Dal 2014, l’Egitto ha firmato 98 accordi con compagnie internazionali per attività di esplorazione e produzione di gas e petrolio. Il volume totale degli investimenti nel settore energetico, registrati dall’anno fiscale 2014/15 al 2019/20, ammonta a circa 74 miliardi di dollari.
Questi sono alcuni dati di grandissima rilevanza sotto il profilo della politica economica che sono emersi durante la conferenza in remoto dal titolo “Achievements of the Oil and Gas Sector”
presso la British Egyptian Business Association l’8 giugno da parte del Ministro del petrolio egiziano Tarek El Molla.
Il ministro ha infatti sottolineato alcuni aspetti fondamentali della politica economica energetica egiziana.
In primo luogo ha rilevato come il volume totale degli investimenti nel solo settore energetico dal 2014 al 2020 sia di 74 miliardi di dollari; in secondo luogo ha annunciato l’esistenza di quattro progetti volti alla raffinazione che fino a questo momento hanno ricevuto investimenti per 4 miliardi di dollari. Se ciò è stato possibile lo si deve alle politiche economiche in campo energetico certamente lungimiranti da parte dell’attuale presidente egiziano e nello specifico da parte del Consiglio Supremo dell’Energia. D’altronde non è un caso che proprio l’Fmi abbia sottolineato la grande rilevanza delle riforme economiche poste in essere da Al Sisi.
Non è certo un caso che multinazionali del calibro di Chevron ed di ExxonMobil abbiano avviato proficue sinergie proprio con l’Egitto.
A tale proposito si dimostra sempre più vincente la scelta fatta dall’Eni in relazione allo sfruttamento del giacimenti di Zohr. Non vi è dubbio infatti che il flusso di gas dal giacimento di Zohr abbia costituito una rilevante salto di qualità nel contesto degli scenari energetici tanto quanto le scelte di Al Sisi in funzione antiturca.
Per ampliare il perimetro del settore, non dimentichiamoci che proprio il ministero del Petrolio ha lanciato lo scorso gennaio l’“Egypt Gateway for Exploration and Production” per commercializzare aree petrolifere a livello globale, in collaborazione con la società americana Schlumberger, che è una delle più grandi entità al mondo operante nel campo dei servizi petroliferi.
In definitiva il raggiungimento dell’autosufficienza di gas naturale da parte dell’Egitto ha contribuito a un aumento del consumo di gas nel mix energetico del paese, al 62 percento durante l’anno fiscale 2019-2020, rispetto al 48 percento durante l’anno fiscale 2014-2015 e il Cairo mira a raggiungere circa il 65 per cento.
Nel contesto delle società industriali attuali e in quelle in via di rapido sviluppo, sia il gas che il petrolio costituiscono ancora i due pilastri fondamentali nel campo della politica energetica che non sono sostituibili con le energie alternative quali l’eolico e il solare. Fino a quando non sarà posta in essere una fonte energetica in grado di mantenere l’attuale stato di produzione energetico a livello globale — come potrebbe in teoria essere l’energia nucleare — il gas e il petrolio rimarranno fonti energetiche indispensabili per il mantenimento dell’attuale industrializzazione sia in Occidente, sia in Asia che in Africa.