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Arabia Saudita

Come si muove l’Arabia Saudita per diventare una potenza mineraria

L'Arabia Saudita vuole distaccare l'economia dal petrolio e punta sui giacimenti minerari. L'articolo di Giuseppe Gagliano.

In Arabia Saudita il surplus di bilancio del paese dell’oro nero batte i record, registrando un aumento dell’8,6% del suo PIL grazie all’impennata del prezzo del Brent nel 2022. Con il barile che raggiunge i 100 dollari, il paese progetta in parallelo di incrementare la sua economia diversificandola a favore dello sfruttamento delle sue risorse minerarie. L’obiettivo è quello di triplicare il contributo del settore minerario al PIL, per un valore di 75 miliardi di dollari.

LE RICCHEZZE MINERARIE DELL’ARABIA SAUDITA

L’Arabia Saudita è particolarmente ricca di minerali. Il Saudi Geological Survey (SGS) ha elencato la presenza di oltre 48 minerali nei suoi terreni, tra cui fosfato, oro, rame, argento, zinco, nichel, litio, nonché uranio e terre rare. Questa prospezione attira già l’interesse di attori stranieri. La Cina, attraverso la China National Nuclear Corporation (CNNC), ha così lavorato di concerto con la SGS per valutare le risorse di uranio del regno.

LA DIVERSIFICAZIONE ECONOMICA

La riprogettazione dell’economia saudita si inserisce sia nel desiderio di diversificare la propria economia, nell’anticipazione dei movimenti della domanda globale sui mercati dei minerali, ma anche negli obiettivi di sviluppo sostenibile. La Banca Mondiale stima che per raggiungere l’obiettivo di riscaldamento globale inferiore a 2°C entro il 2050, dovranno essere sfruttati almeno tre miliardi di tonnellate di minerali. L’Arabia Saudita ha quindi integrato perfettamente il ruolo importante che i metalli giocheranno nella transizione energetica, e questo già da alcuni anni.

Infatti, questa transizione è stata lanciata nel 2016 con il piano Vision 2030 e lo sviluppo del settore minerario si annuncia come un importante cantiere del National Industrial Development and Logistics Program (NIDLP), pilastro economico della Vision 2030.

Per quanto riguarda il finanziamento, il Regno ha pianificato di concedere un ruolo importante al Fondo pubblico di investimento saudita (PIF) – il sesto fondo di investimento più dotato al mondo con 607,42 miliardi di dollari di attività -, posto sotto l’egida diretta del principe ereditario. Allo stesso tempo, il paese ha lanciato un nuovo fondo di investimento minerario che sarà detenuto al 49% del PIF insieme alla compagnia mineraria nazionale Ma’aden, azionista di maggioranza.

IL FORUM SUI MINERALI DEL FUTURO

Per posizionarsi come un attore di riferimento nel settore e migliorare la sua immagine, l’Arabia Saudita sta moltiplicando le iniziative di vasta portata. In particolare, Riyadh ha ospitato, all’inizio di gennaio, il Forum sui minerali del futuro, l’evento più importante in materia.

Con un numero record di delegazioni provenienti da oltre 130 paesi, questo forum ha avuto un grande successo. In questo slancio, il paese ha anche mostrato le sue ambizioni al forum di Davos a metà gennaio inviando funzionari di spicco, tra cui i ministri degli affari esteri, degli investimenti e delle finanze.

GLI INVESTIMENTI NELLO SPORT

Questo grande cantiere economico attrarrà sicuramente molti capitali stranieri che possano sostenere questi investimenti. Così, da alcuni anni, il Regno agisce per valorizzare la sua immagine tra gli occidentali, in particolare investendo massicciamente nell’ambiente sportivo (acquisto di ESL, Faceit, NewCastle United Football Club, LIV Golf, ecc.).

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