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Cosa farà la Commissione Ue contro il gas e il petrolio dalla Russia

Nelle prossime settimane la Commissione europea presenterà le misure per l'azzeramento delle importazioni di gas russo entro il 2027. Parallelamente, vuole inasprire le sanzioni sulle petroliere-ombra di Mosca. Il processo di approvazione, però, potrebbe essere complicato.

Il mese prossimo la Commissione europea presenterà una proposta legale per la piena eliminazione delle importazioni di tutto il gas naturale (anche liquefatto) proveniente dalla Russia entro il 2027. Bruxelles proporrà anche un divieto di importazione di gas russo sia attraverso gli accordi esistenti sul mercato spot che attraverso nuovi patti entro la fine del 2025.

QUANTO CONTA (ANCORA) IL GAS RUSSO PER L’UNIONE EUROPEA

Nonostante negli ultimi tre anni l’Unione europea abbia ridotto parecchio la dipendenza dalla Russia – prima che invadesse l’Ucraina, il paese valeva il 40 per cento delle importazioni di gas del blocco -, la compravendita di gas prosegue: tra carichi di gas liquefatto e forniture passanti per il TurkStream, circa il 19 per cento delle importazioni comunitarie di gas provengono dalla Russia. Più nello specifico, nel 2024 l’Unione europea ha importato – principalmente attraverso contratti a lungo termine – 32 miliardi di metri cubi di gas russo via tubo e 20 miliardi di metri cubi di gas liquefatto russo via nave.

PIÙ IMPORTAZIONI DAGLI STATI UNITI?

Il commissario per l’Energia Dan Jorgensen ha dichiarato che dal febbraio 2022 sono stati spesi più soldi per acquistare combustibili fossili da Mosca che in aiuti a Kiev. Secondo Jorgensen, l’Unione non dovrebbe tornare a dipendere dalle importazioni di gas russo nemmeno se venisse raggiunto un accordo di pace in Ucraina.

La Commissione ha proposto un aumento degli acquisti di gas liquefatto dagli Stati Uniti per riequilibrare la bilancia degli scambi: nel 2024 l’America ha esportato oltre 45 miliardi di metri cubi di gas liquefatto nell’Unione europea, diventandone la maggiore fornitrice con una quota del 45 per cento.

I PASSAGGI POLITICI

Le proposte legislative della Commissione dovranno essere approvate dal Parlamento europeo e dalla maggioranza dei paesi membri dell’Unione. Se ad oggi l’Unione europea non ha sanzionato il gas russo, a differenza del carbone e della maggior parte delle forniture di petrolio, è per via dell’opposizione della Slovacchia e dell’Ungheria, che avrebbero difficoltà a trovare delle alternative a prezzi vantaggiosi.

L’imposizione di sanzioni sul gas russo richiederebbe il voto unanime di tutti i ventisette paesi membri. Per facilitare l’approvazione delle nuove restrizioni – la Slovacchia ha già comunicato la sua contrarietà -, la Commissione vorrebbe allora classificarle come misure commerciali, che non richiedono l’unanimità ma solo la maggioranza qualificata.

NUOVE SANZIONI SULLE PETROLIERE-OMBRA

La Commissione, inoltre, ha intenzione di proporre anche un nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia – il diciassettesimo – dedicato alla cosiddetta “flotta di petroliere-ombra”, utilizzata da Mosca per continuare a vendere il suo petrolio aggirando le restrizioni occidentali (come il price cap). Si chiamano “petroliere ombra” perché non sono dotate dei sistemi di sicurezza per la segnalazione automatica della posizione.

Le sanzioni proposte – verranno discusse il prossimo 20 maggio – riguarderanno sessanta entità e soggetti e potrebbero applicarsi a circa centocinquanta imbarcazioni: in questo modo, sarebbero in tutto oltre trecento le petroliere sanzionate.

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