Il Meeting di Rimini 2024 è stato il palcoscenico dal quale il Governo ha abbattuto il tabù dell’energia nucleare, per lo meno all’interno del dibattito pubblico. Dopo il ministro Adolfo Urso e il ministro Antonio Tajani, ieri anche il titolare del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratini, ha parlato di energia nucleare. “Non dobbiamo difenderci dalle rivoluzioni ma accoglierle come occasioni – ha detto Fratin nell’ambito del convegno “Transizione energetica: costi e competitività” -. Noi siamo il paese dei no, dobbiamo fare delle scelte. Oggi abbiamo l’energia a oltre 100 euro al MWh. La Spagna ce l’ha a un terzo, la Francia alla metà. Fino a quando vogliamo andare avanti in questa condizione?Seguendo tutte le strade, anche il nucleare. Nessuno vuole i rifiuti nucleari ma il nucleare serve anche in medicina”. La dichiarazione, che non troppo tempo fa avrebbe raccolto quanto meno malumori, è stata invece accolta da applausi della platea del Meeting.
LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI IN UE NON DEVE ESSERE UN VANTAGGIO PER I COMPETITOR
L’obiettivo della transizione energetica deve affiancare e raccogliere la sfida della competitività. “L’Ue ha ridotto le emissioni del 15-16% dall’accordo di Parigi e il nostro Pil è aumentato del 7-8% – ha detto Francesco Gattei, Chief Financial Officer (CFO) Eni -. Gli Usa hanno lasciato fare il mercato e hanno aumentato il loro Pil del 50% riducendo le emissioni dell’8% e godendo di un vantaggio competitivo prospettivo. La transizione non è il cambiamento dell’offerta di energia, ma il cambiamento dell’offerta, del trasporto, dello stoccaggio e della domanda di energia. Se cambiamo uno solo di questi oggetti il sistema va in disequilibrio e la transizione non si realizza. Di questo dobbiamo parlare anche a livello europeo e speriamo in un atteggiamento diverso, anche in funzione dell’evoluzione politica in corso”.
L’ENERGIA CIRCOLARE POTREBBE COPRIRE FINO AL 5% DEL FABBISOGNO NAZIONALE
La transizione energetica, quindi, vuol dire, per il nostro paese, superare le paure legate al ricorso all’energia nucleare che non è, però, l’unica strada. “Obiettivo dell’Italia è raggiungere all’autosufficienza grazie al mix energetico nel quale ci sarà anche il nucleare – ha detto Roberto Sancinelli, presidente Montello S.p.A. -. La società che rappresento si occupa di energia circolare, energia che arriva dai rifiuti. Tutti i rifiuti devono essere valorizzati energeticamente che potrebbero coprire fino al 5% del fabbisogno nazionale”. Dunque, l’economia dei rifiuti diviene importante anche in ambito energetico. Peraltro, il nostro paese è il primo, in Europa, per riciclo degli imballaggi. “Oggi siamo oltre il 70% del riciclo dei rifiuti di imballaggio e resi disponibili – ha dettoIgnazio Capuano, presidente Conai -. Mettere a disposizione materia seconda aiuta a ridurre la domanda di nuovi materiali. Il beneficio economico è di circa tre miliardi. Sono immesse in Italia oltre 14 tonnellate di imballaggi, noi ne recuperiamo 10 miliardi, siamo il numero uno in Europa”.
L’ITALIA PERDE IL 41% DELL’ACQUA, LA MEDIA EUROPEA È DEL 26%
Transizione vuol dire anche consumo e risparmio idrico. “L’acqua è un volano di sviluppo enorme, influenza il 20% del Pil e alimenta un altro 20% indirettamente, e ha una ricaduta come moltiplicatore del Pil di tre volte”, ha detto Fabrizio Palermo, amministratore delegato Acea. Un settore che fa registrare richieste sempre maggiori a fronte “della disponibilità del 20% di acqua rispetto all’anno scorso”. E il nostro Paese non riesce a farne buon uso. “Oggi l’Italia perde il 41% dell’acqua, la media europea è del 26%. Se si vuole avere un’industria e un’agricoltura floride bisogna lavorare bene – ha aggiunto Palermo -. Consideriamo che anche l’intelligenza artificiale utilizza acqua: 20 domande su ChatGPT consuma mezzo litro d’acqua. Si calcola che la crescita dell’intelligenza artificiale porterà a una crescita dei consumi di acqua di 4miliardi di metri cubi”.
GRAZIE ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE LE EMISSIONI DI GAS SERRA SI SONO RIDOTTE DEL 20%
L’Intelligenza artificiale, però, riesce anche a contribuire alla riduzione delle emissioni. “Negli ultimi anni grazie all’intelligenza artificiale le emissioni di gas serra si sono ridotte del 20% e si è realizzato un decremento dell’uso dell’elettricità – ha detto Maximo Ibarra, amministratore delegato Engineering, tra i relatori del convegno “Transizione energetica: costi e competitività”, nell’ambito del Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini -. Riuscire a monitorare la produzione di nuova energia richiede intelligenza dal punto divista tecnologia, così come per gli stoccaggi. Questo è permesso dall’AI che può monitorare anche le reti idriche, le infrastrutture critiche e le fragilità del territorio”.