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Petrolio

Biden sgasa oleodotti e gasdotti Usa?

Joe Biden ha deciso di revocare il permesso presidenziale per l’oleodotto Keystone XL, ponendo le basi per una nuova politica dell'energia negli Usa

 

Quando il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha deciso di revocare il permesso presidenziale per l’oleodotto Keystone XL nel suo primo giorno in carica, ha di fatto posto le basi per revisioni ambientali più complesse e lunghe per tutte le infrastrutture petrolifere e del gas americane. Anche se si è trattato di una mossa non del tutto inaspettata viste le promesse fatte in campagna elettorale e l’attenzione su energia pulita e politiche ambientali.

A RISCHIO ANCHE LE INFRASTRUTTURE ESISTENTI

Lo stop a Keystone XL e gli ordini esecutivi sul clima firmati nei primi dieci giorni in carica del presidente Biden stanno però inviando un messaggio ben preciso all’industria petrolifera e del gas: le infrastrutture energetiche con scarse credenziali ambientali non troveranno spazio con questa amministrazione. E a rischio non ci sono solo i progetti di pipeline proposti, ma anche la gestione di condotte già operative come il Dakota Access Pipeline, dicono gli analisti.

CAMBIO DI PASSO SUL CLIMA

L’ordine esecutivo firmato la scorsa settimana riguardante il modo di affrontare la crisi climatica in patria e all’estero ha di fatto autorizzato le autorità competenti “a garantire che gli investimenti nelle infrastrutture federali riducano l’inquinamento climatico” e a richiedere che “le decisioni federali in materia di autorizzazione considerino gli effetti delle emissioni di gas serra e dei cambiamenti climatici”.

Il controllo rafforzato dell’impatto ambientale, anche sui processi di ubicazione e autorizzazione in corso, è destinato a rendere più complicato l’intero riesame ambientale e di autorizzazione, con tempi più lunghi dal progetto all’approvazione definitiva da parte di tutte le autorità competenti, comprese le agenzie federali.

COSA PENSANO GLI ANALISTI

“Nel complesso, ci si aspetta un’analisi ambientale molto più intensa e difficile e processi di autorizzazione per gli oleodotti, incluso il potenziale rifiuto totale delle richieste”, ha detto a Bridget DiCosmo di Energy Intelligence Michael Drysdale, avvocato dello studio legale Dorsey & Whitney.

“Nel suo primo giorno, Biden ha anche revocato quattro degli ordini esecutivi di Trump destinati a razionalizzare e accelerare le autorizzazioni per le infrastrutture, suggerendo che ottenere le approvazioni potrebbe diventare più complesso e prolungato”, ha affermato Ed Crooks, Vicepresidente di Wood Mackenzie.

Nella sua corsa per snellire le approvazioni per gli oleodotti, l’amministrazione Trump aveva offerto il fianco a ulteriori controversie da parte di oppositori e attivisti per il clima sui progetti. L’addio al Keystone XL da parte del presidente Biden aggiunge un altro fattore oltre agli ostacoli legali e normativi in corso per agevolare l’approvazione dei progetti di gasdotti: la potenziale opposizione del governo federale, ha affermato Wood Mac.

NEMMENO LE INFRASTRUTTURE OPERATIVE SONO FUORI PERICOLO

Il passaggio dell’amministrazione Biden all’energia pulita non sta solo complicando il futuro delle proposte di infrastrutture per il petrolio e il gas. Crea ulteriori sfide anche per il funzionamento delle condutture esistenti che sono già impantanate in problemi legali, come la Dakota Access Pipeline.

ATTIVISTI SUL PIEDE DI GUERRA

Gli attivisti per il clima e alcune organizzazioni locali si sono dette contente per l’affossamento di Keystone XL e ora chiedono al presidente Biden di agire sul Dakota Access, sul programma di espansione e sostituzione della linea 3 di Enbridge e sul piano di sostituzione della linea 5 di Enbridge nel Michigan.

Gli attivisti hanno protestato la scorsa settimana scorso a St Paul, Minnesota, chiedendo al presidente Biden di revocare i permessi per la linea 3 di Enbridge.

Enbridge ha appena iniziato la realizzazione della sostituzione dell’oleodotto della Linea 3 in Minnesota dopo aver ricevuto tutte le approvazioni e i permessi necessari, mentre i gruppi locali continuano a cercare di ritardare o interrompere i lavori con azioni legali.

La scorsa settimana, una corte d’appello federale degli Stati Uniti ha confermato la decisione di un tribunale di primo grado di richiedere al Corpo degli ingegneri dell’esercito degli Stati Uniti di svolgere una revisione molto più ampia e lunga dell’impatto ambientale vicino alla Riserva di Standing Rock Sioux, come riportato da Reuters.

Dall’estate del 2020, DAPL e Energy Transfer stanno combattendo una battaglia legale dopo che un giudice ha rilasciato loro il permesso per il gasdotto a luglio.

L’ultima sentenza del tribunale è arrivata una settimana dopo che il presidente Biden si è insediato. Gli attivisti e gli Standing Rock Sioux e altri gruppi tribali avevano fatto appello al presidente Biden affinché chiudesse il Dakota Access.

ANALISTI NON CONCORDANO SUL FUTURO

Gli analisti non hanno comunque un’opinione unanime su come procederà Biden sulle infrastrutture di petrolio e gas. Alcuni dicono che revocare il permesso a Keystone XL sia stato dettato dalla necessità di mostrare impegno per l’agenda sul clima nel primo giorno in carica del presidente. Ma altri ritengono che questo potrebbe essere l’inizio di una “nuova normalità”, come ha detto a Bloomberg Law il professore di diritto energetico della Southern Methodist University James Coleman.

(Articolo pubblicato su Energia Oltre, qui la versione integrale)

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