegherà direttamente le risorse di gas dell’Est Mediterraneo, provenienti dai giacimenti di Cipro ed Israele, con la rete europea del gas naturale. Il gasdotto sarà lungo 1900 km e dovrebbe trasportare 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas.

EDISON LAVORA A POSEIDON/EASTMED

A lavoro per la realizzazione di questi due progetti c’è anche Edison, co-proprietaria (tramite Edison International Holding) al 50% con DEPA S.A., di IGI Poseidon S.A, società di diritto greco che si occupa della realizzazione dei due gasdotti.

“Dopo il terminale di Rovigo, che è costato 2 miliardi di euro, investimento assolutamente ingente, stiamo oggi lavorando per mettere al servizio del Paese la rotta Poseidon/EastMed”, ha affermato Marc Benayoun, Amministratore delegato di Edison, in audizione alla Camera dei Deputati.

POSEIDON: IL PRIMO GAS NEL 2023?

Se tutto procede secondo i piani, Poseidon potrebbe essere inaugurato nel 2023, anno in cui dovrebbe arrivare il primo gas dalla Russia, attraverso il TurkStream già in realizzazione, ha ipotizzato Benayoun, sottolineando che “il progetto è pronto a partire; ha già sviluppato un dialogo positivo e costante con i territori ed è stato oggetto di una lunga attività di sviluppo con i partner internazionali”. Un “sì” deciso al progetto da parte del governo – secondo i vertici della società controllata dal gruppo statale francese Edf – spingerebbe una decisione finale di investimento entro il 2019, entrando in una nuova fase operativa del progetto.

BISOGNA ACCELERARE

“Nel frattempo è proseguito con grande velocità lo sviluppo di una rotta concorrente all’Italia nei Balcani. La rotta è complessa, ma i Paesi balcanici hanno dedicato un fortissimo sostegno politico a questo risultato e il gas russo del TurkStream potrebbe essere destinato a Bulgaria, Serbia, Ungheria”, ha aggiunto l’amministratore delegato di Edison. “L’Italia è davanti ad una scelta strategica fondamentale per il futuro del suo sistema energetico: realizzare direttamente con guida italiana una rotta che consenta di migliorare la sicurezza e la competitività delle forniture russe oppure lasciare che questi benefici siano conseguiti da altri Paesi. Per non perdere questa opportunità strategica, il sostegno istituzionale e l’avvio delle procedure di market test sono quindi urgenti”.

“E’ diventato urgente, per lo sfruttamento del TurkStream con il gas russo che arriva alla frontiera greca turca, prendere una decisione a breve, altrimenti il gas andrà nei Balcani. Questo metterà anche a rischio un progetto a medio termine, quello di EastMed, che richiede per 5-7 anni investimenti esplorativi immensi, che non sono nostri, per sfruttare i giacimenti del bacino Levante”, ha anche sottolineato Benayoun, rispondendo ad una domanda dell’ex ministro Pier Luigi Bersani sul progetto.

UNICA OPZIONE SICURA?

“La rotta Poseidon/EastMed ha l’obiettivo di sfruttare la rotta tra Grecia e Italia, per collegare l’Italia alle nuove scoperte del Mediterraneo orientale, e rappresenta l’unica opzione sicura, in grado di garantire al Paese un accesso di lungo termine alle risorse della regione”, ha detto Benayoun.

IL PRESSING SUL GOVERNO

Edison, in audizione alla Camera dei Deputati, ha quindi chiesto all’Italia di ri-affermare la volontà di proseguire con il gasdotto Poseidon, volontà già espressa in passato dai Governi a guida Pd. L’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, nell’aprile del 2017, ha messo la sua firma per dire “Sì” al progetto, ma già nel 2011 la società IGI Poseidon ottenne il decreto di autorizzazione unica del ministero dello Sviluppo Economico che approvava il progetto definitivo e autorizzava la costruzione e l’esercizio dell’opera nella città di Otranto (qui i dettagli).

“I nostri partner internazionali ed i Governi coinvolti promuovono l’avanzamento del progetto, la Commissione europea ne cofinanzia lo sviluppo per praticamente la metà (36,5 milioni nella fase iniziale). Riteniamo importante che venga riaffermata la centralità dell’Italia in questo processo, confermando così i princìpi sottoscritti nella recente dichiarazione di Nicosia del 29 gennaio”, ha rimarcato Marc Benayoun.

L’IMPORTANZA DI NUOVE ROTTE (SECONDO EDISON)

Tra le motivazioni che dovrebbero spingere l’Italia ad approvare (in fretta) il progetto è la necessità di diversificare le rotte del gas: “Nel contesto attuale, la possibilità di approvvigionarsi da fonti diverse appare ancora più importante alla luce del differenziale di prezzo dell’energia tra il mercato italiano e i mercati del Nord Europa. Con l’avvio del Nord Stream 2 una quota considerevole delle forniture russe destinate all’Italia potrebbe provenire dalla Germania, rendendo così il gap competitivo un fattore strutturale. Abbiamo visto in questi giorni, grazie alle segnalazioni dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, quanto è importante che l’Italia progetti in modo efficace il proprio futuro infrastrutturale, per non trovarsi a dipendere dalle scelte tedesche”, ha premesso l’ad di Edison.

IL “NO” DI CONTE A POSEIDON

Ma il Governo sembra avere le idee chiare. Meglio, mentre la Lega spinge per la realizzazione dell’opera e il M5Stelle si oppone con fermezza, il premier Giuseppe Conte, in base a quanto si legge su Nuovo Quotidiano di Puglia, ha fatto chiarezza: “In questo momento non siamo disponibili a consentire l’approdo di un’infrastruttura, così come originariamente preventivato, a Otranto. Se parliamo dell’infrastruttura Eastmed è un conto, se parliamo del tratto finale Poseidon è un altro conto. L’infrastruttura di per sé è compatibile anche con un innesto nel Tap, quindi potrebbe sicuramente avere uno sviluppo e un collegamento in Italia attraverso le vie del Tap. Ma in questo momento il governo non ha alcuna apertura per la realizzazione del tratto finale, Poseidon, originariamente progettato”.

“Stiamo facendo un approfondimento in virtù anche di una proroga che è stata chiesta da Poseidon per l’inizio dei lavori, che di fatto non sono ancora iniziati, ma non essendoci, a nostro avviso, come ha detto il presidente Conte, la necessità di portare avanti quest’opera, stiamo appunto verificando tutte le condizioni prima di dare una risposta definitiva. Questa è una posizione ormai nota da parte del Movimento 5 Stelle”, ha detto oggi il ministro per il Sud, Barbara Lezzi (M5S), rispondendo ai giornalisti su Poseidon e trovando il consenso del governatore della Puglia, Michele Emiliano: “Bene la posizione del governo”.

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