skip to Main Content

Edf

Price cap di Macron e nucleare fanno piangere i conti di Edf

Nel 2022 Edf ha registrato una perdita record di quasi 13 miliardi di euro: colpa dei problemi alle centrali nucleari, ma anche del tetto al prezzo dell'elettricità. Intanto, il governo francese cerca il pieno controllo della società.

La società elettrica francese Électricité de France (EDF), controllata dal governo di Parigi con oltre il 90 per cento, ha registrato una perdita record nel 2022. Dopo un profitto di 4,7 miliardi di euro nel 2021, l’anno scorso ha infatti riportato una perdita netta di 12,7 miliardi.

LE CONSEGUENZE ENERGETICHE E POLITICHE DELLA CRISI DI EDF

La cattiva performance della società è legata ai bassi livelli di produzione delle sue centrali nucleari, rimaste chiuse per lunghi periodi di tempo per via degli interventi di manutenzione: di conseguenza, la Francia ha perso il suo ruolo tradizionale di grande produttrice di elettricità per diventarne un’importatrice netta.

Questi problemi di generazione hanno avuto delle ripercussioni anche sul piano politico. L’amministrazione del presidente Emmanuel Macron sta cercando di ottenere il pieno controllo di EDF per rassicurare i creditori, e vuole che la società torni in forze per potersi dedicare alla costruzione di nuovi reattori in Francia e in Regno Unito.

LE COLPE DEL PRICE CAP DEL GOVERNO

Ad aver danneggiato le attività di EDF, però, è stato anche lo stesso governo francese, attraverso il tetto al prezzo dell’energia elettrica imposto per proteggere i consumatori dai rialzi delle bollette. La società ha presentato al tribunale amministrativo di Parigi una richiesta di risarcimento da 8,3 miliardi di euro per le perdite subite con il price cap.

EBITDA, DEBITO FINANZIARIO E OBIETTIVI PER IL 2023

Nel 2022 EDF ha comunicato un EBITDA negativo (l’EBITDA è il profitto o la perdita di un’azienda senza considerare interessi, imposte e ammortamenti) per 5 miliardi di euro. Nel 2021 il margine era invece stato positivo per 18 miliardi.

In una conferenza con gli azionisti, l’amministratore delegato Luc Rémont ha dichiarato che l’obiettivo di EDF per l’anno corrente è raggiungere un EBITDA “significativamente più alto” di quello del 2021 attraverso il miglioramento delle prestazioni operative.

Nel 2022 il debito finanziario della società è cresciuto del 50 per cento su base annua, arrivando a 64,5 miliardi. Per il 2023 vuole che non arrivi a essere di tre volte superiore all’EBITDA.

LE PREVISIONI SULL’OUTPUT NUCLEARE

EDF ha fatto sapere che quest’anno la sua produzione di energia nucleare ammonterà a 300-330 terawattora. Nel 2022 l’output aveva invece subìto un crollo del 23 per cento, scendendo a 279 TWh.

IL GOVERNO FRANCESE VUOLE IL PIENO CONTROLLO DI EDF

L’anno scorso, in risposta alle difficoltà tecniche e finanziarie di EDF, il governo francese ha fatto un’offerta da 9,7 miliardi di euro per acquistare le quote di minoranza della società. Di conseguenza, ha portato la sua quota di proprietà dall’84 per cento al 96 per cento. È stato però costretto a interrompere l’operazione – riporta Bloomberg – per via dell’azione legale avviata dai dipendenti e dagli altri azionisti di EDF, i quali sostengono che l’offerta di 12 euro per azione stia svalutando la società.

La corte d’appello di Parigi si pronuncerà sull’offerta dello stato il 2 maggio prossimo.

Back To Top