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Germania Nazionalizzazioni

Uniper, Fortum e Centrica sprofonderanno con la finanza energetica?

Oltre alla crisi dei prezzi, a minacciare la tenuta del mercato energetico europeo è anche la volatilità estrema. Le aziende hanno problemi di liquidità e chiedono aiuti: si teme un nuovo momento Lehman Brothers. Tutti i dettagli.

 

La crisi europea dell’energia non riguarda solo i prezzi altissimi di elettricità e gas – arrivati sopra i 1000 euro e i 340 euro al megawattora, rispettivamente -, ma anche la volatilità estrema sul mercato: le oscillazioni di prezzo giornaliere sono spesso superiori al 30 per cento, ha scritto oggi Il Sole 24 Ore.

LA SITUAZIONE ALLA BORSA ELETTRICA DI LIPSIA

La situazione rappresenta un problema serio per tutte quelle società energetiche operanti nel mercato dei futures, i contratti per lo scambio di elettricità e di gas entro una data futura: i margini, cioè le garanzie collaterali richieste per la contrattazione dei futures, sono cresciuti molto. Alcuni governi – come quelli di Germania, Svezia e Finlandia – hanno erogato delle linee di credito (margining, in gergo) per garantire liquidità alle aziende in difficoltà.

In Europa i futures di elettricità e gas si scambiano alla borsa EEX di Lipsia, controllata da Deutsche Börse e sottoposta alla regolazione europea. Nonostante le forti oscillazioni, finora non sono state riscontrate irregolarità: non si tratta dunque di “un mercato in balìa degli speculatori (che comunque a volte si arricchiscono e altre ci perdono la camicia)”, scrive Il Sole 24 Ore; anzi, la crisi dei prezzi è legata principalmente ai tagli operati dalla Russia ai flussi di gas verso l’Europa, di cui fino all’anno scorso era la maggiore fornitrice. Sulla borsa elettrica di Lipsia, poi, operano molte aziende produttrici di energia, che utilizzano i futures come strumenti di copertura dai rischi commerciali.

UN NUOVO MOMENTO LEHMAN BROTHERS?

Ora però – si legge sul quotidiano – “il pericolo è la crisi vada oltre l’energia, diventando un nuovo caso Lehman o quasi”: il riferimento è al fallimento di Lehman Brothers e alla crisi finanziaria del 2007-2008, interessata da una crisi di liquidità e originatasi da una bolla immobiliare negli Stati Uniti (il crollo dei cosiddetti subprime, prestiti erogati a clienti ad alto rischio di insolvenza), per poi contagiare l’economia globale.

Adesso, in Europa, ci sono grosse società energetiche come Uniper (tedesca), Axpo (svizzera), Fortum (finlandese) e Centrica (britannica) che hanno problemi di liquidità. Secondo la compagnia petrolifera norvegese Equinor, sarebbero necessarie linee di credito di 1500 miliardi di euro a livello europeo per compensare l’aumento dei margini; per Enel, solo in Italia servirebbero aiuti alle imprese per 200 miliardi.

I MARGINI DI GARANZIA

Per poter operare sul mercato dei derivati in una borsa, è obbligatorio il versamento di un margine, cioè di una garanzia iniziale: i margini per i futures di elettricità e gas sono attualmente molto alti, pari al 20 per cento circa del controvalore. Questi margini subiscono inoltre aggiornamenti quotidiani, in base alla variazione di prezzo dei contratti: se questo sale è necessario integrare con ulteriori somme la cassa di garanzia (clearing house), quella che interviene per contenere i danni strutturali in caso di insolvenze.

Il Sole 24 Ore spiega che “il meccanismo della marginazione nella forma attuale è anzi il frutto di riforme studiate a livello internazionale sull’onda della crisi del 2008-2009, col preciso intento di prevenire il ripetersi di un caso Lehman. Il tragico paradosso è che proprio queste regole oggi minacciano di scatenare una nuova crisi sistemica”.

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