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Combustibili Fossili

I combustibili fossili resteranno con noi ancora a lungo. Report Unep

Un mondo privo di combustibili fossili non sarà dietro l’angolo nemmeno a inizio del nuovo decennio, stando a un nuovo rapporto delle Nazioni Unite.

Se il 2030 sembra ancora lontano in termini di anni, lo è probabilmente ancora di più dal punto di vista dell’affermazione piena e totale delle energie pulite. Insomma, un mondo privo di combustibili fossili non sarà dietro l’angolo nemmeno a inizio del nuovo decennio. Catastrofismo? No, è quanto previsto da un nuovo rapporto stilato dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) insieme ad altri istituti intitolato “Riduzione o aumento graduale? I principali produttori di combustibili fossili pianificano ancora più estrazione nonostante le promesse climatiche”.

IL LUNGO DOMINIO DI PETROLIO E GAS

Secondo le rilevazioni emerse da quest’analisi, “i governi prevedono di produrre circa il 110% in più di combustibili fossili nel 2030 rispetto a quanto sarebbe coerente con la limitazione del riscaldamento a 1,5°C e il 69% in più rispetto a quanto sarebbe coerente con 2°C”.

“Ciò avviene – ricorda con rammarico l’Unep – nonostante 151 governi nazionali si siano impegnati a raggiungere emissioni nette pari a zero”. Anche secondo l’Iea, “la domanda globale di carbone, petrolio e gas raggiungerà il picco in questo decennio, anche senza nuove politiche”. Di più: non solo gli Stati continueranno a puntare su gas e petrolio. Ma secondo l’Unep e gli altri istituti, “i piani governativi porterebbero ad un aumento della produzione globale di carbone fino al 2030 e della produzione globale di petrolio e gas almeno fino al 2050, creando un divario di produzione di combustibili fossili sempre più ampio nel tempo”.

COSA DEVONO FARE I GOVERNI

Secondo il rapporto, allora, la ricetta da seguire da parte dei governi prevede in primo luogo “un’eliminazione quasi totale della produzione e dell’uso del carbone entro il 2040 e a una riduzione combinata della produzione e dell’uso di petrolio e gas entro tre quarti entro il 2050 dai livelli del 2020, come minimo”. Come ricorda l’Unep, “nessuno si è impegnato a ridurre la produzione di carbone, petrolio e gas in linea con la limitazione del riscaldamento a 1,5°C”.

Serve più ambizione, dunque, da parte degli Stati. Specie da coloro che hanno più risorse per poter accelerare la transizione, tanto da poter aiutare quelli con maggiori limiti.

L’ATTACCO DI GUTERRES AI COMBUSTIBILI FOSSILI

“I governi stanno letteralmente raddoppiando la produzione di combustibili fossili; ciò significa doppio problema per le persone e il pianeta”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. Australia, Brasile, Canada, Cina, Colombia, Germania, India, Indonesia, Kazakistan, Kuwait, Messico, Nigeria, Norvegia, Qatar, Federazione Russa, Arabia Saudita, Sudafrica, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e Stati Uniti d’America.

“Non possiamo affrontare la catastrofe climatica senza affrontare la sua causa principale: la dipendenza dai combustibili fossili. La COP28 deve inviare un chiaro segnale che l’era dei combustibili fossili è senza gas – che la sua fine è inevitabile. Abbiamo bisogno di impegni credibili per aumentare le energie rinnovabili, eliminare gradualmente i combustibili fossili e aumentare l’efficienza energetica, garantendo al contempo una transizione giusta ed equa”, ha detto ancora Guterres.

BISOGNA PUNTARE SULLE ENERGIE PULITE, DICE ANDERSEN (UNEP)

“I piani dei governi per espandere la produzione di combustibili fossili stanno minando la transizione energetica necessaria per raggiungere emissioni nette zero, mettendo in discussione il futuro dell’umanità”, ha affermato Inger Andersen, direttore esecutivo dell’Unep. “Alimentare le economie con energia pulita ed efficiente è l’unico modo per porre fine alla povertà energetica e ridurre le emissioni allo stesso tempo”.

“A partire dalla COP28, le nazioni devono unirsi dietro un’eliminazione graduale gestita ed equa di carbone, petrolio e gas – per alleviare le turbolenze future e avvantaggiare ogni persona su questo pianeta”, ha aggiunto.

Sulla stessa linea anche Ploy Achakulwisut, autore principale del rapporto e scienziato Sei: “La scienza dice che dobbiamo iniziare a ridurre la produzione e l’uso globale di carbone, petrolio e gas ora – insieme all’aumento dell’energia pulita, alla riduzione delle emissioni di metano da tutte le fonti e ad altre azioni climatiche – per mantenere vivo l’obiettivo di 1,5°C”.

LA COP28

Guardando, infine, al vicino appuntamento della Cop28 di Dubai, già citato da Andersen, Michael Lazarus, autore principale del rapporto e direttore del SEI US Centre, ha dichiarato che “potrebbe essere il momento cruciale in cui i governi si impegnano finalmente per l’eliminazione graduale di tutti i combustibili fossili e riconoscono il ruolo che i produttori devono svolgere nel facilitare una transizione gestita ed equa”.

“In vista della COP28, i governi devono cercare di aumentare drasticamente la trasparenza su come raggiungeranno gli obiettivi di emissione e introdurre misure giuridicamente vincolanti per sostenere questi obiettivi”, ha aggiunto sul tema della Conferenza Neil Grant, analista del clima e dell’energia, Climate Analytics.

(Articolo pubblicato su Energia Oltre)

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