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Ecco i piani di Chevron su petrolio, dividendi, Ia e non solo

Chevron, una delle principali Big Oil al mondo, ha detto che nei prossimi cinque anni darà priorità alla distribuzione di dividendi agli azionisti, anziché all'espansione della produzione di idrocarburi. La società punterà sulla chimica e sulla fornitura di elettricità per l'intelligenza artificiale. Tutti i dettagli.

La compagnia petrolifera statunitense Chevron ha fatto sapere che nei prossimi cinque anni darà priorità alla distribuzione di dividendi agli azionisti, anziché all’espansione della produzione di idrocarburi. La major energetica, dunque, si concentrerà sul contenimento dei costi e delle spese in conto capitale, puntando a un incremento dell’utile per azione e del flusso di cassa libero di oltre il 10 per cento all’anno entro il 2030, stimando un prezzo medio del greggio Brent – il contratto di riferimento internazionale, basato sul mare del Nord – di 70 dollari al barile. Attualmente il Brent si scambia a circa 64,7 dollari al barile.

QUANTO AUMENTERÀ LA PRODUZIONE

Nei prossimi cinque anni, la produzione oil & gas di Chevron aumenterà del 2-3 per cento all’anno e la società taglierà la spesa in conto capitale annuale di circa 1 miliardo di dollari, portandola a 18-21 miliardi.

CHEVRON CONTRO EXXONMOBIL: DUE VISIONI OPPOSTE

L’approccio di Chevron è praticamente opposto a quello della sua rivale principale, ExxonMobil, che al contrario ha aumentato gli investimenti nella capacità produttiva nonostante la fiacchezza dei prezzi internazionali del greggio.

Ad oggi la produzione petrolifera di Chevron si attesta a 4,1 milioni di barili al giorno, un valore record che è legato all’acquisizione dell’azienda statunitense Hess (un’operazione da 53 miliardi di dollari). L’output di ExxonMobil è leggermente superiore, a 4,8 milioni di barili al giorno.

LE PAROLE DEL DIRETTORE FINANZIARIO

Il direttore finanziario di Chevron, Eimear Bonner, ha detto al Financial Times che “siamo concentrati sulla crescita del flusso di cassa libero, non dei volumi: questa è la differenza”. Si tratta, a suo dire, di un approccio “molto più incentrato sul valore: aumentare il flusso di cassa libero, aumentare gli utili, aumentare i rendimenti, migliorare il rendimento del capitale investito, ottenendo una maggiore efficienza del capitale e una maggiore competitività dei costi”.

IL BUYBACK

Chevron, inoltre, conta di portare avanti il suo programma di riacquisto di azioni (buyback) fino al 2030 per 10-20 miliardi di dollari all’anno, assumendo prezzi del greggio compresi tra i 60 e gli 80 dollari al barile.

LA PETROLCHIMICA E L’ELETTRICITÀ

Al di là del petrolio, Chevron sta puntando maggiormente sulla chimica: nel 2027 dovrebbero aprire due grandi impianti. Anche l’Agenzia internazionale dell’energia ha riconosciuto che il settore petrolchimico sarà uno dei principali driver della domanda petrolifera nei prossimi anni: il greggio, dunque, verrà sempre più utilizzato come “base” per la produzione di materiali.

Inoltre, prossimamente aprirà la prima centrale a gas di Chevron, che produrrà l’elettricità necessaria all’alimentazione dei centri dati in Texas. La società – così come ExxonMobil – ha poi intenzione di entrare nel settore della fornitura di energia elettrica per capitalizzare l’Ai boom, ovvero l’aumento della domanda energetica legato allo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

TAGLI ALLA FORZA LAVORO

Lo scorso febbraio Chevron aveva annunciato che avrebbe ridotto del 20 per cento la sua forza-lavoro a meno di 38.000 unità. La società ha motivato la decisione spiegando che molti grandi progetti sono terminati, la tecnologia è cambiata e le operazioni si sono fatte più efficienti: da qui, la minore necessità di manodopera.

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