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Cop22

Clima: niente di nuovo da Marrakech. La Cop22 riconferma impegni Cop21

La Cop22 di Marrackech porta scarsi risultati: l’ombra di Trump non fa prendere decisioni coraggiose Una riconferma degli impegni presi a Parigi con la Cop21. È questo il riassunto della Cop22 di Marrakech. Alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima si è discusso di come implementare gli accordi siglati lo scorso anno a Parigi, ma con…

La Cop22 di Marrackech porta scarsi risultati: l’ombra di Trump non fa prendere decisioni coraggiose

Una riconferma degli impegni presi a Parigi con la Cop21. È questo il riassunto della Cop22 di Marrakech. Alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima si è discusso di come implementare gli accordi siglati lo scorso anno a Parigi, ma con scarsi risultati.

Insomma, i 196 Stati si impegnano nuovamente a limitare l’aumento del riscaldamento globale a meno di 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali. Non c’è stato nessun progresso, nessuna dichiarazione di intenti spettacolare. Le grandi economie hanno ora l’obiettivo di mobilitare almeno 100 miliardi di dollari all’anno da versare ai Paesi più poveri per aiutarli a sviluppare fonti di energia meno inquinanti.

Un obiettivo ambizioso, sì, ma non è nuovo e, soprattutto, non è sufficiente. Secondo le stime Onu, infatti, per uno sviluppo sostenibile delle economie in via di sviluppo servirebbero dai 5 ai 7mila miliardi di dollari annui.

“Noi, in rappresentanza dei paesi sviluppati, riaffermiamo il nostro obiettivo di mobilitazione di 100 miliardi di dollari”, si legge nella carta. I Paesi si augurano che “gli impegni entrino subito in vigore con gli obiettivi ambiziosi che si è posto l’Accordo di Parigi e nel segno dell’inclusione”. La dichiarazione invita tutti alla “solidarietà nei confronti dei paesi più vulnerabili di fronte ai cambiamenti climatici”.

Cop22: Marrakech e l’ombra di Trump

cop22A dirla tutta, questa conferenza ha molto risentito la notizia dell’elezione di Donald Trump, convinto che i cambiamenti climatici siano una bufala cinese per fermare l’avanzata economica degli Usa e deciso a non rispettare gli accordi di Parigi, siglati da Obama.

Tina Johnson, direttore delle politiche statunitensi per il clima, ha provato a tranquillizzare sulla questiona i 196 Paesi presenzi, ma saranno solo le prossime decisioni del neo Presidente ad influenzare il futuro degli accordi e del clima.

Un solo Paese, un solo uomo, una sola persona non possono controllare l’esito di un destino che sembra ormai scritto. Il cambiamento climatico è reale, dobbiamo agire e fare tutto il possibile. Penso che i discorsi degli ultimi giorni abbiano avuto un impatto e un effetto sulla nostra società civile e su altri Paesi”, ha affermato Tina Johnson.

Quel che è certo, però, è che sarà solo la politica che Trump sceglierà di prendere ad influenzare i futuri accordi sul clima e la riuscita degli sforzi mondiali: gli Usa, infatti, sono una delle economie mondiali più inquinanti e insieme alla Cina sono responsabili del 38% delle emissioni mondiali.

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