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Auto Elettriche

Perché le batterie al ferro creeranno problemi di riciclo

Le batterie al litio-ferro-fosfato per le auto elettriche sono più economiche, ma potrebbero creare problemi di riciclo: di ferro ce n’è in abbondanza e a basso costo.

Le previsioni dicono che, entro i prossimi due decenni, la transizione alla mobilità elettrica creerà grosse quantità di batterie esauste. Quelle per i veicoli elettrici hanno una durata di vita di circa quindici anni, stando alla società di consulenza Circular Energy Storage; dopodiché, dovranno venire riciclate.

L’AVVERTIMENTO DI UMICORE

Umicore, il più grande produttore europeo di materiali per le batterie, ha detto che le case automobilistiche rischiano di creare un problema di rifiuti se continueranno a usare le batterie economiche realizzate in Cina. Si riferisce a quelle batterie al litio dall’elevato contenuto di ferro (piuttosto che di metalli più pregiati come il nichel e il cobalto) che Tesla, Volkswagen o Ford utilizzano per ridurre il costo di alcuni modelli di auto: la batteria è infatti il componente che incide maggiormente sul prezzo finale delle vetture elettriche.

Marc Grynberg, amministratore delegato di Umicore, ha così lanciato a queste aziende un avvertimento dalle pagine del Financial Times: le batterie con tanto ferro sono più costose da riciclare, una volta che hanno concluso il loro ciclo di vita. “Più basso è il valore del metallo”, ha spiegato, “maggiore è il costo netto che dovrai sostenere per riciclare il materiale”.

LE BATTERIE AL LITIO-FERRO-FOSFATO

Gran parte delle batterie agli ioni di litio presenti nelle auto elettriche contengono nichel e cobalto, oltre che ovviamente litio: tutti metalli costosi da estrarre. Ultimamente si stanno però diffondendo – in particolare in Cina – le batterie al litio-ferro-fosfato: sono meno costose perché non contengono nichel né cobalto, ed eliminano i problemi etici legati all’estrazione di quest’ultimo metallo dalle miniere in Congo.

In Cina le batterie al litio-ferro-fosfato rappresentano quasi la metà della capacità totale di produzione di batterie. L’azienda che ne realizza di più è CATL.

MENO POTENZA, MENO COSTI

Le batterie al litio-ferro-fosfato sono meno potenti di quelle agli ioni di litio, ma anche molto più economiche: la società di consulenza McKinsey stima che il loro costo di produzione sia inferiore del 20 per cento circa.

Di recente l’amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, ha scritto su Twitter che le batterie dal catodo in ferro sono “competitive” per l’utilizzo nelle auto di media cilindrata e come dispositivi stazionari per lo stoccaggio di energia.

E IL RICICLO?

Tuttavia, riciclare le batterie al litio-ferro-fosfato è sconveniente da un punto di vista economico. Il ferro è un metallo abbondante ed economico, e quindi il suo riciclo non permette di generare grossi profitti.

Grynberg ha detto inoltre di non avere “alcun indizio” circa la possibilità effettiva di riciclare il fosfato. In generale, sostiene che “il valore dei materiali presenti nelle batterie al litio-ferro-fosfato è molto basso”.

LE MOSSE DI UMICORE

Umicore ha sede in Belgio ed è la più grande società europea di riciclo delle batterie. Produce inoltre materiali di base per altri produttori di batterie, come l’azienda sudcoreana LG Chem. Di recente ha annunciato l’impegno per la neutralità carbonica entro il 2035 relativamente alle emissioni Scope 1 e Scope 2.

Umicore sta collaborando con la casa automobilistica tedesca e con il produttore di batterie svedese Northvolt per aumentare la quota di metalli riciclati presenti nelle batterie.

BATTERIE E BLOCKCHAIN

Grynberg ha fatto sapere che Umicore è coinvolta in un progetto pilota per un “passaporto delle batterie” che consente di “tracciare” l’impronta carbonica dell’intero ciclo di una batteria attraverso la tecnologia blockchain. L’iniziativa è sostenuta dalla Commissione europea.

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