Arrivano le elezioni, partono i soldi. Quelli per l’agricoltura pugliese non ci sono più.
La Regione, seconda in Italia dopo la Lombardia per l’intero comparto, doveva spendere entro la fine del 2019, 142 milioni di euro ma non lo ha fatto. Un vero peccato per una Regione virtuosa del Sud che vanta un settore dinamico, ben orientato e sostenibile.
I soldi erano quelli della Programmazione 2014-2020. Il caso è anche uno smacco per il governatore uscente Michele Emiliano, fresco di nuova investitura per le elezioni di primavera. È uscito vittorioso alle primarie del centro sinistra, avendo alle spalle anche un largo consenso tra gli agricoltori. Una battuta d’arresto nell’azione per un’economia sostenibile che può pesare sulla corsa alla riconferma della Giunta pugliese.
A meno che non si troveranno dei correttivi per non mandare indietro i soldi a Bruxelles. Alla giunta pugliese uscente va riconosciuto il merito di avere puntato molto sull’agricoltura e sulla sua trasformazione biologica nell’ottica della green economy. Per la spesa comunitaria complessiva (agricoltura a parte, s’intende) Regione è stata valutata positivamente dalle strutture di monitoraggio.
I soldi europei si sarebbero persi per ritardi burocratici da parte delle aziende agricole nel programmarne l’utilizzo, ha scritto il Sole 24 Ore. In fondo si tratta di contributi pubblici da gestire con oculatezza a scanso di truffe, distorsioni e malversazioni.
Lo sviluppo rurale previsto dall’Ue è centrale nella pianificazione strategica pluriennale e possiamo immaginare che la ministra Teresa Bellanova – peraltro molto legata alla sua Puglia – si darà da fare per permettere di spendere i 142 milioni. Anche perché a Bruxelles si sta discutendo il prossimo Piano agricolo pluriennale sul quale punta anche il maxi piano ambientalista di Ursula von der Leyen. La presidente sa che senza consenso degli Stati membri sui vari settori economici il suo piano fallisce.
“Il mancato obiettivo di spesa di Regione Puglia in chiave agricola per 142 milioni di euro, i quali andranno persi per la programmazione futura, impone una seria riflessione sul funzionamento complessivo dei Piani di sviluppo rurale e della Politica agricola comune nel suo complesso, ha commentato Gianni Dalla Bernardina, presidente della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani (Cai).
D’altronde non è chiaro se il taglio delle risorse future riguarderà solamente la Puglia oppure se le minori devoluzioni comunitarie saranno spalmate pro quota a livello nazionale fra tutte le Regioni. Insomma, preoccupazioni degne di una mossa politica a livello comunitario che superino anche le critiche delle opposizioni ad Emiliano e ridiano fiducia agli agricoltori pugliesi. Un po’ come accaduto in Sicilia, Basilicata, Abruzzo, Campania, Liguria che hanno documentato l’uso dei fondi negli ultimi giorni utili.