skip to Main Content

Golar Lng

Ecco il piano di Snam su gas, idrogeno, digitale e dividendi

Numeri, obiettivi e scenari del piano 2020-2024 di Snam

 

Nel futuro di Snam ci saranno sempre più idrogeno verde, decarbonizzazione ma anche ritorno di valore per gli azionisti grazie alla ottima posizione dell’azienda come abilitatrice della transizione energetica. Insomma “si apre una nuova fase della storia di Snam”, come ha detto l’amministratore delegato Marco Alverà. L’obiettivo? Raggiungere le emissioni nette zero al 2040. E questo grazie al Piano 2020-2024 da circa 7,4 miliardi di euro di investimenti (rispetto ai 6,5 miliardi del piano 2019-2023) di Snam presentato oggi.

Ecco tutti i principali capitoli del piano.

L’IMPEGNO ALLA DECARBONIZZAZIONE

Dal punto di vista ambientale, Snam si è data l’obiettivo ‘Net Zero Carbon’ al 2040 e un impegno crescente in ambito ESG. Inoltre, Snam ha innalzato al 50% al 2030 (su base anno 2018) il target di riduzione delle emissioni di CO₂ equivalente Scope 1 e Scope 2 (dirette e indirette energetiche), rispetto al precedente obiettivo di -40% su base anno 2016. Sono stati decisi poi nuovi progetti con partecipate e fornitori per abbattere le emissioni “Scope 3” e viene dato il via allo “scorecard” per misurare le performance su 13 aree ESG. In questo modo si prevede che saranno evitate oltre 600mila t di CO₂ eq. nel 2024.

INVESTIMENTI PER 7,4 MILIARDI DI EURO PER LO SVILUPPO DEL SISTEMA E LA TRANSIZIONE ENERGETICA

Snam ha previsto un incremento degli investimenti di quasi 1 miliardo di euro rispetto ai 6,5 miliardi del piano 2019-2023, portandoli a circa 7,4 miliardi nel periodo 2020-2024. Rispetto al piano precedente, la crescita è riconducibile sia al core business delle infrastrutture regolate (6,7 miliardi di investimenti) sia alle nuove attività della transizione energetica (oltre 0,7 miliardi di investimenti, quasi raddoppiati rispetto al precedente piano).

Il 50% degli investimenti previsti è dedicato all’infrastruttura “hydrogen ready” (sostituzioni e sviluppo degli asset con standard “hydrogen ready” per quasi 1.200 km). Gran parte degli investimenti previsti a piano è finalizzata alla decarbonizzazione per raggiungere l’obiettivo di neutralità carbonica al 2040 e cogliere le opportunità offerte dalla transizione energetica. Circa il 40% di questi impieghi è allineato ai criteri della tassonomia europea, in via di finalizzazione.

“La quota di investimenti a valere sul Recovery Fund sono eventuali upside fuori piano”, ha invece precisato il Ceo di Snam in conference call con i giornalisti. “Abbiamo proposto una serie di progetti che ci risultano essere a un buon livello di valutazione, anche se il quantum totale non è definito. Nel 2021 ci aspettiamo che verrà chiarito in modo più esaustivo da Bruxelles insieme agli strumenti che si utilizzeranno per raggiungere gli obiettivi ambiziosi che ci siamo posti”.

I NUOVI BUSINESS DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA: INVESTIMENTI QUASI RADDOPPIATI A 720 MILIONI

Ma come verranno ripartiti gli investimenti previsti? Snam ha creato negli ultimi anni un’ampia e diversificata piattaforma di attività (efficienza energetica, produzione e infrastrutture di biometano, mobilità sostenibile, idrogeno lungo tutta la value chain) per essere un ‘system integrator’ in grado di offrire soluzioni green e contribuire allo sviluppo dei gas rinnovabili. Proprio sull’idrogeno il manager, durante la call, ha ricordato che è già al lavoro con Enel ed Eni per importanti progetti in comune. Ma anche con Terna dove ci sono importanti strategie sugli scenari gas-elettricità e sector coupling.

Per il periodo 2020-2024 gli investimenti di Snam nelle attività per la transizione energetica ammonteranno a circa 720 milioni di euro, quasi raddoppiati rispetto al precedente piano, con un contributo all’EBITDA annuo di 150 milioni di euro al 2024.

Per il resto, 220 mln andranno in infrastrutture di biometano per raggiungere una capacità di almeno 64 MW, 200 mln nell’efficienza energetica per consolidare la posizione di player nazionale e 150 mln nell’idrogeno per l’avvio di progetti di conversione di tratte ferroviarie e l’installazione di fuel cells sulla rete Snam. Infine 150 mln nella mobilità per accrescere l’infrastruttura di distribuzione con focus LNG, e avviare i primi distributori a idrogeno

LA DIGITALIZZAZIONE

Il piano prevede poi che circa 500 milioni di euro di investimenti andranno in digitalizzazione – dal controllo delle attività da remoto all’adozione di IoT, cloud ed edge computing – per consentire a Snam di diventare la società di trasporto gas più tecnologicamente avanzata al mondo e garantire sempre maggiore sicurezza e sostenibilità delle attività operative.

I TARGET FINANZIARI DEL PIANO

Nell’arco di piano Snam prevede di mantenere un rapporto tra debito netto e RAB al di sotto del 60% previsto per una società con un rating di Baa1 per Moody’s; un rapporto adjusted Funds From Operation su debito netto (FFO/Net Debt) superiore al 14% in media sull’orizzonte di piano e quindi a quanto previsto da S&P (12%) per uno Stand Alone Credit Profile (SACP) di a-, un notch superiore rispetto all’attuale rating di Snam (BBB+); il mantenimento di un mix tra debito fisso e variabile di 3/4, coerente con il piano precedente; 3,2 miliardi di linee di credito sindacate, non utilizzate al 30 settembre 2020, e in scadenza tra il 2023 e il 2024 e per le quali è in corso una richiesta di estensione.

In aggiunta, con l’obiettivo di allineare la strategia di finanziamento con i propri target di sostenibilità e di ampliare la base di investitori, Snam ha l’ambizione di accrescere il peso della finanza sostenibile dall’attuale 40% a oltre il 60% del funding disponibile in arco di piano, grazie all’emissione di nuovi sustainable bond e di ESG-labelled Commercial Paper. Inoltre ha emesso a giugno il suo primo Transition bond per 500 milioni di euro, e ha mantenuto a maggio 2020 la riduzione del margine del proprio sustainable loan da 3,2 miliardi di euro, già ottenuto ad aprile dell’anno precedente. Infine, ha rinnovato il proprio programma di Euro Commercial Paper, incrementato da € 2 a 2,5 miliardi, legandolo a obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale in linea con il sustainable loan e ottenendo per lo strumento un rating ESG pari a EE assegnato dalla società di ESG rating Standard Ethics.

I NUMERI E GLI OBIETTIVI AL 2024: UTILE NETTO DEL 2,5%

Grazie a questa serie di interventi, nel periodo 2020-2024, Snam dovrebbe ottenere una crescita sostenibile dei principali indicatori. In particolare, è previsto un incremento medio annuo (con base 2019): dell’utile netto del 2,5%; dell’utile netto per azione del 3,2%; dell’EBITDA del 3,3%; del dividendo per azione (DPS) del 5% fino al 2022, con ulteriore 2,5% di crescita minima nel 2023-2024.

Il valore degli asset regolati (RAB) crescerà di oltre il 2,5% medio annuo nel periodo 2020-2024. Le necessità di sostituzione della rete implicano una crescita almeno in linea con questo trend tra il 2024 e il 2040.

La guidance sull’utile netto del 2021 è di una crescita del 3% circa rispetto alla guidance 2020.
Per il 2021 Snam si attende un livello di indebitamento a fine anno pari a circa 13,5 miliardi di euro, tenuto conto degli investimenti previsti nell’anno di 1,4 miliardi di euro. La RAB raggiungerà 21 miliardi di euro nel 2021.

“Questi obiettivi pongono le basi per una ulteriore accelerazione della crescita nel lungo periodo grazie al fabbisogno di sostituzioni per l’ammodernamento della rete e all’ulteriore sviluppo delle piattaforme di transizione energetica”, ha evidenziato la società.

RAFFORZAMENTO DEL PIANO DI EFFICIENZA: 70 MLN DI RISPARMI ATTESI

Snam prevede di rafforzare il piano di efficienza lanciato nella seconda metà del 2016, con oltre 70 milioni di euro di risparmi attesi al 2022. Dall’avvio nel 2016, il programma di efficienza ha comportato un taglio dei costi relativi al perimetro core di circa il 20%, consentendo l’avvio delle attività nella transizione energetica senza penalizzare le performance del gruppo.

OTTIMIZZAZIONE DELLA STRUTTURA DI DEBITO E FOCUS SULLA FINANZA SOSTENIBILE

L’attività di ottimizzazione della struttura finanziaria condotta negli ultimi cinque anni ha portato a una riduzione del costo medio del debito lordo dal 2,4% del 2016 a un valore medio dell’1,2% lungo l’orizzonte di piano (rispetto all’1,4% del piano precedente), grazie alle azioni compiute per cristallizzare il più possibile le attuali favorevoli condizioni di mercato e il miglioramento dello scenario di tassi e credit spread rispetto al piano precedente. Possibili ulteriori risparmi potrebbero derivare da ottimizzazioni di tesoreria, nonché ulteriori diversificazioni di fonti e aumento di strumenti di finanza sostenibile.

POLITICA DEI DIVIDENDI: POSSIBILE AUMENTO NELL’ARCO DEL PIANO

Snam conferma l’impegno a garantire agli azionisti una remunerazione attrattiva e sostenibile e il pagamento di un acconto sul dividendo. È confermata la crescita del dividendo per azione del 5% fino al 2022, con un’ulteriore crescita minima del 2,5% nel periodo 2023-2024. Snam prevede che per l’esercizio 2020 possa essere distribuito nel 2021 un dividendo complessivo pari a 0,2495 di euro per azione (di cui il 40% a titolo di acconto con pagamento a gennaio 2021 come deliberato dal Consiglio di Amministrazione dello scorso 4 novembre, mentre il restante 60% a saldo con pagamento a giugno, da sottoporre all’Assemblea degli Azionisti che approverà il bilancio di esercizio 2020). Snam prevede la “possibilità di aumentare i dividendi se cose fuori piano legate a maggiori sussidi all’idrogeno e maggiori sussidi sulla Rab potranno essere accelerate”, ha detto Alverà, in conferenza stampa. I valori “sono il nostro minimo non prevede acqua, rinnovabili, M&A. Dopodiché gli incentivi saranno di vario tipo, alla produzione in coerenza con quanto detto da Patuanelli sull’incentivo all’idrogeno verde, poi mi aspetto incentivi per supportare gli elettrolizzatori e mi aspetto anche degli incentivi per convertire chi consuma carbone nelle acciaierie”.

STRATEGIA DI INTERNAZIONALIZZAZIONE E CONSOCIATE

Snam ha ulteriormente rafforzato la propria posizione di leader nelle infrastrutture energetiche a livello internazionale nel corso del 2020, grazie all’acquisizione della partecipazione in ADNOC Gas Pipelines nel corso del 2020, al consolidamento della presenza in Cina e all’ingresso in India e Israele. Il cash return medio annuale sull’investimento iniziale dall’acquisizione al 2024 è atteso a circa il 10% per gli asset operativi.

M&A

Sulle M&A “Sono convinto che non ci siano grandi sinergie nel mondo delle utilities, il mondo dell’Oil&Gas è caratterizzato da un livello di partnership molto più spinto. Se guardiamo al mondo delle utilities i progetti sono o dell’uno o dell’altro, se guardo a Tap è un progetto con sei soci un modello di successo che vedremo trasferirsi anche al mondo delle utilities che avranno un approccio meno domestico, e meno regionale. Chi fa grande M&A in passato ha distrutto valore. A noi piace molto questo modello che stiamo portato avanti in cui abbiamo comprato quote di aziende che ci stanno dando una crescita importante e valori per i nostri azionisti in Italia e all’estero. Questo è il tipo di crescita che ci piace: acquisizioni piccole in cui esistono sinergie”, ha ammesso Alverà durante la call.

ALVERÀ: CON QUESTA STRATEGIA OFFRIAMO RITORNI INTERESSANTI PER I NOSTRI AZIONISTI

Insomma, ha concluso Alverà “stiamo diventando un operatore internazionale, con un focus sulle aree del mondo più rilevanti per lo sviluppo del gas naturale in sostituzione dei combustibili più inquinanti e per la transizione energetica. Con questa strategia, abbinata alla nostra flessibilità finanziaria e all’accesso ai mercati a costi competitivi, offriamo ritorni interessanti per i nostri azionisti”, ha ammesso Alverà che ha confermato di essere soddisfatto di come stanno andando le cose sul rigassificatore di Al-Zour in Kuwait

Back To Top