Tim è pronto a fare la sua parte nell’operazione che mira a installare in tutte le case il sistema dello smart metering, per controllare i consumi di energia. Ma avverte, prima meglio sperimentare
Rush finale verso il Grande Fratello dell’energia, quel sistema centralizzato per la comunicazione delle utenze domestiche, ovvero acqua, luce telefono e gas, basato sui contatori intelligenti, da installare su tutto il territorio nazionale entro il 2020. Dopo il parere dell’Agid, l’agenzia per il digitale incaricata di fungere da infrastruttura del database, oggi pomeriggio è toccato ai rappresentanti di Tim dire la loro dinnanzi ai deputati della commissione Attività produttive. Il gruppo Tlc è direttamente coinvolto nella questione contatori, dal momento che più volte ha annunciato di voler fornire soluzioni mobili per agganciare i dati forniti dai contatori a tablet e smartphone, consentendo così di tenere d’occhio i propri consumi ovunque ci si trovi. E poi lo scorso anno Tim ha annunciato l’intenzione di vendere agli italiani contratti per la luce e il gas, in abbinata alla telefonia fissa, alla telefonia mobile, a Internet. Questo pacchetto unico – con le telecomunicazioni vendute insieme all’energia – è il punto di partenza di una offensiva di fatto contro l’Enel.
L’Ue e la battaglia dei contatori intelligenti

I vantaggi dell’energia intelligente
La nuova tecnologia consente, infatti, di superare l’attuale sistema di fatturazione, basato sulle letture stimate, dal momento che i consumi saranno validati quotidianamente. Insomma, secondo l’Autorità, si potrà dire addio a migliaia di contenziosi a causa di bollette gonfiate. Evidenti anche gli altri vantaggi. Saranno più veloci ed efficienti le procedure di cambio fornitura e di voltura. Soprattutto in vista del 2018 quando, con il passaggio obbligatorio al mercato libero, i clienti potranno sfruttare la concorrenza scegliendo le migliori offerte legate alle proprie esigenze, proprio come succede con i cellulari. I nuovi contatori saranno aperti anche ai possibili sviluppi della domotica, anche avvalendosi del wifi e della fibra ottica.
Tim a caccia dei contatori

Priorità alla sperimentazione
Tim ha poi fatto lanciato una proposta specifica, per rendere più graduale il processo, aumentando le chances di successo dell’intera operazione contatori. “Prima dell’istallazione dei nuovi meter, occorre effettuare una sperimentazione con le diverse tecnologie disponibili: auspichiamo che le commissioni invitino l’Autorità per l’energia ad adoperarsi affinché la soluzione Nb-IoT (Narrow band internet of things, ndr) possa essere utilizzata per rendere realmente future proof il sistema di smart metering di seconda generazione“. In particolare Tim chiede che sia avviato il procedimento per definire i requisiti del cosiddetto meter 2.1 e sia svolta un ’analisi costi-benefici indipendente, che tenga in considerazione benefici e costi per tutti gli stakeholder coinvolti, in primis i consumatori. E che dunque si rimandi l ’pprovazione dei piani di sostituzione dei meter dei distributori al termine di delle analisi appena citate. Anche perché, come precisato da Bagnasco, al momento in Italia “non esistono obblighi né di natura regolamentare, né di tipo normativo, che impongano la sostituzione dei contatori di prima generazione funzionanti e installati da 15 anni”.
Il ruolo della concorrenza
Sulla questione giocherà tuttavia un ruolo essenziale la concorrenza, ovvero il superamento del mercato a maggior tutela. Entro il 2018 tutti gli operatori elettrici approderà al mercato libero. E questo, per Tim, rappresenta inevitabilmente un’occasione. “Crediamo che il sistema di smart metering (la misurazione millimetrica dei nsumi, ndr) debba accompagnare il superamento del mercato tutelato. Perchè la creazione di strumenti intelligenti, come per l’appunto i contatori in questione, aumenteranno le soluzioni di marketing proposte dai vari operatori interessati, finendo con l’accrescere il livello della concorrenza”. In altre parole, la gara che si profila per l’installazione dei contatori intelligente, non farà che giovare alla concorrenza, stimolando l’offerta di tutti i player in campo.
Il nodo della privacy

Il ruolo dello Spid nella rivoluzione dei consumi
La rivoluzione dei contatori chiamerà poi direttamente lo Spid, il pin unico digitale. Come ha ricordato l’Agenzia digitale la scorsa settimana “il terzo ambito, che è l’idea che è stata proposta dall’Agid nel corso di un gruppo di lavoro inter-autorità a gennaio 2016, è quella di riutilizzare il sistema informativo integrato dell’Acquirente Unico (la società in seno al Gse che funge da garante della fornitura di energia elettrica per i clienti che ancora non hanno scelto un fornitore sul libero mercato, ndr), che già ha tutti i dati dei vari distributori di energia e gas, per adattarlo ad un modello di accesso analogo a quello del modello strategico-evolutivo dei servizi pubblici, e quindi l’utilizzo di Spid”. Dunque, ampio ricorso al cosiddetto pin unico, che cancella in un sol colpo password e username, per sostituirli con un un’unica credenziali. Ad oggi sono circa 1,1 milioni gli italiani che l’hanno sperimentato, ben al di sotto le stime del governo, che si aspettava 3 milioni di pin entro la fine del 2016.
Gianluca Zapponini






