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Israele Libano

Eni, Enel, Snam e non solo: tutte le raccomandazioni del Copasir sulle partecipate di stato

Cosa dice il Copasir sul ruolo delle aziende partecipate dallo stato nel settore energetico. Tutti i dettagli.

Quanto al ruolo che può essere esercitato dalle aziende partecipate dallo Stato nel settore energetico si è già sottolineato che esse possono assicurare un contributo sicuramente cruciale.

L’ENI è leader per risorse scoperte e bassi costi unitari di coltivazione, ha l’enorme vantaggio di detenere la titolarità delle concessioni dei giacimenti e risulta fortemente impegnata nel settore della ricerca sulla fusione nucleare.

L’ENEL riveste una posizione di avanguardia nel perseguire gli obiettivi della sostenibilità, dell’innovazione e della transizione energetica, mediante l’accelerazione della produzione di energie rinnovabili.

SNAM vanta il primato in Europa per estensione della rete di trasporto gas e capacità di stoccaggio, oltre ad essere uno dei principali operatori di rigassificazione nel Vecchio Continente.

Terna si afferma come uno dei più dinamici operatori europei di reti per la trasmissione di energia elettrica, garantendo una gestione della rete italiana che è una delle più avanzate tecnologicamente ed assicura un approvvigionamento sicuro ed efficiente per famiglie ed imprese.

Queste aziende, per i punti di forza richiamati, rappresentano pertanto i pilastri sui quali costruire una politica della e per la sicurezza energetica sempre più innovativa ed adeguata alle sfide che il Paese deve fronteggiare. Peraltro, la natura strategica di queste aziende ed il contributo essenziale che esse forniscono per centrare la finalità della diversificazione delle fonti energetiche richiedono il supporto costante dei nostri apparati di intelligence e la consapevolezza di un rafforzamento non più rinviabile della cosiddetta intelligence economica, come in diverse occasioni segnalato dal Comitato, con particolare riferimento alla precedente Relazione sulla sicurezza energetica e alla Relazione annuale.

Il Comitato, tuttavia, coglie l’occasione per segnalare in questa sede alcuni aspetti problematici che, in una dimensione di ordine più generale, investono il ruolo che ricoprono le aziende partecipate dallo Stato.

In primo luogo, proprio nell’ambito delle dinamiche apertesi con il conflitto e conformemente alla posizione netta assunta dal nostro Paese, nei vari consessi internazionali, di ferma condanna dell’aggressione russa, appaiono incoerenti, contraddittori e ambigui alcuni atteggiamenti tenuti da parte di aziende leader che non hanno operato una cesura immediata nei rapporti con le società russe, non recependo tra l’altro le indicazioni formulate dal Governo.

Queste scelte appaiono infatti discutibili e non possono trovare giustificazione facendo leva su argomenti che richiamano l’autonomia delle imprese o le logiche di mercato. Si è di fronte ad aziende di natura strategica che – proprio per la diretta partecipazione da parte dello Stato – sono vincolate a doveri più stringenti, soprattutto in una fase complessa come quella che si sta vivendo e che richiede un indirizzo comunemente condiviso di intransigente opposizione verso la parte responsabile del conflitto in corso.

In secondo luogo, il Comitato segnala l’opportunità che gli acquirenti di materie prime energetiche notifichino ad ARERA e ai Ministeri competenti i contratti d’acquisto con particolare riferimento alle informazioni relative ai prezzi concordati.

In ordine alla tornata di nomine che interessano proprio alcune aziende a partecipazione statale di rilievo strategico per la tutela della sicurezza nazionale, si ravvisa l’esigenza che l’indicazione di soggetti per ricoprire ruoli di vertice non avvenga sulla base di selezioni operate da società private di consulenza aziendale, specializzate nel reclutamento di figure dirigenziali da collocare in incarichi di alta responsabilità, ma siano sottoposti a modalità di selezione della massima trasparenza al fine di evitare qualsiasi condizionamento da parte di attori esterni.

Si ribadisce pertanto che la tutela della sicurezza nazionale dovrebbe rappresentare un imprescindibile metro di valutazione nelle scelte di governance di aziende così decisive, non soltanto nel settore energetico direttamente chiamato in causa nell’attuale passaggio storico. La salvaguardia della sicurezza nazionale e dei prioritari interessi strategici del Paese devono costituire il perno del sistema Italia e caratterizzare le varie politiche di settore, senza deroghe e cedimenti

(Estratto dalla Relazione sulle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina nell’ambito della sicurezza energetica del COPASIR; qui la versione integrale)

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