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Eni Congo

Come vanno i bond perpetui di Eni

Bond perpetui Eni: numeri, commenti e analisi

 

Una scommessa sul futuro post Covid. A lanciarla è Eni, che ieri ha concluso il collocamento di due emissioni obbligazionarie perpetue subordinate ibride del valore nominale complessivo di 3 miliardi di euro (l’”Emissione Ibrida”).

Le emissioni hanno l’obiettivo di finanziare i futuri fabbisogni del Cane a Sei Zampe, impegnato nella transizione energetica, e mantenere una struttura finanziaria equilibrata. Andiamo per gradi.

IL COLLOCAMENTO

Eni ha lanciato due emissioni obbligazionarie perpetue subordinate ibride del valore nominale complessivo di 3 miliardi di euro. Per l’operazione, il più grande collocamento di bond ibridi mai emesso da una società corporate italiana, il gruppo si è avvalsa di un sindacato di banche composto da Barclays, BNP Paribas, Citi, Goldman Sachs, HSBC, Santander, SMBC Nikko e UniCredit, come specifica il Corriere della Sera.

LA DOMANDA

La collocazione è stata un successo. La domanda per questo strumento finanziario subordinato che non ha scadenza è stata pari a 14 miliardi, talmente alta che la società ha aumentato l’iniziale ammontare da 2-2,5 miliardi portandolo a tre miliardi equamente distribuiti sui due bond. Eni ha strappato un tasso di 2,75% sulla tranche a 5 anni e del 3,375% sui quella a nove, riporta Repubblica.

Gli investitori coinvolti sono più di 800 gli investitori coinvolti provenienti dai principali paesi europei e dall’Italia, interessati all’emissione.

“Un ottimo risultato che in piena pandemia ci dà una mano a gestire il piano di transizione a lungo termine della società e migliora il nostro profilo di credito”, ha commentato Francesco Gattei, direttore finanziario dell’Eni, specificando che tali bond “consentono di rafforzare il patrimonio e ridurre il suo rapporto con il debito, sceso da 0,37% a 0,27%, senza diluire gli azionisti”.

NEGOZIATE A LUSSEMBURGO

Le obbligazioni sono state collocate sul mercato degli Eurobond, sono regolate dalla legge inglese, saranno negoziate alla Borsa del Lussemburgo e la data di regolamento prevista è il 13 ottobre 2020.

LE CARATTERISTICHE DELLE DUE OBBLIGAZIONI

Scendendo nei particolari, un primo bond è dell’ammontare di 1,5 miliardi di euro con periodo di “non-call” di 5,25 anni, con un prezzo di re-offer del 99,403% e una cedola annua del 2,625%, fino alla prima data di reset prevista il 13 gennaio 2026 (l’”Obbligazione ibrida 5,25 anni Non-call”).

Il secondo bond è sempre dell’ammontare di 1,5 miliardi di euro, ma con periodo di “non-call” di 9 anni, con un prezzo di re-offer del 100% e una cedola annua del 3,375% fino alla prima data di reset prevista il 13 ottobre 2029 (l’”Obbligazione ibrida 9 anni Non-call”).

“La società ha la possibilità di rimborsare ciascuno dei prestiti obbligazionari ibridi in qualsiasi momento nei 90 giorni precedenti la relativa prima reset date e, successivamente, ad ogni data di pagamento degli interessi; la prima reset date per il primo prestito obbligazionario si prevede sia a 5,25 anni dall’emissione (13 gennaio 2026) e per il secondo prestito obbligazionario si prevede sia a 9 anni dall’emissione (13 ottobre 2029)”, spiega Eni in una nota.

L’OBIETTIVO

L’emissione delle obbligazioni, che fa salire la liquidità del gruppo a 21 miliardi, servirà a finanziare i futuri fabbisogni e a mantenere una struttura finanziaria equilibrata. Eni è impegnata, in questi anni, a rivoluzionare il proprio business e ad attuar una transizione energetica nel rispetto degli obiettivi di sostenibilità Ue.

LE MODIFICHE FISCALI

A spingere Eni alle emissioni ibride sono state anche, spiega il Sole 24 Ore, “le modifiche fiscali introdotte di recente che hanno reso attraente per le società basate in Italia l’utilizzo di queste strutture ibride, come del resto già succede in altri mercati europei”.

“Con questa operazione che fa parte del piano da 5 miliardi di emissioni di bond ibridi entro giugno 2022, la società rafforza la strategia del nuovo piano di decarbonizzazione”, aggiunge il quotidiano finanziario.

LE PAROLE DI DESCALZI

“Abbiamo ottenuto un grande successo con il nostro primo collocamento di obbligazioni ibride. Il mercato, pur in un contesto di forte volatilità, ha riconosciuto ampia fiducia nella solidità finanziaria e nella strategia di transizione energetica di Eni. La componente equity delle obbligazioni ibride rafforza ulteriormente la nostra solidità patrimoniale e supporta il nostro profilo di credito”, ha commentato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni.

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