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Cambiamento Climatico Università

Che cosa si è detto al Consiglio Ambiente dell’Ue su CO2, clima e auto

I 14 paesi Ue – tra cui l’Italia – riuniti nel Green Growth Group hanno chiesto alla Commissione europea di rendere più ambiziosi i target concordati nel giugno del 2016 a Parigi per la riduzione dei gas serra e di presentare un più deciso piano d’azione alla riunione sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite di…

I 14 paesi Ue – tra cui l’Italia – riuniti nel Green Growth Group hanno chiesto alla Commissione europea di rendere più ambiziosi i target concordati nel giugno del 2016 a Parigi per la riduzione dei gas serra e di presentare un più deciso piano d’azione alla riunione sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite di dicembre 2018 (COP24). Come si legge nel documento firmato dal gruppo dei 14 in occasione del Consiglio Ambiente, una selle prime sessioni del Consiglio dell’Ue in corso in Lussemburgo, i paesi più verdi d’Europa premono perché l’Ue adotti misure stringenti che garantiscano di centrare gli obiettivi degli Accordi di Parigi e contenere entro 1,5 gradi centigradi l’aumento medio delle temperature rispetto ai livelli preindustriali.

CHI SONO I FIRMATARI

L’Italia, tramite il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha firmato il documento congiunto; gli altri firmatari sono i ministri dell’Ambiente di Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia e Uk. Il gruppo dice che l’Ue deve continuare a dimostrare di avere un ruolo guida sugli impegni pro-clima su scala mondiale e spronare tutte le parti firmatarie dell’accordo di Parigi ad alzare gli obiettivi sulla lotta al cambiamento climatico.

EMISSIONI, DA ZERO A NEGATIVO

I firmatari invitano l’Europa a presentare a fine anno una strategia di lungo periodo che contenga almeno uno scenario in cui si prospettano le misure atte a contenere l’incremento delle temperature entro 1,5 gradi e emissioni zero (o impronta di carbonio neutrale) in Ue entro il 2050 per arrivare in seguito a emissioni negative. Per questo andrà rivalutata la coerenza dell’attuale obiettivo di riduzione delle emissioni europee di gas serra di almeno il 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 in base ai principi sia di equità che di costi finanziari e tecnologici: l’Europa dovrà garantirsi una transizione verde efficiente per tutti i cittadini e tutte le regioni e la strategia andrà messa a punto con il contributo di tutti i portatori di interesse.

Secondo il documento del Green Growth Group, politiche europee specifiche per i singoli settori economici potrebbero permettere all’Ue di ottenere per il 2030 riduzioni delle emissioni superiori  a quelle attese dall’attuale EU Climate and Energy Framework. L’Ue dovrebbe annunciare al COP24 che “è pronta ad aggiornare gli NDC entro il 2020”, ovvero ad andare oltre i contributi nazionali (Nationally Determined Contributions) previsti negli Accordi di Parigi.

L’Ue ha approvato a metà giugno nuovi target per le rinnovabili al 32% entro il 2030. Miguel Arias Cañete, commissario Energia dell’Ue, dice che l’Unione europea è pronta a portare l’impegno sulla riduzione delle emissioni inquinanti dal 40% al 45% nel 2030 e ha già detto che l’Ue sta alzando l’asticella sugli NDC. La Commissione europea definirà anche una strategia per l’economia low-carbon di qui al 2050 che sarà presentata a dicembre alla conferenza sul clima dell’Onu in Polonia. Il Green Growth Group, però, vuole almeno uno scenario zero-carbon.

IL REGISTRO UE DEI CAMION

Al Consiglio Ambiente, i ministri dell’Ue hanno tenuto dibattiti orientativi anche sulle norme sulle emissioni di CO2 per autovetture e furgoni e hanno adottato un regolamento sul controllo e la comunicazione delle emissioni di CO2 e sul consumo di carburante dei nuovi veicoli pesanti. Il sistema di monitoraggio è il punto di partenza per la proposta legislativa presentata dalla Commissione Ue lo scorso maggio, che fissa obiettivi di riduzione sulle emissioni dei veicoli pesanti al 15% entro il 2025 rispetto ai livelli del 2019 e al 30% entro il 2030 rispetto al 2019. L’intenzione è di arrivare a creare un registro con i dati sul consumo di carburante di camion, pullman e autobus per consentire alle aziende dei trasporti di mettere a confronto marchi e modelli e scegliere, possibilmente, quelli con cui risparmiano carburante e abbattono le emissioni.

LE DICHIARAZIONI DI COSTA

Di emissioni legate al trasporto leggero ha invece parlato nel suo intervento al Consiglio Ambiente dell’Ue il ministro italiano Costa proponendo di incrementare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 delle auto al 40% al 2030 e rendere vincolante l’abbattimento del 15% al 2025. Attualmente l’Europa prevede al 2021 una riduzione del 40% delle emissioni di CO2 delle auto rispetto ai livelli medi del 2007 e, al 2030, una riduzione del 30% delle emissioni sui livelli del 2021, con un obiettivo intermedio al 2025 del 15%.

“Dobbiamo raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi a cui abbiamo tutti aderito con convinzione. Su questo tema è necessaria una maggiore ambizione che renderebbe l’Unione europea più forte e vitale”, ha detto Costa. L’obiettivo della riduzione del 15% della CO2 prevista dalla Commissione al 2025 deve essere vincolante, con un ulteriore incremento al 2028 e obiettivo al 40% al 2030”.“Non dobbiamo essere ostili alle nuove tecnologie. Proponiamo una revisione al 2022 e non al 2024 e di eliminare il sistema premiale dei crediti che alla lunga incentiva a inquinare. Potremmo prevedere un sistema di premi solo per chi supera gli obiettivi e un sistema di sanzioni previste per chi non raggiunge gli obiettivi di riduzione”, ha aggiunto Costa.

Parlando con i giornalisti a margine del Consiglio in Lussemburgo Costa ha anche indicato, per l’Italia, che il governo vuole far circolare i veicoli elettrici nelle città che ne hanno più bisogno come “passo concreto” anche per “cominciare a fermare la procedura di infrazione” aperta dall’Ue sull’Italia. A maggio l’Italia è stata deferita alla Corte di giustizia Ue (come Germania, Francia, Regno Unito, Ungheria e Romania) per violazione delle norme europee sulla qualità dell’aria.

FRANCIA D’ACCORDO CON L’ITALIA

La posizione di Costa è simile a quella della Francia il cui ministro dell’Ambiente Nicolas Hulot ha chiesto alla Commissione europea di alzare il target proposto del 30% di riduzione delle emissioni di CO2 per i nuovi veicoli e portarlo almeno al 40% entro il 2030. La posizione su auto e mezzi pesanti è condivisa dall’Irlanda, che non ha firmato il documento del Green Growth Group, ma che ha appoggiato l’innalzamento del target sia al 2030 che al 2050, ha indicato il ministro dell’Ambiente Denis Naughten. Naughten ha anche detto che le case automobilistiche dovrebbero condividere i loro dati sull’efficienza dei carburanti che raccolgono con i loro veicoli; queste informazioni sarebbero usate come base per imporre tasse su auto e camion in modo da disincentivare i mezzi più inquinanti.

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