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Ast Arvedi

Ast, perché la cessione ad Arvedi è positiva per i sindacati

L'intervento di Roberto Benaglia, segretario generale Fim Cisl, e Valerio D'Alò, segretario nazionale Fim Cis,  sull'acquisizione di Ast da parte del gruppo Arvedi

 

Ci è stato annunciato ieri mattina, dopo le indiscrezioni uscite a mezzo stampa già nella serata di ieri, la  chiusa della procedura di cessione da parte del Gruppo TyssenKrupp del sito ternano dell’Ast (Acciai Speciali Terni) che occupa circa 2700 lavoratori nel sito umbro.

Il gruppo che si è aggiudicato l’acquisizione è stato il Gruppo Arvedi. La transazione comprende il perimetro totale di Acciai Speciali Terni più due “centri commerciali” presenti in Germania e in Turchia. Nel perimetro oggetto di cessione è compresa anche l’intera rete commerciale. Tale processo sarà comunque al vaglio dell’antitrust europeo con un processo che potrà durare dai 3 ai 4 mesi.

Thyssenkrupp e Gruppo Arvedi stanno valutando una possibile partecipazione di minoranza nel Gruppo da parte della stessa Thyssenkrupp.

Con la cessione del sito di Terni al Gruppo Arvedi, l’Ast torna dopo anni in mani italiane. Una notizia positiva per il Paese e l’industria vista l’importanza strategica della produzione di acciaio per tutta la filiera industriale.

Accogliamo quindi positivamente la notizia; il Gruppo Arvedi rappresenta una realtà molto solida sul piano industriale e una lunga esperienza nel mondo dell’acciaio  che con l’acquisizione di Ast completa la gamma delle produzioni e trasformazioni di acciai.

Ora però ci aspettiamo la convocazione in sede governativa per conoscere il piano industriale nei dettagli. Piano che dovrà prevedere per il sito di Terni sviluppo, occupazione e importanti  investimenti industriali e sostenibilità ambientale.

Chiediamo inoltre al ministro Giorgetti che con il ritorno di Ast in mani italiane si arrivi alla definizione del piano della siderurgia nazionale che il ministro stesso ha da tempo evocato, ma che va concretizzato nel confronto centrale col sindacato.

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